27/01/2025
Mi trovo in Piazza Isolo a Veronetta, luogo che deve il suo nome dall’isola fluviale qui anticamente situata, al tempo formata da due rami del fiume Adige. La zona, un tempo abitata da commercianti e artigiani, ha vissuto periodi di abbandono prima di essere oggetto di riqualificazione urbana negli anni ‘90.
Proprio qui, al centro della piazza, troviamo “Lo Spino” che grazie al suo profondo significato di rinascita, è diventato uno dei simboli di questo cambiamento.
Realizzata dall’artista Pino Castagna, scultore di fama internazionale e veronese d’adozione, classe 1932 originario della provincia di Vicenza (Castelgomberto), l’opera è stata collocata nel Gennaio del 2009 su un basamento di pietre nere dall’architetto Giovanni Cenna. Il progetto nacque grazie alla volontà di un comitato di cittadini veronesi, promosso dal medico Dario Basevi, cavaliere della Repubblica, e presieduto da Renzo Zorzi.
Opera d’arte contemporanea, alta circa 9 metri, la forma richiama un grosso “spino” o spina vegetale, con una struttura filiforme e appuntita che sembra emergere dal terreno. Il materiale ossidato ne conferisce un aspetto naturale e allo stesso tempo industriale. Estremamente profondo e importante è il significato dell’opera, che lancia ogni giorno un grido all’umanità affinchè il dramma dell’Olocausto non sia mai dimenticato: in occasione delle celebrazioni cittadine per il giorno della memoria, volute dall’Amministrazione comunale, ogni anno qui si rinnova il richiamo alla meditazione su ciò che accadde nei lager nazisti.
FInanziato grazie al prezioso contributo della Fondazione Banco Popolare di Verona e Fondazione Cariverona, in collaborazione con l’Istituto veronese per la storia della resistenza e dell’età contemporanea e la Società Letteraria di Verona, lo Spino permette alle vittime della Shoah di parlare alla coscienza dell’uomo contemporaneo, grazie a questo imponente “nodo” ingigantito di filo spinato nero che sembra uscire dal terreno, spiccando così nel biancore dell’Isolo. Sperando sia un monito imperituro, per le coscienze presenti e future.
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