Bike Rides Adventures

Bike Rides Adventures Ci prendiamo cura della tua passione, ti accompagniamo a vivere indimenticabili emozioni su un territorio affascinante e spettacolare.

Viaggia con noi siamo ciclisti come te Siamo un'azienda specializzata nei viaggi cicloturistici, che organizza tours e vacanze per ciclisti provenienti da tutto il mondo. Abbiamo sede a Udine in Friuli Venezia Giulia, e le nostre proposte di viaggio coprono l'intero Nord Est Italiano, il Nord Ovest della Slovenia, l'Istria e parte della Croazia. Si tratta di un territorio stupendo, in gran parte a

ncora incontaminato, ricco di luoghi storici e di bellezze naturali, dalle Dolomiti alla costa Istriana e Dalmata, dal Parco Nazionale Sloveno del Tricorno ed il Lago di Bovec, alla foresta del Cansiglio e la zona del Prosecco. Siamo in grado di proporre un catalogo di viaggi in bici in cui ognuno riconosce il suo modo di viaggiare e pedalare. Un'offerta ampia che va dai viaggi di uno o più giorni, ai base camp per pedalare divertendosi, ai raids per ciclisti indipendenti che amano l'avventura ai viaggi personalizzati sulle vostre specifiche esigenze. Offriamo inoltre un catalogo di bici a noleggio e di accessori che non ha eguali, per qualità, scelta e numero. Da noi troverete sempre positività e sorrisi perché sia noi che voi stiamo realizzando lo stesso sogno. Siamo costantemente alla ricerca di nuovi modi di regalare emozioni, di farvi uscire dalla routine e far vivere emozioni a chi viaggia con noi. Per noi i dettagli, la sicurezza, il rapporto con il cliente sono molto importanti. Il nostro modello di business è far tornare a casa i clienti con il sorriso e farli poi tornare da noi come amici.

LA BICICLETTA È FEMMINA Le cicliste che ci leggono sono invitate a spedirci le loro foto migliori da pubblicare in quest...
06/09/2024

LA BICICLETTA È FEMMINA

Le cicliste che ci leggono sono invitate a spedirci le loro foto migliori da pubblicare in questa rubrica "La bicicletta è femmina". Magari accompagnandole con pensieri, aneddoti, esperienze, o qualt'altro volete allegare alla vostra fotografia. Verranno pubblicate nell'ordine con cui ci arrivano.

Se ci spedite le immagini qui sulla Pagina purtroppo perdono parecchia risoluzione. Se desiderate riprodurle con la nitidizza originale speditele a [[email protected]](mailto:[email protected] "‌"), oppure sul mio Messenger, [https://www.facebook.com/michele.giardina.0/](https://www.facebook.com/michele.giardina.0/ "‌").

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Motivazioni del VenerdìMarmolada 🇮🇹
06/09/2024

Motivazioni del Venerdì
Marmolada 🇮🇹

Good morning cycling world Col de la Machine 🇫🇷
06/09/2024

Good morning cycling world
Col de la Machine 🇫🇷

05/09/2024
Nel ciclismo la musica può essere doping, ma che bello ascoltarla!Il binomio musica più esercizio fisico produce un aume...
05/09/2024

Nel ciclismo la musica può essere doping, ma che bello ascoltarla!

Il binomio musica più esercizio fisico produce un aumento dei livelli di prestazione, agendo anche sull’abilità motoria e sulla motivazione dell’individuo.

Per tutti questi motivi la musica, in alcune discipline, è vietata durante le gare perché considerata un vero e proprio doping. La musica, come strumento di comunicazione non verbale, con le sue vibrazioni, aiuta a entrare in quella dimensione che facilita la connessione con la nostra sfera emotiva raggiungendo l’armonia psicofisica, cioè il riallineamento corpo-mente-componente energetica, che corrisponde allo stato di salute.

Vibrazioni

Non dobbiamo dimenticare che noi siamo un sistema energetico che vibra, che vive su questa terra che, a sua volta, possiede una frequenza di vibrazione pari a 8 hz, che, evidentemente non udiamo. Gli studi sviluppatisi negli ultimi 100 anni dimostrano come tutto sia vibrazione: Einstein affermava che la materia non esiste, è soltanto energia che vibra a varie frequenze.

Tutto vibra quindi, anche il nostro corpo, infatti le nostre cellule producono vibrazioni acustiche che possono essere trasformate in suoni udibili.

Il suono

Il suono, sia come vibrazione meccanica che si propaga nel mezzo, sia come modalità quantistica di vibrazione, può essere considerato come un “facilitatore” in grado di modificare lo stato dinamico, energetico e strutturale degli atomi e delle molecole con cui interagisce.

Quando il suono (= vibrazione) colpisce una cellula, quindi un tessuto, che altro non è che un insieme di cellule, gli atomi che lo costituiscono possono entrare in risonanza con particolari frequenze incidenti. Tale risonanza implica una modificazione dell’architettura e della funzionalità della struttura molecolare, quindi del tessuto e dell’organo corrispondente. Ciò si traduce nella possibilità che il suono come vibrazione possa modificare la struttura molecolare di quegli elementi che regolano l’espressione (=funzione) dei nostri geni, modificando così l’architettura del DNA stesso (epigenetica).

Tutte queste “entità” possono essere modificate dall’interazione con quello che definiamo suono, ovviamente anche con frequenze vibrazionali non udibili dall’orecchio, ma portatrici comunque di vibrazione percepibile a livello atomico e molecolare.

Considerando tutto questo, non ci stupisce più allora se il nostro corpo fisico sente di meno la fatica di uno sforzo quando facciamo ascoltare alle cellule che lo compongono una musica dal ritmo energizzante, oppure se cambia la nostra percezione a livello della sfera psicoemotiva quando la musica diventa più rilassante, magari con delle note struggenti che ci evocano chissà quali memorie dimenticate.

by musica.rolling

DO NOT OWN THE COPYRIGHTShining Light by Annie LennoxLyrics appreciation:Roman candles that burn in the nightYeah, you are a shining lightYou lit a torch in ...

by Barbara Dentesano Mangart 🇸🇮
05/09/2024

by Barbara Dentesano
Mangart 🇸🇮

Ciclocross
05/09/2024

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Mathieu van der Poel
05/09/2024

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05/09/2024

Primoz Roglic, Sam Oomen
Vuelta

Elisa Longo Borghini
05/09/2024

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Giulio PpellizzariGiro del Friuli Venezia Giulia
05/09/2024

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Giro del Friuli Venezia Giulia

Terza vittoria di una Professional alla Vuelta
05/09/2024

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Stevie Williams vince la volataTour of Britain
05/09/2024

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Vince la tappa Urko Berrade Vuelta Stage  #18
05/09/2024

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Ben O'Connor non molla Vuelta Stage  #18
05/09/2024

Ben O'Connor non molla
Vuelta Stage #18

ZALF ESCE DAL CICLISMO Gli sponsor nel ciclismo sono da sempre andati e venuti, ma il fatto che le squadre abbiano sempr...
05/09/2024

ZALF ESCE DAL CICLISMO

Gli sponsor nel ciclismo sono da sempre andati e venuti, ma il fatto che le squadre abbiano sempre preso il nome ed i colori dello sponsor principale ha fatto si che ci sia sempre stato un forte legame, anche solo visuale, con questi. Fa specie quindi che dopo 43 anni esca dal mondo del ciclismo Zalf, marchio del gruppo Euromobil, ormai legato indissolubilmente al mondo del ciclismo giovanile.

La “Zalf”, oggi Zalf-Fior Under 23 Cycling Team, è presente nel panorama ciclistico nazionale e internazionale dal 1982, ed è diventata nel tempo una delle fucine più importanti per il ciclismo giovanile mondiale, non solo italiano.

Tra i corridori che hanno militato nella Zalf prima di passare professionisti la stessa squadra ricorda: Maurizio Fondriest, Gianni Faresin, Paolo Savoldelli, Michele Scarponi, Alessandro Bertolini, Marzio Bruseghin, Alessandro Ballan, Damiano Cunego, Domenico Pozzovivo, Sonny Colbrelli, Gianni Moscon, Alberto Dainese, Samuele Battistella e Davide De Pretto. Impossibile, poi, dimenticare i Campioni del Mondo Mirco Gualdi (1990), Daniele Pontoni (1992), Cristian Salvato (1993 e 1994), Giuliano Figueras (1995 e 1996), Kurt Asle Arvesen (1997) e Ivan Basso (1998). A cui vanno aggiunti i Campioni Europei Manuel Quinziato (2001) e Manlio Moro.

Dal 1982 la Zalf ha vinto 8 mondiali, 2 europei, 30 tricolori, oltre 1500 successi e formato 130 professionisti.

Ovviamente l’uscita dello sponsor non significa la fine di questo fondamentale tassello della storia ciclistica italiana, e ci auguriamo che continui la propria cavalcata di successi.

Per quanto riguarda l’iconica maglia della Zalf, ora diventerà un pezzo di storia assieme ad altre mitiche maglie.

by bdc

VICTOR CAMPENAERTS E L'ARTE DI PENSARE IN GRANDEIn origine, l'Apple iPhone era costituito da tre prodotti distinti: un i...
05/09/2024

VICTOR CAMPENAERTS E L'ARTE DI PENSARE IN GRANDE

In origine, l'Apple iPhone era costituito da tre prodotti distinti: un iPod, un telefono cellulare e un dispositivo di comunicazione via Internet. Alla fine degli anni '90, quando Steve Jobs tornò in Apple, ebbe la visione di un'esigenza sconosciuta. Decise che tutti questi prodotti dovessero essere combinati in uno solo, reinventando Apple come azienda di tecnologia mobile e distinguendola con prodotti come l'iPhone e l'iPad. Oggi, Apple ha venduto oltre 1,5 miliardi di unità in tutto il mondo. Nel primo trimestre del 2024, la quota di mercato dell'iPhone nelle vendite di nuovi smartphone era superiore al 17%.

La strategia di Jobs nel trasformare Apple è stata definita "blue-sky thinking". Questo tipo di pensiero si riferisce a un processo in cui le idee non sono limitate dalle credenze o dalle norme correnti di un gruppo o di una società. Può portare alla creazione di idee stravaganti e forse anche bizzarre, che potrebbero rivelarsi la soluzione necessaria, o al contrario, un completo fallimento.

Se c'è un corridore nell'attuale gruppo WorldTour che incarna l'approccio del pensiero “blue-sky”, è Victor Campenaerts della Lotto-Dstny. Nella sua decennale carriera, il ciclista belga è stato un pioniere dello sport. La sua ossessione per i dati e la sua sfrenata fiducia nel provare le ultime innovazioni in fatto di tecnologia e aerodinamica - anche se ciò significava essere deriso dai suoi colleghi - lo hanno aiutato a diventare uno dei corridori in fuga più prolifici di questa generazione. Tuttavia, la mentalità “blue-sky” comporta sia rischi che ricompense.

Campenaerts ha sfiorato la vittoria al Tour de France in diverse occasioni: è arrivato secondo in due tappe nel 2020 e da allora ha partecipato a molte fughe che sono state neutralizzate dal gruppo. A volte sembrava che non sarebbe mai stato premiato per il suo impegno nello sport. Poi è arrivata la vittoria di una tappa del Giro d'Italia nel 2021, quando il corridore belga ha vinto nel modo che conosce meglio: con una mossa a lunga distanza. Il Tour de France 2024, tuttavia, ha finalmente regalato a Campenaerts uno dei premi più ambiti in assoluto.

Quando ha superato i suoi due compagni di fuga, tutti parte di un iniziale gruppo di 30 corridori, al traguardo di Barcelonnette nella 18a tappa, il volto di Victor Campenaerts si è illuminato in un ampio sorriso mentre sollevava le mani dal manubrio. La vittoria di tappa è stata la conferma del pensiero "blue-sky" che ha sempre praticato. Anche se ci è voluto più tempo di quanto desiderasse, alla fine la sua dedizione è stata premiata.

"Avevo detto che volevo vincere una tappa del Tour, ed era il mio obiettivo principale. Ho deciso di fare un training camp in alta quota di nove settimane, perché al giorno d'oggi si corre così velocemente che devo fare qualcosa di diverso. Sono stato lì tutto il tempo con la mia fidanzata, incinta di 9 mesi. Ha dato alla luce nostro figlio due settimane prima della partenza,” ha dichiarato Campenaerts in una conferenza stampa piena di emozioni. “Di queste nove settimane, credo di averne trascorse circa quattro con la mia squadra. Molti corridori si preparano sulla Sierra Nevada per il Tour. Io sono stato lì per primo e me ne sono andato per ultimo. Ho visto tutti arrivare e partire. Forse non è il posto più stimolante del mondo, ma ora posso dire che ne è valsa la pena”.

La preparazione di Campenaerts per la 18a tappa del Tour de France è stata meticolosa. Aveva fatto una ricognizione del percorso a dicembre con un compagno di squadra e aveva pianificato il suo allenamento in modo da raggiungere il picco di forma proprio per questa data. I sacrifici fatti per trascorrere del tempo in quota con la sua fidanzata e suo figlio erano tutti finalizzati a questo giorno. Per alcuni corridori potrebbe sembrare un'ossessione, ma Campenaerts crede fermamente nel pensiero "blue-sky".

"Mi sono preparato per il Tour tutto il tempo insieme alla mia ragazza e a nostro figlio. La mia ragazza mi ha sostenuto tantissimo, non potete immaginare quanto. Durante la cronometro del primo giorno di riposo, che non era vicina al Belgio, hanno dovuto viaggiare in macchina per raggiungermi”, ha commentato Campenaerts. "Abbiamo trascorso molto tempo insieme nel giorno di riposo, tutto il tempo possibile. Sono stato molto felice di poterlo fare”.

A volte è difficile comprendere appieno i sacrifici che i ciclisti professionisti fanno per esibirsi ai massimi livelli. I compagni di squadra di Campenaerts parlano dei suoi bagni di ghiaccio ogni mattina, della sua straordinaria forza fisica e mentale, e della sua incrollabile fede nel proprio metodo di allenamento. La sua scuola di pensiero, per quanto intensa possa sembrare ad alcuni, porta risultati. Questo Tour de France lo ha dimostrato.

“Ho un futuro brillante nel ciclismo,” ha detto Campenaerts pochi istanti dopo la vittoria di tappa. "Sono diventato padre e il cielo è azzurro, solo azzurro”.

by Rachel Jary

Non sarà una settimana facile per Ben O'Connor
05/09/2024

Non sarà una settimana facile per Ben O'Connor

Vuelta Stage  #17
05/09/2024

Vuelta Stage #17

I RISULTATI ARRIVANO CON IL DIVERTIMENTO Ugualmente non correrà agli europei. Dopo aver vinto l’ultima tappa del Renewi ...
05/09/2024

I RISULTATI ARRIVANO CON IL DIVERTIMENTO

Ugualmente non correrà agli europei. Dopo aver vinto l’ultima tappa del Renewi Tour su e giù per il Muro di Geraardsbergen, Arnaud De Lie ha preso atto di non essere fra i convocati del Belgio per la gara di Hasselt, anche se la caduta della Vuelta ha tolto di mezzo Wout Van Aert. Così il Toro di Lescheret è tornato a casa per recuperare le forze e farsi trovare pronto per la gara di Amburgo di domenica prossima, per poi fare rotta sulle prove canadesi del WorldTour. Fu proprio vincendo il GP Quebec dello scorso anno che il campione belga mise un piede nella dimensione del grande corridore, che fino a quel momento era stata una previsione più che una certezza.

«Vincere con questa maglia tricolore significa sempre qualcosa – dice – e farlo in un luogo così mitico, nella tappa regina del Renewi Tour, è stato ancora più iconico. Il Muro di Geraardsbergen, che abbiamo scalato più volte, fa parte della storia del ciclismo. Non farò gli europei perché Merlier e Philipsen sono più veloci di me. Mentre corridori come Van Lerberghe e Rickaert sono più bravi di me nel ti**re le volate. Non sono uno che fa il leadout, perché è qualcosa che devi imparare lavorando in modo specifico. Però mi piace lavorare per un compagno di squadra, come è stato con Segaert al Renewi Tour».

Due diamanti in cassaforte

La Lotto Dstny intanto si frega le mani, avendo messo in mostra nella gara belga due talenti di assoluto rispetto. Il primo, Alec Segaert, che vincendo la crono si era proposto per i piani alti della classifica. Il secondo, lo stesso De Lie, che ha giocato la sua carta nella tappa finale, quando si è capito che il compagno non sarebbe stato in grado di rispondere all’affondo di Tim Wellens.

«L’ho fatto tutta sui pedali – sorride – uomo contro uomo. E’ bella anche una vittoria in volata, ma quell’ultima tappa è stata una gara vera. Sono state più di quattro ore con un caldo fuori dal comune. E’ stato durissimo scalare per tre volte e mezzo il Muro. Nel primo passaggio mi sono sentito benissimo e il nostro primo obiettivo era difendere la maglia di Segaert. Quando però l’ammiraglia ha capito che Alec era troppo indietro, ha dato via libera a me. Wellens non era recuperabile, ma possiamo essere ugualmente molto soddisfatti di ciò che abbiamo ottenuto. Dopo tutto Alec ha solo 21 anni, io 22. Nelle due tappe che non si sono concluse con uno sprint, siamo stati i più forti. Ciò fa ben sperare per i prossimi anni».

La primavera bruciata

Quello che più brucia, ascoltando il racconto di De Lie è la primavera buttata a causa del morbo di Lyme, l’infezione trasmessa dalle zecche. Per un ragazzo nato e cresciuto in fattoria, sembra quasi una beffa. I suoi sintomi comprendono varie irritazioni cutanee, come pure alla lunga alterazioni neurologiche, cardiache o articolari che, se non trattate, possono trasformarsi in vere e proprie complicazioni. Per curarla si ricorre ad antibiotici che hanno ridotto le sue capacità nel periodo delle corse più adatte. Dopo il decimo posto alla Omloop Het Nieuwsblad infatti, il belga non è stato più in grado di ottenere prestazioni di alto livello.

«Vincendo in questa tappa del Renewi Tour – ha confermato De Lie – ho dimostrato che se non ho problemi fisici, ci sono. Solo chi l’ha sperimentato sa cosa sia quella malattia. Sono arrivato a chiedermi cosa ci facessi su una bici, una sensazione che ogni corridore prima o poi si trova a provare, ma questa volta era diverso. Non ho toccato la bici per dieci giorni e quando l’ho ripresa, non avevo più voglia di salirci sopra. Ho fatto molti sacrifici per riprendermi. E adesso sono tornato e ho la conferma che questi sono i miei percorsi preferiti».

L’amico Van der Poel

David Van der Poel, fratello di Mathieu, collabora con il suo agente. Si conoscevano prima quando anche lui correva, si conoscono meglio ora che collaborano. E questo crea un’insolita commistione di affetti e ambizioni. De Lie infatti correrà il prossimo Giro delle Fiandre con la maglia di campione belga e in quanto tale sarà una sorta di bandiera contro il dominatore Van der Poel che, per citare l’Iliade, tanti dolori inflisse ai belgi. Secondo alcuni nel suo non esporsi c’è proprio la voglia di prendergli le misure.

«Mathieu van der Poel – dice De Lie – è Mathieu van der Poel, giusto? Questa è un’altra differenza fra noi. Penso che sia prima di tutto un bravo ragazzo. Con il suo modo di fare dimostra che il divertimento viene prima di tutto e con il divertimento arrivano i risultati. Questo è anche il mio pensiero. Ricordo che nei miei primi anni da professionista non osavo davvero avvicinarlo, non avevo il carattere per farlo. Invece nell’ultimo Tour abbiamo spesso pedalato uno accanto all’altro. In fuga, nel gruppetto o anche semplicemente in gruppo. Al Tour c’è anche tempo per parlare. E comunque non credo di avere ancora le gambe per contrastarlo, anche se sarebbe bello. Credo che sia ancora un obiettivo lontano. Perciò preferisco concentrarmi su quello che posso raggiungere davvero».

by Enzo Vicennati
from bici pro urly.it/310v8y

Indirizzo

Udine
33100

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