06/06/2020
Il Castello di Barolo, castello millenario. Una dimora nobiliare. La culla del Barolo
Le prime notizie di una fortificazione sulla collina che da Barolo guarda la valle Talloria risalgono al X secolo.
A quest’epoca si fa risalire la concessione di re Berengario I a un feudatario locale per costruire una difesa contro gli attacchi degli Ungari prima e dei Saraceni poi. Tracce di questo primo insediamento sono ancora individuabili nella struttura del mastio e della parte bassa della torre orientale.
Atti duecenteschi testimoniano la cessione del castello al comune di Alba, da cui lo rileva pochi anni dopo la famiglia Falletti. Qui, come testimoniato già nel 1325, si insedia un ramo del casato, che nel corso degli anni compie importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento.
Gravemente danneggiato dai saccheggi conseguenti alle guerre del XVI secolo, il castello viene ricostruito con importanti modifiche da Giacomo e Manfredo Falletti.
Nell’Ottocento il castello diventa la residenza di campagna degli ultimi marchesi Falletti di Barolo, Carlo Tancredi e Giulia.
Tra gli abituali ospiti in visita a Barolo vi è lo scrittore e patriota Silvio Pellico, amico dei marchesi e responsabile della biblioteca di famiglia.
Rispettando le ultime volontà di Giulia, alla sua morte nel 1864 viene istituita l’Opera Pia Barolo, un ente morale incaricato di amministrare il patrimonio di famiglia finalizzandolo alla prosecuzione delle opere di bene compiute dai marchesi. In questo contesto rientra la trasformazione del castello in collegio.
Il Collegio Barolo, attivo tra il 1875 e il 1958, sarà per anni l’unica opportunità di studio per i giovani della zona, in particolare per i meno abbienti, per i quali erano previste borse di studio.
Per ospitare il collegio il castello viene profondamente trasformato. L’architettura è interessata da importanti rifacimenti che ne alterano la struttura originaria e le conferiscono l’aspetto composito che mantiene ancora oggi.
Nel 1970, dopo un periodo di inutilizzo, il castello è acquistato dal Comune di Barolo con una sottoscrizione alla quale contribuiscono generosamente cittadini, aziende locali ed ex-allievi.
Si effettuano così lavori di risanamento e restauro; dai primi anni Settanta, grazie ad alcuni volontari, sono aperte ai visitatori alcune sale del castello; nel 1982 è allestita nelle cantine l’Enoteca Regionale del barolo.