Il mio viaggio a Verona

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Il mio viaggio a Verona Viaggia con me alla scoperta di Verona,
la celebre città di Giulietta & Romeo. IG:

Ippolito Pindemonte fu un poeta, traduttore e letterato veronese, considerato una delle figure più importanti della lett...
11/02/2025

Ippolito Pindemonte fu un poeta, traduttore e letterato veronese, considerato una delle figure più importanti della letteratura italiana tra il Settecento e l’Ottocento.

Nato a Verona nel 1753, in una famiglia aristocratica, Pindemonte ricevette un’educazione classica ed intraprese viaggi in Europa, entrando in contatto con le correnti culturali del tempo, tra cui l’Illuminismo e il Preromanticismo. Trascorse tuttavia gran parte della sua vita a Verona, dove fu una figura di spicco nella vita intellettuale cittadina. Si dedicò alla letteratura, alla politica e alla filosofia, manifestando nelle sue opere una visione malinconica del mondo, influenzata dagli eventi storici della sua epoca.

Amico di Alfieri e di Foscolo, quest’ultimo conosciuto nella primavera del 1806 quando, reduce dalla Francia, trascorse un lungo periodo a Venezia. Il tramite tra i due fu l’amica comune Isabella Teotochi Albrizzi, che spesso ospitava lo scrittore veronese nel suo salotto veneziano.
Nel 1805 Pindemonte aveva iniziato a tradurre l’Odissea, e il problema della traduzione di Omero divenne un argomento di discussione tra i due scrittori.
Ma il nome di Pindemonte è legato soprattutto alla scrittura del carme Dei sepolcri, a lui dedicato; l’idea di scrivere un poema di argomento sepolcrale era nata in Foscolo proprio dalle conversazioni con Isabella Teotochi Albrizzi e con l’amico veronese che, nello stesso periodo, stava lavorando a un poema sui Cimiteri.

Questa circostanza suggerì il sospetto di un plagio da parte di Foscolo, che avrebbe spinto l’amico a occuparsi della traduzione dell’Odissea per poter presentare il suo poema sui Sepolcri. Fu però lo stesso Pindemonte a scagionarlo da ogni accusa, affermando in una lettera di aver interrotto il suo lavoro sui Cimiteri quando fu pubblicata l’opera di Foscolo.

Morì a Verona nel 1828, ed è oggi ricordato come uno dei più grandi poeti veronesi.
In Via Leoni, nella casa in cui morì, è presente una targa a ricordarlo, che cita:

“Ippolito Pindemonte poeta mesto
e gentile a 18 Novembre 1828
finì tra queste mura la vita che
Foscolo disse virilmente modesta.”


La storia del Caffè Martel è una storia d’amore.Tanti lo ricordano come Pasticceria Povia, appartenuta e gestita dalla s...
09/02/2025

La storia del Caffè Martel è una storia d’amore.

Tanti lo ricordano come Pasticceria Povia, appartenuta e gestita dalla stessa famiglia per 50 anni. In tutto questo tempo lo hanno visitato tante persone, molti turisti, ma, soprattutto, tanti concittadini che, ancora oggi, ripassando di qua ricordano…
Ricordano le fila di persone in attesa di mangiare le loro prelibatezze, il rifugio sicuro per quanti marinavano la scuola, gli amici che qui si davano appuntamento, le merende dopo le “vasche” in centro, gli spuntini prima di entrare in Arena, gli appuntamenti stagionali con le loro specialità.

Ricordano le stesse facce, la famiglia che si alternava al banco con gli stessi sorrisi che per cinque decenni li hanno rifocillati, serviti… amati.
Ricordano gli stessi banchi, i tavolini… in una parola: la tradizione, perché se c’è un luogo che si può vantare di essere stato una “tradizione” di Verona, questo era la Pasticceria Povia.

Oggi è sempre l’amore che circonda, come un alone magico, questi locali.
La volontà di mantenere un luogo “sacro” per Verona e per quanti lo ricordano, la voglia di scommettere sul futuro mantenendo tutto quello che di bello è stato lasciato da coloro che vi erano prima. La voglia di aggiornare ma non stravolgere, la necessità di rinnovare con il rispetto imposto dalla conoscenza delle persone che qui hanno passato non una, ma due vite.
Sempre con la stessa passione, la stessa ferrea volontà, lo stesso amore.

La famiglia Povia aveva aperto questo locale nel 1968 e, pur mantenendosi al passo con i tempi, le attrezzature originali, la disposizione stessa dei locali e gli impianti esistenti necessitavano di una ristrutturazione.
Ma le persone che ci lavoravano sono rimaste e, ancora oggi, potrete ritrovare Francesca e Alexandra dietro al banco, Ilaria e Emiliano alla produzione di dolci e panzerotti preparati ancora con le ricette originali tramandate nei decenni e portate a Verona dai Signori Povia dalla loro Puglia; affiancati da Martina che ha la responsabilità del laboratorio e Andrea, Chef che gestisce la cucina.
Quindi: panzerotti da tradizione... assolutamente si! E tutto il resto, che un ottimo Cafè può offrire.


Palazzo Orti Manara è un elegante edificio situato a Verona, lungo Stradone Porta Palio. Un esempio di come il patrimoni...
08/02/2025

Palazzo Orti Manara è un elegante edificio situato a Verona, lungo Stradone Porta Palio. Un esempio di come il patrimonio storico possa essere valorizzato e integrato nella vita moderna, mantenendo il suo fascino originale e diventando un punto di riferimento culturale e turistico per la città.

Fu progettato dall’architetto Luigi Trezza nel XVIII secolo per la famiglia Orti Manara, al tempo una delle più influenti della città. La famiglia era nota per il suo mecenatismo e per il contributo alla vita culturale della città.

Il palazzo è un esempio significativo del neoclassicismo veronese e rappresenta forse una delle opere più raffinate di Trezza. La facciata è imponente e segue i canoni del neoclassicismo con colonne, timpani e decorazioni simmetriche. Si caratterizza per la presenza di cariatidi, statue in pietra, scolpite nel XVIII secolo dagli scultori Francesco Zoppi e Angelo Sartori.

Oggi la struttura non è solo un bene architettonico di grande valore, ma è anche un importante polo culturale per Verona. Ospita eventi artistici, concerti e mostre, contribuendo alla scena culturale cittadina. Inoltre, alcune parti della struttura sono state adibite a residenze di lusso, con appartamenti arredati in stile moderno ma rispettosi della storicità del luogo.

Nel novembre 2019, Palazzo Orti Manara ha ospitato il Festival della Scienza, inaugurato dall’astronauta e astrofisico Umberto Guidoni, noto per essere stato il primo europeo a visitare la Stazione Spaziale Internazionale. Durante l’evento, Guidoni ha tenuto una conferenza e partecipato all’apertura della mostra “La Luna. E poi? 50 anni dall’allunaggio: storie e prospettive dell’esplorazione spaziale”.


Le 100 cose da fare a Verona:63 - Madonna VeronaA fianco della Chiesa di Sant’Anastasia troverete un vicoletto, dove com...
06/02/2025

Le 100 cose da fare a Verona:
63 - Madonna Verona

A fianco della Chiesa di Sant’Anastasia troverete un vicoletto, dove compare una scritta rosa al neon: Madonna Verona. Un luogo iconico, fondato da Maria Luigia Vassanelli, conosciuta come “Luisa”, una pioniera dell’imprenditoria femminile a Verona.

Possiamo forse definirlo un piano bar “fuori dal coro”, con il suo fascino d’altri tempi e le leggende di piazza che lo circondano. Deve il nome proprio alla sua fondatrice, soprannominata appunto “Madonna Verona” poichè, per molti anni, si impegnò a rappresentare l’omonima maschera carnevalesca durante il celebre carnevale veronese.

Chiacchiere urbane alimentano le curiose leggende riguardanti le origini di questo edificio: si dice che un tempo fosse stata una casa del piacere, ma la più plausibile parla di un ex deposito edile ristrutturato e rinnovato ad hoc. Si dice addirittura che, attraverso la sua cantina, si possa entrare in un cunicolo che porta fino all’Adige… o che addirittura ci passi sotto per sbucare a Castel San Pietro.

Lasciarsi avvolgere dall’atmosfera mistica di questo salotto è l’unico modo per entrare pienamente nello spirito del Madonna Verona. Potrete gustare un buon prosecco o un cocktail, concedendovi un ritorno al passato in un angolo di città tra vicoli e storie notturne. Di recente poi, il locale si è rinnovato con l’offerta, aggiungendo un nuovo menu e proponendo piatti della tradizione veronese.

Tantissimi personaggi famosi hanno varcato la porta di questo locale.. se avete la fortuna di trovar Luisa seduta ad un tavolo, qualche sera, vi potrà raccontare tantissimi aneddoti legati alle celebrità passate e alle vicissitudini qui accadute. Un luogo che non ha mai seguito trend di alcun genere, ma ne ha creato uno da sé.

Quando il resto dei locali chiude i battenti e se ne va a dormire, Madonna Verona è lì ad attendervi: un brindisi in più alla buona compagnia e ai luoghi come questo, che fanno di Verona una città tutta da scoprire.
*Indirizzo: Via Don Bassi, 4, Verona.

E Voi, siete mai stati al Madonna Verona? Se vi va, pubblicate la vostra foto e taggatemi!


Verona è un poema di pietra e acqua, dove l’Adige racconta storie d’amore sospirate e le torri antiche sorvegliano silen...
05/02/2025

Verona è un poema di pietra e acqua, dove l’Adige racconta storie d’amore sospirate e le torri antiche sorvegliano silenziose i segreti dei secoli.

È una città che accoglie il passo del viandante con la grazia di un anfiteatro millenario e la promessa di un balcone innamorato, dove ogni piazza è un verso di poesia ed ogni strada è una strofa di storia.
Qui, in mezzo ai palazzi scaligeri e ai giardini segreti, il tempo si ferma e l’anima ritrova la dolcezza del romanticismo eterno.

Tra i suoi vicoli, il passato non è mai troppo lontano e il futuro sembra avere la pazienza dell’eterno, come se ogni alba ed ogni tramonto fossero stati dipinti per ricordarci che la bellezza esiste, ma solo per chi sa fermarsi a contemplarla.

(Il Mio Viaggio a Verona, 2025)


Oggi, un bicchiere di buon Valpolicella superiore in compagnia di Johann Matthias von der Schulenburg, feldmaresciallo e...
04/02/2025

Oggi, un bicchiere di buon Valpolicella superiore in compagnia di Johann Matthias von der Schulenburg, feldmaresciallo e conte tedesco al servizio degli eserciti dei Savoia, della Sassonia e della Repubblica di Venezia. Ricordato anche come gran collezionista e mecenate di numerosi artisti veneziani.

Schulenburg nacque in Sassonia e iniziò la sua carriera militare al servizio di vari eserciti europei, tra cui quello del Sacro Romano Impero. Partecipò alla Guerra della Grande Alleanza e alla Guerra di Successione Sp****la, dimostrando grandi capacità strategiche.

Nel 1715, Schulenburg entrò al servizio della Repubblica di Venezia, che lo incaricò di difendere i suoi possedimenti in Grecia dall’avanzata ottomana. Il suo momento di gloria arrivò nel 1716, quando l’esercito ottomano assediò Corfù con un’enorme forza di circa 30.000 uomini.
Nonostante l’inferiorità numerica, Schulenburg riuscì a organizzare una resistenza eroica. Dopo settimane di combattimenti e grazie anche a una violenta tempesta che colpì il campo ottomano, gli invasori furono costretti a ritirarsi. Questa vittoria consolidò il dominio veneziano su Corfù e rafforzò la reputazione del comandante tedesco.

A Verona, dove morì, svolse il ruolo di governatore militare.
La statua a Lui dedicata, che troviamo nel Cortile del Tribunale e che rimase a lungo senza iscrizione, risale al Settecento.
Il monumento, nel suo complesso, è opera dell’architetto Raffaele Bonente ed è stato inaugurato nel 2003.
Vi troviamo la seguente citazione, sia in italiano che in tedesco:

A J. Matthias von der Schulenburg, (1661-1747), raffigurato in questa statua settecentesca, feldmaresciallo della Serenissima, eroico difensore di Corfù dai Turchi (1716), poi governatore militare di Verona, rendeva omaggio Werner von der Schulenburg (1881-1958), letterato tedesco innamorato dell’Italia e di Verona, che con agile penna rievocò le gesta dell’antenato.
Verona, 18 ottobre 2003.


Yard Restaurant è il primo ristorante metropolitano di Verona, che da subito ha suscitato l’interesse del pubblico e dei...
02/02/2025

Yard Restaurant è il primo ristorante metropolitano di Verona, che da subito ha suscitato l’interesse del pubblico e dei critici del settore tanto da guadagnarsi, in breve tempo, nomination sulla Guida Michelin e su Gambero Rosso, oltre ad essere eletto tra i dieci migliori ristoranti d’Italia secondo la rivista Living del Corriere della Sera.

Arredato in stile loft newyorkese, tra piante verdi che richiamano i colori di sedie e divani e un sottofondo di musica jazz, offre delle vibes eclettiche tipiche delle metropoli europee e americane.
Il nome prende spunto da backyard, ovvero il cortiletto, il giardino dietro casa tipico delle società anglosassoni. Un richiamo ad un ambiente familiare e rilassato, in uno spaccato internazionale.

Pochi giorni fa è stata inaugurata la serata a tema denominata Tuna Fight Club, dove un freschissimo tonno da 50 kg viene preparato e servito davanti ai vostri occhi in diversi modi, uno più buono dell’altro. Tartare, uramaki al tartufo, nigiri con caviale, tonno scottato in crosta (il mio preferito) e tanti altri. Senza dimenticare il gran finale, con il buffet dei dolci.

Un vero successo di pubblico e critica che verrà riproposta dal ristorante, già tra pochi giorni, il 26 Febbraio. Non sarà un evento a scadenza regolare, se siete interessati approfittatene per prenotare.
*Indirizzo: Corso Cavour, 17/A, Verona.


Nel cuore di Verona, lungo Corso Cavour, si erge Palazzo Balladoro, un’elegante dimora storica che racconta secoli di st...
30/01/2025

Nel cuore di Verona, lungo Corso Cavour, si erge Palazzo Balladoro, un’elegante dimora storica che racconta secoli di storia e raffinatezza architettonica. Questo palazzo è un simbolo della nobiltà veronese e delle trasformazioni artistiche che hanno caratterizzato la città nel tempo.

La storia del Palazzo è legata alla prestigiosa famiglia Balladoro, influente nella vita politica ed economica della città. Originari di Verona, i Balladoro fecero fortuna grazie all’industria della seta, sviluppatasi nel XVII secolo.
Nel 1738, il Senato Veneto conferì loro il titolo di “Conti”, e successivamente il palazzo fu ricostruito su progetto dell’architetto Luigi Trezza. La facciata presenta linee classicheggianti, con un portale d’ingresso ad arco e parete a bugnato, mentre al piano nobile si trova una balconata che ricorda lo stile del Sanmicheli.

All’interno, il Salone d’Onore è decorato con affreschi realizzati nel 1780 da Pio Piatti, allievo del Cignaroli, in collaborazione con Carlo Ederle per le quadrature. Questi affreschi sono stati oggetto di un recente restauro conservativo, volto a risanare e preservare le opere originali. Qui, il soggetto del soffitto è “Le virtù cacciano il vizio”, mentre sulle pareti sono presenti architetture e statue a monocromo.

La famiglia Balladoro ha lasciato un’impronta significativa nella storia veronese. Tra i membri illustri, il Conte Arrigo Balladoro (1872-1927) si distinse come folklorista, dedicando i suoi studi alla raccolta e all’analisi delle tradizioni popolari locali. Oggi, Palazzo Balladoro ospita la filiale veronese della Banca Passadore & C.

Durante eventi culturali, come le Giornate FAI di Primavera, il palazzo apre le sue porte al pubblico offrendo l’opportunità di ammirare le sue bellezze artistiche e architettoniche.

L’illustre famiglia possedeva anche Villa Balladoro a Povegliano Veronese, una residenza settecentesca caratterizzata da un complesso a forma di ferro di cavallo, con un giardino anteriore e un vasto parco sul retro. Attualmente, la villa ospita un museo archeologico, l’archivio storico Balladoro e la biblioteca comunale di Povegliano.
*Indirizzo: Corso Cavour, 41, Verona.


Il Ponte del Risorgimento di Verona è un’opera significativa sia dal punto di vista storico che ingegneristico. Progetta...
29/01/2025

Il Ponte del Risorgimento di Verona è un’opera significativa sia dal punto di vista storico che ingegneristico. Progettato dall’illustre ingegnere Pier Luigi Nervi, il ponte fu costruito tra il 1967 e il 1968 per celebrare il centenario dell’Unità d’Italia. Esso collega i quartieri di Borgo Trento e San Zeno, attraversando il fiume Adige nelle vicinanze della medievale Torre della Catena. 

La struttura si distingue per il suo design innovativo: una trave continua in calcestruzzo armato con tre campate, di cui la centrale misura 62 metri e le due laterali 34,5 metri ciascuna. La sezione della trave varia lungo la sua lunghezza, passando da una forma trapezoidale agli appoggi a una trapezoidale capovolta in campata. Questa variazione conferisce alle pareti laterali una superficie a doppia curvatura, nota come paraboloide iperbolico, una caratteristica ricorrente nelle opere di Nervi. 

Le pile del ponte, rivestite in pietra locale, sono sagomate come rostri per contrastare efficacemente l’azione delle piene del fiume. La sede stradale comprende quattro corsie, due marciapiedi e uno spartitraffico centrale di 80 cm. 

L’inaugurazione del ponte avvenne il 5 maggio 1968, con una cerimonia che vide la partecipazione di numerosi cittadini, il passaggio dei bersaglieri e uno spettacolo pirotecnico serale. 

Il Ponte del Risorgimento rappresenta un esempio emblematico dell’abilità di Nervi nel coniugare funzionalità strutturale ed estetica, contribuendo al patrimonio architettonico di Verona.


Mi trovo in Piazza Isolo a Veronetta, luogo che deve il suo nome dall’isola fluviale qui anticamente situata, al tempo f...
27/01/2025

Mi trovo in Piazza Isolo a Veronetta, luogo che deve il suo nome dall’isola fluviale qui anticamente situata, al tempo formata da due rami del fiume Adige. La zona, un tempo abitata da commercianti e artigiani, ha vissuto periodi di abbandono prima di essere oggetto di riqualificazione urbana negli anni ‘90.
Proprio qui, al centro della piazza, troviamo “Lo Spino” che grazie al suo profondo significato di rinascita, è diventato uno dei simboli di questo cambiamento.

Realizzata dall’artista Pino Castagna, scultore di fama internazionale e veronese d’adozione, classe 1932 originario della provincia di Vicenza (Castelgomberto), l’opera è stata collocata nel Gennaio del 2009 su un basamento di pietre nere dall’architetto Giovanni Cenna. Il progetto nacque grazie alla volontà di un comitato di cittadini veronesi, promosso dal medico Dario Basevi, cavaliere della Repubblica, e presieduto da Renzo Zorzi.

Opera d’arte contemporanea, alta circa 9 metri, la forma richiama un grosso “spino” o spina vegetale, con una struttura filiforme e appuntita che sembra emergere dal terreno. Il materiale ossidato ne conferisce un aspetto naturale e allo stesso tempo industriale. Estremamente profondo e importante è il significato dell’opera, che lancia ogni giorno un grido all’umanità affinchè il dramma dell’Olocausto non sia mai dimenticato: in occasione delle celebrazioni cittadine per il giorno della memoria, volute dall’Amministrazione comunale, ogni anno qui si rinnova il richiamo alla meditazione su ciò che accadde nei lager nazisti.

FInanziato grazie al prezioso contributo della Fondazione Banco Popolare di Verona e Fondazione Cariverona, in collaborazione con l’Istituto veronese per la storia della resistenza e dell’età contemporanea e la Società Letteraria di Verona, lo Spino permette alle vittime della Shoah di parlare alla coscienza dell’uomo contemporaneo, grazie a questo imponente “nodo” ingigantito di filo spinato nero che sembra uscire dal terreno, spiccando così nel biancore dell’Isolo. Sperando sia un monito imperituro, per le coscienze presenti e future.


Il Museo del Carnevale di Verona, intitolato a Luigi D’Agostino, conosciuto come “Ginetto,” rappresenta il cuore della t...
26/01/2025

Il Museo del Carnevale di Verona, intitolato a Luigi D’Agostino, conosciuto come “Ginetto,” rappresenta il cuore della tradizione carnevalesca veronese. Il Carnevale di Verona, tra i più antichi d’Italia, ha radici che risalgono al 1500 e celebra il suo simbolo principale: il Papà del Gnoco. Il museo vuole preservare e raccontare la ricca storia di questa tradizione, conosciuta a Verona come “Bacanal del Gnoco”.

Il museo non si limita a esporre oggetti del passato, ma offre un’esperienza immersiva. Tra le sue sale, si trovano antichi carri allegorici in miniatura, costumi tradizionali, manufatti e maschere tipiche che raccontano l’evoluzione artistica e sociale del Carnevale nel corso dei secoli. Video interattivi e foto d’epoca narrano le sfilate, i giochi e le storie che per secoli hanno animato le vie di Verona, offrendo una panoramica approfondita delle tradizioni e dei rituali associati a questa celebrazione.

Un altro aspetto interessante è il collegamento tra il Carnevale e la gastronomia. Oltre agli gnocchi, nel museo si approfondiscono le tradizioni culinarie legate a questa festa, sottolineando il ruolo del cibo come elemento unificante delle comunità.

Inoltre, vengono organizzati laboratori per bambini e adulti, durante i quali si può imparare a realizzare maschere artigianali o a decorare costumi. È un luogo vivo, dove la tradizione incontra la creatività, e offre un modo autentico per scoprire l’anima festosa e accogliente di Verona. Il Museo non serve solamente a conservare la memoria storica della manifestazione, ma funge anche da centro culturale, ospitando eventi e mostre temporanee per coinvolgere la comunità e i visitatori nella tradizione carnevalesca veronese.
*Indirizzo: Via San Procolo, 10, Verona.


Il Duomo di Verona, noto ufficialmente come Cattedrale di Santa Maria Assunta ma conosciuto anche come Cattedrale di San...
24/01/2025

Il Duomo di Verona, noto ufficialmente come Cattedrale di Santa Maria Assunta ma conosciuto anche come Cattedrale di Santa Maria Matricolare (dal nome dell’antica chiesa), è uno dei tesori più preziosi della città. La sua storia inizia nel IV secolo, quando sulla medesima area venne costruita una basilica paleocristiana. Quest’ultima, però, venne distrutta da un terremoto nel VI secolo, e successivamente ricostruita.
Ma fu il devastante terremoto del 1117 a cambiare per sempre la fisionomia dell’edificio, dando il via alla costruzione di una nuova cattedrale in stile romanico, che oggi rappresenta una delle opere architettoniche più significative di Verona.

Una delle particolarità più affascinanti del Duomo è il suo portale romanico, realizzato dallo scultore Niccolò. Oltre alle scene bibliche, Niccolò scolpì figure grottesche e animali fantastici che avevano un significato simbolico: molti di questi erano un avvertimento contro il peccato o un richiamo alla lotta tra il bene e il male.
Inoltre, sulla facciata si possono notare alcune pietre scolpite che sono in realtà reimpieghi romani, provenienti da antichi edifici della città. Questa pratica era molto comune all’epoca, e contribuiva a collegare idealmente il cristianesimo alla grandezza di Roma.

All’interno del Duomo, una delle opere più celebri è la pala del Tiziano, “L’Assunzione della Vergine”, che decora la ca****la laterale Cartolari-Nichesola. Un altro dettaglio interessante è il contrasto tra la semplicità dell’architettura romanica e l’opulenza delle decorazioni rinascimentali e barocche: un dialogo tra epoche diverse, che rende l’atmosfera unica.
Tesoro nascosto, sicuramente da non perdere, è la ca****la di San Giovanni in Fonte, adiacente alla cattedrale. Si tratta di un battistero romanico che custodisce una vasca battesimale ricavata da un unico blocco di marmo, decorata con rilievi che raccontano episodi della vita di Gesù.

Una curiosità affascinante riguarda alcune pietre della cattedrale, ritenute, secondo antiche leggende, “protettive” contro i terremoti. Credenza vuole fossero state benedette per scongiurare altri disastri naturali, come quelli che avevano distrutto le precedenti chiese.

Sono nel cuore del centro storico di Verona, a due passi dall’Arena, in zona quartiere FIlippini.La Pizzeria Leon d’Oro ...
23/01/2025

Sono nel cuore del centro storico di Verona, a due passi dall’Arena, in zona quartiere FIlippini.

La Pizzeria Leon d’Oro si trova qui, in via Pallone, all’interno di un elegante palazzo patrizio dell’800 con un ampio ed elegante giardino.
Giardino che ne accoglie i tavoli durante la bella stagione, da dove è possibile pranzare o cenare ammirando le splendide mura della Cittadella. Un angolo verde decisamente ben curato, una sorta di oasi nascosta che quasi fa dimenticare di essere nel pieno centro cittadino.

Oltre all’esterno, la Pizzeria Leon d’Oro dispone di grandi e spaziose sale interne rinnovate di recente, dove giocano tra loro specchi e quadri contemporanei, per rendere gli ambienti luminosi, moderni ed accoglienti.

In questa location d’eccezione troverete Pietro, che coordina tutto il team Leon D’Oro, accogliendo gli ospiti sempre con entusiasmo. E poi c’è Gigi, che fa parte della famiglia Leon d’oro da più di 10 anni: è lui il capo pizzaiolo che coordina la creazione degli impasti e le infornate, sempre dietro al bancone insieme al team di pizzaioli, composto da Alessandro, Andrea e Flavio.
Nenad, Delia e Nicole poi si prendono cura del servizio e degli ospiti, accogliendovi con il sorriso e gentilezza. Vinoj e Thamel sono invece i cuochi, che preparano con cura e attenzione tutte le portate di cucina.

La location e il team sono due dei tre ingredienti fondamentali del Leon d’Oro. Il terzo sono chiaramente i prodotti veri e propri, utilizzati nel farcire le pizze e preparare i piatti. Tutti di provenienza italiana, con un occhio particolare alle eccellenze del territorio veronese e dei suoi prodotti di punta. Oltre alla farina macinata a pietra, ingrediente principale dell’impasto delle pizze.
Il tutto aggiungendo un’accurata selezione di birre artigianali e vini del territorio veronese, aprendosi a qualche altra referenza italiana.

Da segnalare che, a Febbraio 2024, la Pizzeria Leon d’Oro si è aggiudicata il primo posto ad Hospitality, fiera di Riva del Garda dove sono state premiate le 25 migliori pizzerie del Veneto. Risultato veramente notevole, per la nostra pizzeria veronese.


Scipione Maffei è stato un uomo di grande cultura, un erudito, uno scrittore, un letterato di grande impegno civile e po...
21/01/2025

Scipione Maffei è stato un uomo di grande cultura, un erudito, uno scrittore, un letterato di grande impegno civile e politico. La sua figura è stata determinante nel panorama culturale italiano del Settecento, circondata da un’aura di leggenda alimentata dalle sue opere e dalla sua personalità complessa.
Profondamente legato alla città di Verona, sua terra natale, si dice fosse un moderno “saggio”, in grado di risolvere questioni tanto filosofiche quanto pratiche.

Si narra che, durante il periodo di massimo splendore della sua carriera, Maffei avesse ricevuto numerosi inviti a partecipare a corte, da parte di monarchi e nobili di tutta Europa. Ma il suo cuore batteva soprattutto per la sua città, che considerava un “luogo sacro” della cultura e della storia italiana. Spesso si aggirava per le strade, parlando con i passanti, osservando l’architettura romana e riflettendo sulle vicende del passato.

Leggenda vuole che il Maffei fosse venuto in possesso, durante i suoi viaggi, di antichi manoscritti dimenticati che avrebbero cambiato il corso degli eventi. Stranamente però non li pubblicò mai, come a proteggere la storia dalle mani di chi avrebbe potuto “abusarne”.

Si narra pure che, durante una sua presunta visita al Vaticano, abbia avuto un incontro segreto con un cardinale che lo pregò di non pubblicare alcune delle sue ricerche più avanzate su questioni religiose. Si dice che Maffei, pur essendo un uomo di grande fede, fosse anche un uomo di scienza, e che i suoi studi lo portassero a fare riflessioni che scuotevano le certezze dogmatiche dell’epoca.

Riguardo il suo ruolo, di “custode del sapere antico”, si racconta avesse una specie di “biblioteca segreta”, dove custodisse manoscritti e oggetti che risalivano all’antica Roma. Solo pochi amici fidati conoscevano l’esistenza di quel rifugio, e si dice che lo considerasse come il “cuore pulsante” della sua erudizione.

Forse proprio per questi motivi, Scipione Maffei visse sempre in una sorta di solitudine. Le leggende su di lui non sono solo quelle di un grande intellettuale, ma anche quelle di un uomo che cercò di difendere la cultura, e la conoscenza come valore assoluto.


A 50 metri da Piazza delle Erbe, in uno degli scenari “esotici” più eccitanti di Verona, troverete il Romeo Bistrot.Real...
20/01/2025

A 50 metri da Piazza delle Erbe, in uno degli scenari “esotici” più eccitanti di Verona, troverete il Romeo Bistrot.

Realizzato all’interno di un ex monastero risalente al 1100 ac, Romeo Bistrot & Cocktail Bar ha stile da vendere e una personalità ben strutturata. Racchiude il bagaglio esperienziale di Marco Cosenza e Andrea Cason, soci fondatori di Bartenders Group Italia, azienda con all’attivo più di 500 eventi all’anno.
Nessuna copia di locali famosi come member club londinesi, tiki bar caraibici o speakeasy moderni, Romeo cerca solamente di trarre il meglio da tutti questi, secondo la creatività e il vissuto dei due soci.

Aperto agli inizi del 2021, il locale è decisamente cresciuto negli anni, e vi saprà emozionare in un ambiente dall’atmosfera accogliente con i suoi esperti bartenders. Parliamo di un vero tempio della miscelazione e dei distillati, con più di 1000 etichette da tutto il mondo e una lista di signature cocktail in costante aggiornamento. Grazie anche all’esperienza e alla creatività della Bartenders Academy, una delle aziende leader conosciuta in tutta Italia.

Dall’atmosfera, alle tecniche di lavoro e allo stile di servizio, ogni dettaglio è curato per far vivere al cliente la miglior esperienza possibile, in un ambiente senza tempo e luogo. Location e servizio vi faranno sentire come all’interno di un club di una grande metropoli.

*Indirizzo: Vicolo S. Marco in Foro, 1B, Verona.


Le 100 cose da fare a Verona:62 - Eleggere Papà del GnocoUna delle 100 cose che si devono assolutamente provare nella vi...
19/01/2025

Le 100 cose da fare a Verona:
62 - Eleggere Papà del Gnoco

Una delle 100 cose che si devono assolutamente provare nella vita, a Verona, è partecipare all’elezione del “Papà del Gnoco”, nel quartiere di San Zeno, la quale normalmente avviene una ventina di giorni prima del venerdi grasso.

L’elezione inizia da gennaio con la deposizione dello scettro e le candidature dei nuovi papabili eletti, i quali devono obbligatoriamente essere residenti nel quartiere di San Zeno. Di solito, i candidati sono dei “personaggi” già noti per aver contribuito allo spirito burlone e godereccio delle osterie e delle trattorie del quartiere.

Da queste parti è una vera e propria sfida, come se fosse l’elezione del sindaco di una città, ma la campagna elettorale in questo caso si basa sulla declamazione delle doti di simpatia dell’uno o dell’altro; gli slogan e i versetti poetici sono all’ordine del giorno e per tutto il quartiere girano i “santini” con la faccia dei candidati.

Di solito il fatidico giorno, nella piazza principale, già fin dalle prime luci del mattino sotto i grandi gazebi, si inizia a lavorare nelle cucine e nei preparativi.
Segue la Santa messa con le campane a festa e processione, poi si passa all’allestimento dei gazebo per il voto.

Ora ci siamo: la sfida entra nel vivo! Gli stand iniziano a distribuire i piatti, mantenendo viva la tradizione e la volontà di Tommaso Da Vico: “Che si distribuisca cibo in offerta per i sanzenati, affinché possano per un giorno vivere con serena sazietà”.
La sfida va avanti, mentre la piazza si gremisce di gente che, mangiando e bevendo, si ritrova gioiosa a cantare e ballare.

Verona è anche questa. Ed è impossibile non lasciarsi travolgere da questa euforia di festa!

E Voi, avete mai eletto Papa del Gnoco? Se vi va, pubblicate la vostra foto e taggatemi!


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