Il mio viaggio a Verona

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Il mio viaggio a Verona Viaggia con me alla scoperta di Verona,
la celebre città di Giulietta & Romeo. IG:

Nel cuore del centro storico di Verona, in Piazza Bra, il Ristorante Caffè Vittorio Emanuele emana da sempre il suo anti...
24/12/2024

Nel cuore del centro storico di Verona, in Piazza Bra, il Ristorante Caffè Vittorio Emanuele emana da sempre il suo antico splendore. I suoi locali vennero inaugurati nel 1895 e, da allora, divenne un punto di riferimento per l’intera città.

Il rinnovato ex “Tre Corone”, oggi “Vittorio Emanuele” in omaggio ad un dialogo ideale con quel pezzetto di storia che si affaccia sulla piazza, dove campeggia la statua equestre del re d’Italia, è da sempre una certezza di stile e fascino. Grazie anche al progettista, l’architetto e interior design Mario Santini, che qui ha fatto un lavoro decisamente incredibile.

All’interno, si respirano le sfarzose atmosfere di un’epoca antica. Gli ambienti spaziano da un ampio salone caratterizzato da importanti colonne in marmo, avvolto da calde boiserie e illuminato da pregiati lampadari.

Il Caffè del Vittorio Emanuele è un luogo animato e in continuo fermento, durante tutta la giornata: dalle ricche colazioni del mattino, passando per un veloce spuntino all’ora di pranzo, arrivando ai conviviali aperitivi comodamente seduti sul “liston” con vista Arena. Le sofisticate atmosfere serali della saletta interna sono poi allietate dagli accompagnamenti musicali del piano bar, occasione ideale per poter gustare in compagnia un cocktail o pregiate selezioni di whiskey.

Ma il fiore all’occhiello è senza dubbio la cucina.
Affidata alle mani esperte di prestigiosi Chef, propone un coinvolgente menù che fonde l’antica tradizione culinaria veronese con quella di più ampio respiro internazionale.
La rinomata tradizione dei vini veronesi (non per nulla, il locale è da anni la “casa” dei sommelier AIS Verona) viene proposta attraverso una sapiente selezione di alcune delle migliori bottiglie del territorio, studiata per accompagnare i tipici piatti della cucina della città: dal Valpolicella all’Amarone, si degusta il sapore esclusivo della qualità.

Il locale è un punto d’incontro per i veronesi e non solo. Nell’arco dell’anno si susseguono eventi di vario genere, cene a tema o serate con ospiti d’eccezione e musica dal vivo.

Un salotto aperto alla città, nel cuore della città.


12 Settembre 1846: “Il Teatro Nuovo, appena ora costruito nella nostra Piazza Navona, fu aperto per la prima volta l’alt...
22/12/2024

12 Settembre 1846: “Il Teatro Nuovo, appena ora costruito nella nostra Piazza Navona, fu aperto per la prima volta l’altra sera. Le convenienze di un nuovo teatro volevano che se ne facesse l’apertura con un’opera nuova o almeno non mai udita a Verona e quindi principalmente a questo riguardo, la scelta cadde su “Attila”. (Tratto da il Foglio di Verona del 14 settembre 1846)

L’atto di nascita del Nuovo è collocabile nell’anno 1845, quando il giorno 22 marzo nell’Ufficio della Congregazione Municipale venne concordato l’atto di acquisto, da parte del Municipio di Verona, dell’appezzamento di terra dove fu poi costruito il teatro.
Venne ufficialmente inaugurato il giorno 12 settembre 1946 e ad essere messa in scena per l’occasione fu un’anteprima assoluta per la città scaligera al tempo, vale a dire l’opera di Giuseppe Verdi “Attila”.

Durante il periodo compreso tra il 1846 e il 1848 ospitò episodi irredentistici tumultuosi, cosa che ne comportò persino la chiusura forzata fino al 1849. Verso l’anno 1858 il Nuovo venne, al pari di molti altri teatri italiani, requisito dalle autorità militari, per poi riaprire soltanto il 2 gennaio del 1862 mettendo in scena “Il Trovatore”, alla presenza dell’Imperatore Francesco Giuseppe.

Situato in una zona centrale, oggi il Nuovo è forse il principale luogo di attrazione per tutti gli amanti del teatro a Verona. Uno spazio tra i più importanti dell’intera regione Veneto, tra i primi in Italia anche per numero di posti disponibili.
Adiacente alla Casa di Giulietta, gode di un accesso diretto al cortile che ospita la famosa statua di Giulietta, attraverso la sala del Foyer e la Terrazza degli Innamorati.

Nel recente passato, durante l’anno 2005, il Nuovo è stato riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali “Teatro Stabile” e dal 2015 è entrato a far parte del Teatro Stabile del Veneto. Una volta riconosciuto dunque quale teatro nazionale, la prima rappresentazione messa in scena fu lo spettacolo di Romeo e Giulietta, che venne offerto in ben 80 repliche.


A Verona, in quel turbolento tardo pomeriggio,m’ero incantato a contemplare i giochi magici del sole tra gli ombrelloni ...
20/12/2024

A Verona,
in quel turbolento tardo pomeriggio,
m’ero incantato a contemplare i giochi magici del sole tra gli ombrelloni delle erbaiole, che si riaprivano ad asciugare.

Tanta gioia m’aveva preso (oh, la mia vecchia gioia fanciulla!), che non pensavo proprio a nulla, e il cuore m’era come sospeso.

Traboccavano dalle ceste uve biondine, diafane, pallide, su peperoni lucidi gialli e su rosati velluti di pèsche;

dalle cannelle della fontana si discioglievano trecce d’argento, e una canzone di corcontento intorno intorno si dilatava.

Mio tutto l’oro che a sprazzi pioveva dal cielo ondoso temporalesco; mio quel colore e profumo fresco d’erbe bagnate, di frutti di terra!…

Ma poi che porsi, appena a sfiorare, sopra una pèsca la mano vogliosa, con una f***a dolorosa mi riprese l’antico mio male;

ché mi sovvenne una tenera mano e quella guancia delicata… Tutta la gioia m’era mancata, solo a pensare il tuo viso lontano.

(Diego Valeri, da “Poesie”, 1967)


Le 100 cose da fare a Verona:60 - Scoprire la Vostra anima segreta allo Shakespeare Interactive MuseumIl Teatro Satiro O...
19/12/2024

Le 100 cose da fare a Verona:
60 - Scoprire la Vostra anima segreta allo Shakespeare Interactive Museum

Il Teatro Satiro Off, nel quartiere Filippini, racchiude lo Shakespeare Interactive Museum (SIM): un viaggio multimediale e polisensoriale alla scoperta delle “anime” shakespeariane nascoste nel cuore e negli angoli di Verona.

Gli spazi del teatro, a cui si accede attraverso una piccola corte che è già preludio di un’aria di mistero, completamente rinnovati per la realizzazione di questo progetto innovativo, celano un’esperienza speciale di teatro immersivo alla stregua delle grandi capitali europee.
Attraverso una tecnologia all’avanguardia, in grado di trasformare gli spazi del teatro in un mondo vivo e coinvolgente e di calare il visitatore in un tempo sospeso tra passato e futuro, potrete vivere un’esperienza uditiva, visiva, fisica e interattiva, alla scoperta delle anime dei personaggi dell’opera Romeo e Giulietta.

Entrando al SIM vi troverete catapultati in una prima stanza scura, dove il suono e l’immagine renderanno vive e reali le dinamiche e aure colorate dei sette personaggi principali di Romeo e Giulietta.
L’esperienza proseguirà poi in un altro ambiente, la grande “parete delle anime”, dove potrete interagire in un cammino dinamico con le anime shakespeariane. E infine la terza stanza, la più forte, vivendo la scena finale della storia attraverso la realtà aumentata a 360° con l’uso del visore. Attraverso il racconto, un video mapping emotivo e artistico, con effetti visivi e sonori, una colonna sonona altamente coinvolgente, sarete trasportati in un mondo dove l’architettura di Verona, tra reale e onirico, si rincorre con le anime dell’opera Shakesperiana.

Lo Shakesperare Interactive Museum, più che un museo, è veramente un’esperienza da scoprire.
Tutto questo realizzato da Casa Shakespeare, con il sostegno di Fondazione Cariverona e patrocinato da Regione del Veneto, Provincia di Verona e Comune di Verona.

E Voi, avete mai visitato lo Shakespeare Interactive Museum? Se vi va, pubblicate la vostra foto e taggatemi!


Forse non tutti sanno che, una parte importante della storie e delle leggende della città di Verona, ruotano attorno ai ...
17/12/2024

Forse non tutti sanno che, una parte importante della storie e delle leggende della città di Verona, ruotano attorno ai cosiddetti “Tre Miracoli”.

Ognuno di questi tre miracoli è legato ad una storia unica e affascinante, testimonianza della ricca storia e cultura della città. Sebbene non sia possibile dimostrare la veridicità delle leggende, sono una parte importante della cultura di Verona e sono state una parte importante della sua storia fin dall’antichità.

Il primo dei tre miracoli, che voglio raccontarvi oggi, è legato alla Torre dei Lamberti.
La Torre venne costruita nel 1172 per volere della famiglia Lamberti, che successivamente venne esiliata dalla città. La costruzione iniziò nel XII secolo, e la torre fu successivamente ampliata e ristrutturata durante i secoli successivi.
Tutti sappiamo che questo luogo ci regala oggi uno dei punti panoramici più interessati e imperdibili della città, un monumento nel cuore del centro storico visitato e apprezzato dai turisti, grazie proprio al panorama a 360 gradi sulla città di cui si può godere dalla cima.

Ma la Torre dei Lamberti è stata anche sede di un evento storico, diciamo leggendario, che è entrato di diritto nei famosi “Tre” di cui sopra.

Si racconta infatti che Cangrande della Scala, uno dei più celebri e amati Signori di Verona, aveva un figlio cieco.
Un giorno, Cangrande decise di portare suo figlio sulla Torre dei Lamberti. Non si sa perchè, ma la speranza di Cangrande era che, in qualche modo, la Torre potesse “aiutare” in qualche modo il figlio. E forse, in cuor suo, sapeva già che qualcosa di straordinario sarebbe avvenuto.

E, proprio mentre il figlio era sulla torre, si racconta che udì una voce, che gli disse di guardare verso il basso.
Quando si affacciò, per guardare verso il basso, vide una luce bianca che lo abbagliava. Dopo aver guardato la luce, il figlio tornò incredibilmente a vedere.

Oltre a questo “miracolo”, ne esistono altri due, legati alla Basilica di San Zeno e al Duomo, Cattedrale di Santa Maria Matricolare.
Ma questa, è un’altra storia...


In Via Cairoli (ex Galina), sulla facciata del Palazzo della Ragione, si vedono ben quattro lapidi con la scritta “Unive...
16/12/2024

In Via Cairoli (ex Galina), sulla facciata del Palazzo della Ragione, si vedono ben quattro lapidi con la scritta “Universitatis”. Non si tratta del ricordo di un’antica Università mai esistita, ma un riferimento ad un’importante operazione finanziaria del XIV secolo.

Nel 1337 e nel 1339 Mastino II, oppresso dalle ingenti spese per la guerra, chiese un prestito ai cittadini, all’interesse annuo dell’8%, garantito dai proventi di una fattoria (campanea communis) e da altri beni di proprietà del Comune.
I cives che aderirono, prevalentemente commercianti, si costituirono in un consorzio denominato comunità dei cittadini, l’Universitas Civium.

Alla scadenza del debito, il Comune non fu in grado di restituire le somme investite e la comunità si prese in pegno proprio il Palazzo della Ragione. Le lapidi furono quindi affisse per rivendicare tale proprietà:
UNIVERSITATIS = (proprietà) della comunità (dei cittadini).

Nessuno fu mai più risarcito e la proprietà non venne alienata. La controversia col Comune si trascinò fino al 700, per opera degli eredi, finché ce ne furono.


Senza nulla togliere alle grandi catene di librerie italiane, che comunque contribuiscono a diffondere la cultura del li...
14/12/2024

Senza nulla togliere alle grandi catene di librerie italiane, che comunque contribuiscono a diffondere la cultura del libro e della lettura nel nostro paese, da sempre sono le piccole librerie indipendenti ad affascinarmi.

Una di queste, presente nella nostra città, è la Libreria del Novecento. Un luogo magico, un caveau del sapere, dove trovare libri e dischi d’antan, selezionati con cura.

Il locale è di dimensioni ridotte ma comunque
sufficiente per una discreta capienza di libri e dischi in vinile, ed il tutto è gestito “artigianalmente” con la possibilità di selezionare libri per la maggior parte fuori catalogo o di pubblicazione datata e non più ordinabili in altre librerie… con inoltre la possibilità di reperire testi di un certo Interesse ( storia, filosofia, teatro, narrativa classici latini e greci, ecc.).

L’atmosfera che si respira è da “Harry Potter”, i proprietari custodiscono una fantastica raccolta di libri preziosi, rari e selezionati. Non solo libreria ben fornita quindi, ma luogo di amichevole confronto culturale e sociale grazie ai titolari Cristiano e Giacomo.
Da mettere assolutamente nell’elenco delle cose da vedere a Verona.

Sono inoltre presenti ai seguenti mercatini dell’antiquariato:
1^ domenica del mese: Cortemaggiore (PC)
2^ domenica del mese: Vicenza, Brescia
3^ domenica del mese: Padova
4^ domenica del mese: Valeggio sul Mincio (VR)

*Indirizzo: Via Santa Maria in Chiavica, 3A, Verona.


Nella prima metà dell’Ottocento, fiorirono a Verona uno stuolo di Fondazioni religiose, dedite, in quel periodo, alle op...
13/12/2024

Nella prima metà dell’Ottocento, fiorirono a Verona uno stuolo di Fondazioni religiose, dedite, in quel periodo, alle opere assistenziali più diverse.
Figure belle di quel periodo, tutte avviate verso il riconoscimento ufficiale della loro santità, furono: Nicola Mazza, Teodora Campostrini, Leopoldina Naudet e Antonio Provolo.

Nel post di oggi, vorrei raccontarvi chi fosse don Antonio Provolo. Una figura ancora sconosciuta ai più, nonostante la rilevanza della sua opera sul piano ecclesiale, sociale e pedagogico.

Antonio Provolo nacque a Verona il 17 febbraio 1801, in una famiglia di modeste condizioni sociali; rimase orfano di padre a 15 anni, studiò prima presso i carmelitani scalzi e dopo la soppressione napoleonica degli Ordini religiosi, passò a studiare al ginnasio di S. Sebastiano.
Conobbe in quest’ultimo periodo padre Giovanni Frisoni e, su suo consiglio, entrò nel seminario vescovile per divenire sacerdote. Fu ordinato il 18 dicembre 1824, coronando così anche gli sforzi che la madre aveva fatto per mantenerlo agli studi, nonostante le ristrettezze economiche.

Durante il suo sacerdozio, escogitò per i sordomuti un nuovo metodo di insegnamento, dando loro più del solo linguaggio mimico. Era fermamente convinto della tecnica “parola con la parola”, metodo diffuso specie in Germania; essi dovevano avere la padronanza del linguaggio leggendolo dal labbro, ma anche dal mento dei loro interlocutori, con un apprendimento “vibro-tattile-visivo” della parola.
Fu un precursore della moderna musicoterapia, fece anche riusciti tentativi di insegnare ai sordomuti con il canto. Scrisse diversi trattati e manuali in merito alla sua tecnica di insegnamento.
Instancabile nella sua vocazione, forse logorato dall’eccessivo lavoro, morì il mattino del 4 novembre 1842 a soli 41 anni; dal 1930 è sepolto nella chiesa di S. Maria del Pianto a Verona.

In Città Antica, precisamente in via Enrico Noris, troviamo una casa dov’è stata posta una lapide di marmo, con incisa questa dedica:
“Antonio Provolo, prete di ammirata virtù, in questa casa istituì fra i primi in Italia, nel ottobre del 1830, una scuola per sordomuti, cui donava col canto la vita della parola”.

Una tomba? Oh no, un faro...Perchè qui giace Giulietta, e la sua bellezza illumina questa cripta di eterea luce...(Shake...
10/12/2024

Una tomba? Oh no, un faro...
Perchè qui giace Giulietta, e la sua bellezza illumina questa cripta di eterea luce...
(Shakespeare, Romeo and Juliet, Atto V, Scena III)

La tomba di Giulietta è un sarcofago in marmo rosso, vuoto e senza coperchio, all’interno della cripta sotterranea della chiesa di San Francesco al Corso, in un vecchio monastero francescano. Oggi sconsacrato, il luogo è sede del Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle.
Il complesso fu costruito nel 1230 circa e lì si riteneva che fosse vissuto Frà Lorenzo, il frate che cercò di aiutare i giovani Giulietta e Romeo nelle loro peripezie e che ne celebrò le nozze. Per qualche tempo il sarcofago fu trasformato in abbeveratoio, poiché le autorità ecclesiastiche temevano la troppa devozione che lo circondava.

E’ soprattutto durante l’Ottocento, l’epoca romantica per eccellenza, che la tomba di Giulietta diventò una meta d’obbligo per gli innamorati. Molti di loro si prendevano, purtroppo, un pezzetto del sarcofago come souvenir o piuttosto come reliquia. Nel 1815 il coperchio se lo portò a Vienna l’Arciduca d’Austria Giovanni, Maria Luisa d’Asburgo Lorena, imperatrice dei francesi, si fece una collana utilizzando dei frammenti del marmo rosso, mentre nel 1822 la Duchessa di Parma Maria Luigia si fece realizzare una parure di gioielli. Persino Lord Byron ne staccò dei frammenti, da regalare alle nipoti.

Ad un certo punto, per arrestare il degrado e il saccheggio che tanto turbarono Dickens, la tomba fu recintata e nel 1938 fu trasferita in un locale sotterraneo, dove si trova attualmente. Vi si accede da un giardino silenzioso, scendendo una scala in pietra sorvegliata dal monumento dedicato a Shakespeare.

Da qui, si entra in una piccola stanza illuminata da una finestrella, dove il tempo sembra essersi fermato.


Nei pressi di Ponte Nuovo e della chiesa di San Tomaso Becket (o di San Tomaso Cantuariense), troviamo via Santa Maria R...
09/12/2024

Nei pressi di Ponte Nuovo e della chiesa di San Tomaso Becket (o di San Tomaso Cantuariense), troviamo via Santa Maria Rocca Maggiore, caratteristica strada “nobiliare” di Veronetta con storici ed eleganti palazzi ben conservati, pregiate immagini sacre e tanti rimandi ad illustri personaggi storici.

La strada prende il nome dalla presenza della piccola chiesa di Santa Maria Rocca Maggiore, oggi sconsacrata e sottoposta ad interventi di restauro degli esterni nel 2002.
Sorta sulla sponda sinistra dell’Adige nel luogo che, un tempo, costituiva l’Isolo, fu menzionata una prima volta il 13 giugno 1185 in una breve di papa Lucio III, pontefice dal 1181 alla sua morte, sepolto nel Duomo cittadino (o Cattedrale di Santa Maria Matricolare).

Lasciandosi alle spalle piazza San Tomaso, la via presenta vari edifici dotati di imponenti ingressi ad arco, spesso arricchiti da volti e mascheroni scolpiti in rilievo.

Sulla facciata del civico 14, una targa ricorda che “In questa casa il 26 ottobre 1788 nacque Teodora nob. Campostrini, fondatrice delle Sorelle Minime della Ca**tà di Maria Addolorata Istituto Campostrini, maestra di virtù ed educatrice sapiente”.

Negli anni Ottanta, vi era lungo la via una sorta di magazzino-rivendita delle pubblicazioni di “Vita Veronese”, rivista divulgativa cittadina, fondata nel 1948 da Gino Beltramini assieme a Lanfranco Vecchiato ed a Emilio Giacometti.


Le 100 cose da fare a Verona:59 - Camminare tra Stella, banchetti e presepiVerona celebra moltissime tradizioni e, a Nat...
08/12/2024

Le 100 cose da fare a Verona:
59 - Camminare tra Stella, banchetti e presepi

Verona celebra moltissime tradizioni e, a Natale, indossa lo scintillante vestito della festa: addobbi, dolciumi, canti, danze, colori, pacchi e fiocchi, giochi artistici di luce illuminano i palazzi storici del centro.

La settimana che porta al 13 dicembre, Piazza Bra, come ogni anno, sarà letteralmente invasa dai tradizionali banchetti di Santa Lucia. Questo è il giorno più atteso dai bambini, che aspettano trepidanti che la Santa insieme al fedele Castaldo si intrufoli in casa per portare i doni ai bambini buoni e il carbone per i discoli.
Su queste bancarelle, che adornano colorate tutta la piazza, potrete trovare di tutto: dai giocattoli ai dolciumi, dalle sciarpe al nuovo set di piatti, dagli ingegnosi nuovi attrezzi da cucina, agli oli miracolosi e… qualsiasi altra cosa vi venga in mente.

Alla Gran Guardia poi, nel periodo natalizio, troverete la tradizionale Mostra dei Presepi con più di 400 presepi provenienti da tutto il mondo, molti dei quali prestati da importanti musei internazionali, altri da collezioni private, altri da piccoli artigiani creativi.

Uscendo e passeggiando un po’ vi stupirà, come sempre, la visione della Stella, quest’anno tornata la storica seppur modificata nella sua “coda”. Questa è un po’ il simbolo del Natale veronese, progettata nel 1984 dall’architetto e scenografo Rinaldo Olivieri.

Il Natale a Verona è molto sentito e la città è sempre pronta ad accogliere chi vuole passare momenti suggestivi: perdersi nei vicoli intorno alla piazza, i banchetti, i presepi, la stella, i mercatini, gli alberi di Natale, vi faranno scoprire tanti angoli nascosti.

Ricordatevi di assaggiare il famoso e storico Pandoro, dolce tipico della città, nato nel 1894 per mano del pasticcere Domenico Melegatti. Alcuni veronesi, però, preferiscono il “Nadalin”, un dolce creato alla fine del XIII secolo per festeggiare il primo Natale dopo l’investitura dei nobili Della Scala.

E Voi, avete mai visitato il Natale veronese? Se vi va, pubblicate la vostra foto e taggatemi!


“La Mandorla” è una piccola ma accogliente osteria della fine degli anni Trenta, situata a breve distanza dall’Arena. In...
07/12/2024

“La Mandorla” è una piccola ma accogliente osteria della fine degli anni Trenta, situata a breve distanza dall’Arena. Inizialmente denominata “Enoteca Zampieri”, dal 2008 con la nuova gestione cambia il proprio nome in “Osteria La Mandorla”. È sicuramente uno degli esercizi più storici della città, che ha ritrovato nuova vita grazie all’opera di due giovani gestori che lo hanno ben rinnovato, senza però rinnegarne l’antica vocazione.

Il nome del locale non è assolutamente casuale ma vuole evocare il ricordo di un noto liquore, “Il Mandorlin”, che da tradizione veniva offerto alla clientela. Il Mandorlino (in dialetto veronese “Mandorlin”) è un liquore importato dal sud d’Italia che qui divenne particolarmente, e che ancora oggi è servito a chi desidera assaggiarlo.
Il locale offre inoltre aperitivi e stuzzichini, accompagnati da una vasta scelta di vini locali.

La struttura dell’osteria presenta elementi di grande importanza storica, come la vetrina originaria di color rosso arancio, l’insegna in lamiera verniciata a mano che riporta la dicitura “VINI E LIQUORI” a caratteri bianchi su sfondo rosso, la lampada a braccio, la scritta luminosa “VINI” (risalente alla fine degli anni Cinquanta) e le vecchie tabelle merceologiche situate all’interno del locale.
*Indirizzo: Via Alberto Mario, 23, Verona.


Una bella iniziativa natalizia si sta svolgendo tutte le sere, dal 1 al 24 Dicembre 2024, in Piazza dei Signori.La propo...
05/12/2024

Una bella iniziativa natalizia si sta svolgendo tutte le sere, dal 1 al 24 Dicembre 2024, in Piazza dei Signori.
La proposta è nata dagli esercenti localizzati nella nota piazza cittadina, ossia Stefania Olivieri (titolare di Lords of Verona), Michael Cortelletti (titolare di Trattoria e Pizzeria Impero) e Dario Tommasi (titolare del Caffè Dante), con il patrocinio del Comune di Verona e il supporto del Conservatorio cittadino.

In queste serate, alle ore 19, Verona viene illuminata di magia con il “Calendario dell’Avvento”. Immagini suggestive e suoni natalizi animano la facciata della Casa della Pietà, trasformandola in una gigantesca tela dove proiettare giochi luminosi e musicali. Immagini emozionali dinamiche accompagnate da un sottofondo musicale, con una voce narrante che introdurrà vari artisti prendendo spunto da una parola, ogni giorno diversa, da cui trarre una riflessione. Infatti, a rendere ancor più magico il momento ci penserà la performance artistica successiva, di circa 20 minuti, prendendo vita quando una delle 24 finestre si apre, introducendo giovani musicisti del Conservatorio o talenti locali.

L’evento si svolge grazie a dei proiettori posizionati nella trattoria-pizzeria di fronte il palazzo, L’Altro Impero, creando un video-mapping con immagini in movimento accompagnate da musica e narrazioni. La produzione è a cura di Studioventisette, una squadra di veri professionisti che sono riusciti a creare questa esperienza immersiva.
Uno spettacolo totalmente gratuito e imperdibile, che nasce dalla voglia di reinterpretare la tradizione del calendario dell’Avvento, amato dai bambini ma con un significato che incanta persone di tutte le età.

Grazie Verona per questo omaggio, mi auguro veramente che questa iniziativa possa diventare un appuntamento caro a tutti. D’altronde, il magico periodo delle festività è iniziato, sarebbe bello che la magia del Natale avvolgesse tutti noi.


Palazzo Beccherle si trova sull’antica “Via dei Brentari”, oggi Stradone San Fermo, in una zona della Città Antica a rid...
03/12/2024

Palazzo Beccherle si trova sull’antica “Via dei Brentari”, oggi Stradone San Fermo, in una zona della Città Antica a ridosso della cortina di fortificazione romana (a margine di via Leoncino).

L’area è stata coinvolta dall’urbanizzazione cittadina sin dall’epoca alto medioevale, probabilmente legata alla fondazione e alla presenza del convento Benedettino, e poi Francescano, di San Fermo.

Questo Palazzo, storicamente, fu dei Palmarini, degli Sparavieri, dei Tedeschi, dei Goldschmiedt ed infine dei Beccherle. Viene citato dal Da Persico, dallo Zannandreis, dal Simeoni, dal Tommasoli e dal Chiarelli.
Tutti ne hanno citato e ricordato l’Autore, che fu propro quel Giuseppe Barbieri, tra i massimi esponenti del tardo neoclassicismo veronese, ingegnere municipale noto ai più per aver dato il suo nome al Municipio, da lui progettato.
La Biblioteca Comunale di Verona conserva i disegni del palazzo, realizzato in stile neoclassico nel 1818.

Chi fossero i Palmarini, che incaricarono il Barbieri di realizzare questo progetto per la loro casa, non è dato saperlo.
Sappiamo però che già nel Settecento, lungo le principali vie del centro, compaiono accanto alle dimore di insigniti nobili le residenze altrettanto e forse più prestigiose di quella borghesia destinata a rappresentare, sempre più, il fulcro dell’economia e della cultura veronese.


“Stasera, si fa festa al Tiratardi.” Il celebre locale, situato di fronte al sottopasso che da via Campo Marzo da l’acce...
02/12/2024

“Stasera, si fa festa al Tiratardi.”

Il celebre locale, situato di fronte al sottopasso che da via Campo Marzo da l’accesso a Porto San Pancrazio, ha festeggiato quest’anno i suoi trent’anni di attività.
Franco Pizzeghella, infatti, inizio l’avventura dietro al bancone del Tiratardi il 20 Gennaio del 1994. Da barista, in un locale di Piazza Bra, decise di spostarsi in una zona più decentrata e “mettersi in proprio” con l’allora socio Moreno.

Inizialmente l’attività era puntata sul “disco bar”, che al tempo andavano già di moda. E, da appassionato di viaggi, aveva allestito pure una piccola libreria con guide e mappe dei vari luoghi da lui visitati.

Il boom arrivò poco dopo, con una geniale intuizione.
Dopo qualche tempo, infatti, vennero lanciati i giochi di società. Uno dei primissimi locali, soprattutto a Verona, a puntare su questo tipo di intrattenimento.
E, il successo fu immediato.

La particolarità del posto, infatti, è proprio il libero accesso a una serie di giochi in scatola, da Risiko a Cluedo fino a Monopoli e molti altri, che ha favorito l’assidua frequentazione di un gruppo di giovani che, da un anno a questa parte, ogni venerdì si ritrova per sfidarsi in prove e quiz. Partendo dai classici come Dixit o Ticket to ride, passando per i party game come Cartographer o Saboteur... aggiornandosi pure sempre nelle ultime uscite come Parks o Mycelia.
La comitiva di amici è sempre sul pezzo, per provare le novità offerte dal mercato.. ed è sempre disponibile ad accogliere nuovi amici.

Oltre alla zona bar, poi, dal 2016 il Tiratardi è attrezzato pure con una cucina, per offrire pause pranzo e cene informali, con prodotti di qualità. Cose semplici, ma ben fatte.
Disponibile anche un comodo plateatico, con grandi tavoli attorniati da calciobalilla e biliardini. E non mancano i camerieri scherzosi, sempre pronti a dispensar sorrisi.
*Indirizzo: Via Sebastiano dal Vino, 4, Verona.


Palazzo Pompei Lavezzola, sede del Museo civico di Storia Naturale di Verona, è uno degli edifici più importanti dal pun...
30/11/2024

Palazzo Pompei Lavezzola, sede del Museo civico di Storia Naturale di Verona, è uno degli edifici più importanti dal punto di vista storico e architettonico della città.

Commissionato dalla ricca famiglia Lavezzola tra gli anni 1530 e 1550 al geniale architetto Michele Sanmicheli, divenne successivamente proprietà della famiglia Pompei e nel 1833 il conte Alessandro Pompei lo donò al Comune di Verona per accogliere esposizioni, raccolte d'arte e collezioni scientifiche di notevole prestigio e importanza della città.
All'epoca, l'Amministrazione comunale acquistò anche l'edificio che lo fiancheggia, appartenente ai marchesi Carlotti.

Alessandro Pompei era il più illustre componente della sua casata e tra i massimi studiosi dell'architettura neoclassica in ambito veronese, autore dei porticati del museo lapidario maffeiano e della dogana di San Fermo. Fu pure l'autore di due grandi tavole contenenti pietre e marmi del territorio veronese accuratamente classificati, che andarono ad arricchire il palazzo, poi andate disperse.

Prima di diventare sede del Museo di Storia Naturale, il palazzo ospitava già una collezione d'arte, di proprietà degli ultimi esponenti dei Pompei. Vi era una rara raccolta di stampe di illustri incisori, con un bel dipinto di Albrecht Dürer, oltre a numerose opere d'arte che, a seguito di un radicale restauro nel 1925, furono trasferite a Castelvecchio, lasciando a Palazzo Pompei le collezioni di preistoria e storia naturale.


Nei pressi di Via Sottoriva all’angolo con Vicolo Gatto, in questa splendida zona della Città Antica, troviamo lo storic...
29/11/2024

Nei pressi di Via Sottoriva all’angolo con Vicolo Gatto, in questa splendida zona della Città Antica, troviamo lo storico locale “Osteria al Carroarmato”.

Ospitato in un palazzo del 1300 a due passi da Sant’Anastasia, al tempo ricovero per chi doveva avere un incontro col Signorotto, mantiene dell’epoca i portoni di accesso dei cavalli, che sono dietro il bancone, e la cantina praticamente immutata.
All’entrata in Vicolo Gatto, ad accoglierci, la splendida insegna in ferro battuto.

Fondato negli anni ‘20, in origine da un ex militare carrista (e da qui, il nome), divenne celebre nei primissimi anni del dopoguerra grazie all’organizzazione di varie serate, danzanti e con canti di gruppo. Addirittura si racconta che, il menu dell’epoca, offriva vari piatti con nomi ispirati a temi militareschi.

L’ambiente, oggi, è arredato in stile primi del ‘900 con grandi tavoli e cattedre in legno massiccio, contando circa 70 coperti disposti sul salone col pavimento in stile palladiano, con finestrelle a due file sovrapposte e travi a vista.
Propone una cucina tipica casalinga, con piatti come la pasta e fagioli, il risotto o tortelli alla zucca, e la trippa alla parmigiana. Si possono gustare anche tanti vini e salumi.
Famosa è la loro cantina “naturale”, come dicevo immutata nel corso degli anni, mai calda d’estate e fredda d’inverno, dove vengono conservati ottimi vini del territorio e non.

Un posto semplice dai sapori veramente favolosi, veri e familiari, dove si respira aria di buona convivialità. Prezzi onestissimi, per essere in centro città.
*Indirizzo: Vicolo Gatto, 2/A, Verona.


Le 100 cose da fare a Verona:58 - Cercare oggetti, dalla storia unica, a Verona AntiquariaQuando parliamo di oggetti d’a...
27/11/2024

Le 100 cose da fare a Verona:
58 - Cercare oggetti, dalla storia unica, a Verona Antiquaria

Quando parliamo di oggetti d’antiquariato, ci riferiamo a tutti quegli oggetti che rivestono una particolare importanza nel settore artistico, storico e culturale di un’epoca. Parlare di oggetto antiquario significa parlare di libri, opere d’arte, quadri e sculture che richiamano un preciso periodo storico: è per questo che la parola antiquariato intende riferirsi a tutto ciò che può essere definito come un pezzo da collezione.

A Verona, per rendersi conto del numero di appassionati, basta fare un giro al mercato che si svolge in Piazza San Zeno, ogni prima domenica del mese. Si chiama Verona Antiquaria, e si svolge dall’alba al tramonto.
Qui, quasi trecento espositori dei settori dell’antiquariato, del collezionismo e del vintage, animano la piazza della Basilica e tutte le altre piazze minori, le stradine e i vicoli del quartiere del Baccanale carnevalesco.

Tra le bancarelle, potrete trovare veramente di tutto. Ci sono sedie e mobili, fumetti, dischi, abiti, oggetti nerd anni 80 e qualsiasi cosa possiate immaginare. Un banco espone scatole di latta e cartone, alcune degli anni Quaranta, altre ancora più vecchie. Potrete venir attratti da un banco singolare, in via Piazza Pozza, che espone fonografi e macchine fotografiche a soffietto in mezzo ad alcuni carillon. Poco distante, un classico in piazza Corrubio: i fumetti, con Linus e Snoopy in bella evidenza. Non mancano i capi di abbigliamento, con gli accessori e le borse vintage.

Ma non si tratta di un mero mercato, Verona Antiquaria è molto di più. Il quartiere prende veramente vita, con nuovi suoni e nuovi colori ogni volta.
E cosi, ogni prima domenica del mese, il quartiere di San Zeno cambia volto con un tema e una proposta gastronomica diversa, oltre ad eventi collaterali tematici.

E Voi, avete mai visitato Verona Antiquaria? Se vi va, pubblicate la vostra foto e taggatemi!


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