02/09/2022
"La Svolta"
di Francesco Artusa
Tutti i limiti dell'approccio ideologico all'ambiente.
Un anno fa circa, pubblicai su "il dubbio" un articolo in cui riportavo le ricerche mai contestate che dimostravano quanto un'auto diesel euro 6 d e una ibrida, siano ancora più green rispetto ad una full electric. Il punto è considerare l'intero ciclo di vita del veicolo, dalla costruzione allo smaltimento e non solo il tempo e il luogo in cui circola. L'approccio ideologico e un po' paraculo (o ecochic) invece, tende a distinguere tra un mondo di serie a, dove scorazzano costosissimi veicoli europei green a zero emissioni e uno di serie b che si ciuccia le tonnellate di co2 che comporta la produzione degli stessi. Poi c'è lo smaltimento delle batterie, ma se non lo vediamo, non esiste. In questo contesto, non stupisce una campagna elettorale ridotta all'osso delle due scelte: noi o loro, rosso o nero, fossile o rinnovabile. Il meraviglioso mondo di quella politica che campa di slogan nella speranza che prima o poi le questioni le risolva qualcun altro o si estinguano da sole. L'automobile è facile da colpire perché è a costo zero. Loro mettono i divieti, noi i soldi per cambiarle se vogliamo circolare in questa modalità extralusso. Se no ci sono i mezzi pubblici ovviamente esenti dalle restrizioni.
Ma esiste l'aviazione elettrica? No. Quindi che si fa? Semplice: proponiamo di abolirla, ma con moderazione. Iniziamo dai jet privati. In quattro ore inquina come 800 persone in un anno.
Il problema è che probabilmente questi pensano che i jet privati siano il taxi dei vari Bezos, Gates e tutti i paperoni. Non è affatto così. L'aviazione privata è molto più di questo senza contare che coinvolge migliaia di lavoratori normali con stipendi normali impiegati nelle compagnie e negli aeroporti. Per semplificare: su ruote ci sono il bus di linea, i taxi e l'NCC. Nell'aviazione ci sono le low cost, le compagnie tradizionali e l'aviazione privata. I possessori di jet privati sono una minima percentuale rispetto ai passeggeri clienti delle piccole compagnie. Peraltro sono tra i primi ad aver avviato un efficiente sistema di riempimento delle tratte a vuoto. Significa dimezzare i voli e di conseguenza i costi e le emissioni. Immaginiamo che taglio di co2 e di traffico avremmo se nel trasporto merci venisse applicato lo stesso sistema. Come detto si tratta di un approccio ideologico che per definizione non ha un limite logico. Perché abolire (ma poi che significa?) gli arei piccoli e non i grandi? E le navi da crociera che inquinano come un milione di automobili? La crisi energetica in corso, dimostra quanto sia indispensabile diversificare, avere più fornitori e soprattutto usare tutte le fonti di energia disponibili per non essere ricattabili da nessuno. Tutti speriamo in un mondo alimentato dalle sole rinnovabili. Fino ad allora dovremmo liberarci della demagogia per un approccio serio ad un tema che impatta sulla vita di tutti. Alla fine, se ci limiteremo a sostituire il gas russo con l'elettronica cinese, avremmo fatto solo il proverbiale salto dalla padella nella brace.