Il mio viaggio a Verona

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Il mio viaggio a Verona Viaggia con me alla scoperta di Verona,
la celebre città di Giulietta & Romeo. IG:

L’Infinity Bar è il locale situato all’ultimo piano dell’hotel Vista Palazzo, in centro storico a Verona. Qui puoi passa...
19/03/2025

L’Infinity Bar è il locale situato all’ultimo piano dell’hotel Vista Palazzo, in centro storico a Verona.
Qui puoi passare del tempo nell’ora più bella, nel tuo momento di relax, con un drink al tramonto. Proprio quello che cercavi, dopo una giornata piena di meraviglia.

Appena si sale, l’atmosfera frenetica della città cambia: il rumore si attenua e lascia spazio ad un senso di esclusività e relax.
Le grandi vetrate aprono la vista su Verona, una distesa di tetti rossi, campanili e il sinuoso corso dell’Adige. Se arrivi al tramonto, la luce dorata dipinge ogni cosa di sfumature calde, mentre le prime luci della sera iniziano a brillare.

Nel periodo invernale, è possibile rimanere nella sala interna e godere dell’atmosfera chic e rilassata assicurata da Vista Palazzo. Un ambiente elegante ed accogliente, con arredi sofisticati e un’illuminazione soffusa, che crea il momento perfetto per rilassarsi.
Il profumo dei cocktail si mescola a quello leggermente dolce dell’aria serale, mentre il tintinnio dei bicchieri accompagna il sottofondo musicale discreto.

Oltre la garanzia data dalla cantina di vini locali, l’Infinity saprà introdurti nel mondo misterioso della botanica di questo territorio, facendoti scoprire aromi e sapori di amari ed elisir, ancora tutti da scoprire.
Se ami lasciarti sorprendere, hanno in serbo per te alcune chicche della Lessinia, una terra antica a Nord est di Verona. Come l’Hantak, che nella lingua dei Cimbri significa “amaro” o lo Tzòa, un gin distillato da ben venti botaniche.

Sedersi qui, con un drink in mano, è un’esperienza quasi sospesa nel tempo. Ti sentirai un osservatore privilegiato della città, lontano dalla frenesia ma completamente immerso nella sua bellezza.


Nel cuore di Verona, in via Sant’Egidio, si trova un antico portale in pietra che custodisce un enigma secolare. Sulla s...
18/03/2025

Nel cuore di Verona, in via Sant’Egidio, si trova un antico portale in pietra che custodisce un enigma secolare. Sulla sua sommità, scolpita nel marmo e sorretta da due geni alati, campeggia la scritta latina:

“Pecunia si uti scis ancilla est, si nescis domina.”

Una massima che ammonisce sul potere del denaro: se lo sai usare, è un servo fedele; altrimenti, diventa il tuo padrone.
Ai lati del portale, due medaglioni con le effigi dei Cesari che scrutano impassibili chiunque vi passi davanti, come se vegliassero su un antico segreto nascosto.

Si racconta che, nel tardo Seicento, il palazzo appartenesse ad un certo Alvise, un mercante di seta ossessionato dalla ricchezza. Una sera, durante una sontuosa cena, un ospite misterioso gli propose una scommessa:

“Se davvero sai usare il denaro, allora risolverai l’enigma del portale. Solo così dimostrerai di essere padrone della tua fortuna.”

Alvise accettò la sfida, convinto che fosse un semplice scherzo. Ma al mattino, accadde qualcosa di strano: il suo forziere, pieno d’oro, risultò inspiegabilmente vuoto.

Sul coperchio, c’era una frase:

“Io vedo e giudico.”

Alvise trascorse mesi a studiare il portale, sicuro di riuscire a recuperare il suo tesoro. Scoprì che le effigi non erano semplici decorazioni: se girate nel modo giusto, facevano scattare un meccanismo segreto.
Una notte, provò a ruotarle secondo un’antica formula numerica basata sul valore delle monete romane.

Un pannello si aprì alla base del portale, rivelando un piccolo vano nascosto. Al suo interno, vi era una chiave d’argento e un foglio ingiallito con una frase:

“Chi teme di perdere il denaro, ne sarà sempre schiavo.”

Era un monito. La chiave apriva un comparto segreto nel suo stesso palazzo, dove, incredibilmente, ritrovò tutto l’oro scomparso. Ma da quel giorno, qualcosa in lui cambiò: vendette parte delle sue ricchezze e fondò un ospedale, convinto che la vera padronanza del denaro fosse nel saperlo usare per il bene.

Ancora oggi, qualcuno giura di aver visto gli occhi di marmo dei Cesari muoversi di notte, come vegliassero su coloro che, incantati dalla scritta, riflettono sul loro rapporto con la ricchezza.

Le 100 cose da fare a Verona:65 - Scoprire e ammirare “lo Sciamano”Esiste un luogo, inaugurato nel Febbraio 2022, che ra...
17/03/2025

Le 100 cose da fare a Verona:
65 - Scoprire e ammirare “lo Sciamano”

Esiste un luogo, inaugurato nel Febbraio 2022, che racconta la storia più antica di questa terra ed è situato all’interno della caserma asburgica di San Tomaso, cornice affascinante e ricca di storia.
Sto parlando del Museo Archeologico Nazionale di Verona.

All’interno di questa area museale è possibile fare un viaggio nel tempo attraverso migliaia di anni di storia. Qui potete scoprire chi erano, gli uomini e le donne, che hanno vissuto in questa zona molto prima che Verona diventasse la città che conosciamo oggi.

Appena entrati nella sezione dedicata alla preistoria, vi troverete di fronte a testimonianze antichissime della presenza umana in queste terre.
Una delle prime cose che cattura l’attenzione è lo “Sciamano” della Grotta di Fumane, una pietra dipinta più di 35.000 anni fa. Si tratta di una delle più antiche pitture rupestri d’Europa, un frammento di passato che ci parla di credenze e riti di uomini vissuti in un’epoca quasi inconcepibile per noi. Un reperto meraviglioso e incredibile, che da solo mi ha fatto innamorare di questo museo.

Proseguendo, troveremo poi oggetti che raccontano la vita quotidiana dei primi abitanti del territorio: il vaso neolitico di Lugo di Grezzana, le spade votive dell’età del Bronzo e il curioso pozzo di Bovolone, una struttura perfettamente conservata che ci permette di capire come veniva gestita l’acqua migliaia di anni fa.

Nel settembre 2022, il museo si è arricchito con una nuova sezione dedicata all’età del Ferro, un periodo cruciale in cui si iniziò a delineare l’identità delle popolazioni locali.

Questo museo è una vera chicca per chi ama la storia, un luogo che ci permette di vedere con i nostri occhi il passato più remoto del territorio, fatto di riti misteriosi, di battaglie, di vita quotidiana e di scoperte straordinarie. Se ami l’archeologia, o anche solo la storia raccontata in modo affascinante, questo museo merita sicuramente una visita!

E Voi, siete mai stati al Museo Archeologico Nazionale? Se vi va, pubblicate la vostra foto e taggatemi!


Tor-Tor è una piacevole enoteca nei pressi dell’Arena, in una zona defilata rispetto al grande flusso turistico, con pos...
16/03/2025

Tor-Tor è una piacevole enoteca nei pressi dell’Arena, in una zona defilata rispetto al grande flusso turistico, con possibilità di sedersi in vari tavolini all’aperto nel periodo primaverile/estivo.
Il nome Tor-Tor è un termine dialettale, un po’ arcaico, che dovrebbe significare letteralmente “imbuto”.

Wikipedia-Veneta riporta esattamente questa dicitura: “El tortór o inpìria o periolo o anca loròto el xe un strumento doparà par straudar dei liquidi inte na bosa o inte n’altro contenidor che ga l’inbocadura streta. In sta maniera no se ris-cia de spàndar.”

Appena entrati si percepisce immediatamente una grande competenza vitivinicola e una notevole ricerca nel campo dei vini naturali.

Sono sempre disponibili diverse scelte fra etichette locali o regionali, tutte sicuramente di alta qualità, orientate nell’abito di vini biologici e naturali. Tutti vini fatti da vignaioli che amano la loro vigna, e ne ricavano la vera espressione del loro territorio. Senza chimica aggiunta.

Non manca, inoltre, un’ottima selezione di vini dal resto dell’Italia e del mondo, in particolare Francia, conservando sempre una filosofia naturale e artigianale.
Ottima anche l’offerta di cibo, con disponibili anche opzioni vegetariane.

Personale sempre gentilissimo e super disponibile. Senza dubbio, una tappa obbligatoria per qualsiasi amante del vino, che passa per Verona.
*Indirizzo: Via Leoncino, 40, Verona.


Piazza delle Pasque Veronesi si trova nel cuore della Città Antica, nei pressi di Corso Cavour, di fronte al celebre Arc...
15/03/2025

Piazza delle Pasque Veronesi si trova nel cuore della Città Antica, nei pressi di Corso Cavour, di fronte al celebre Arco dei Gavi. Non ha di certo la monumentalità di altre piazze veronesi, ma il suo nome è un omaggio alla memoria di un evento cruciale, uno dei momenti di maggior resistenza popolare nella storia della città.

Le Pasque Veronesi furono, infatti, un’insurrezione popolare avvenuta tra il 17 e il 25 aprile 1797, durante l’occupazione francese di Napoleone Bonaparte. Il nome “Pasque” deriva dal fatto che la rivolta scoppiò il Lunedì dell’Angelo, subito dopo Pasqua.

I veronesi, esasperati dalle imposizioni, dalle requisizioni e dall’arroganza delle truppe francesi, si sollevarono contro l’occupante al grido di “Viva San Marco!”, simbolo della Repubblica di Venezia, a cui Verona era allora legata.
Fu un episodio di grande coraggio: la popolazione, in numero ridotto ma armata alla meglio, riuscì inizialmente a infliggere perdite significative ai francesi, costringendoli a rifugiarsi nei castelli cittadini. Tuttavia, dopo giorni di scontri, l’arrivo di 15.000 soldati francesi portò alla capitolazione della città il 25 aprile, giorno di San Marco. Seguirono repressioni dure, con fucilazioni, deportazioni e saccheggi.

Nonostante il nome, nella piazza non ci sono monumenti o simboli specifici che commemorino direttamente le Pasque Veronesi, solamente quest’iscrizione che vedete in foto. Il toponimo serve comunque a mantenere viva la memoria di quel forte momento di ribellione.

Un angolo discreto ma significativo di Verona, che invita a riflettere sulla storia di una città bella, romantica e artistica, ma che ha saputo mostrare anche un’anima fiera e combattiva.
Se vi trovate a passeggiare da quelle parti vale la pena fermarsi un attimo, alzare lo sguardo verso la targa commemorativa, e ripensare al grande animo coraggioso dei nostri predecessori. Respirando l’atmosfera e immaginando il tumulto di quei giorni, fortunatamente lontani.


Il tramonto a Verona avvolgeva tutto in un abbraccio silenzioso, tinto di azzurro, arancio e rosa, mentre l’Adige riflet...
13/03/2025

Il tramonto a Verona avvolgeva tutto in un abbraccio silenzioso, tinto di azzurro, arancio e rosa, mentre l’Adige rifletteva quelle sfumature dorate. Camminando verso la Città Antica mi fermai su Ponte Navi, attratto dalla bellezza del momento. Ma più che la vista, cercavo qualcosa di più profondo: un attimo di pace.

La giornata mi aveva stancato. La mente era piena di pensieri che correvano veloci, come il traffico che attraversava la città. “Fermati”, mi dissi, “respira”. Feci un passo indietro, mi appoggiai al bordo della balaustra, sentendo il fresco del tramonto sulla pelle.

Chiusi gli occhi per un momento, lasciando che il suono dell’acqua che scorreva sotto il ponte, e il canto lontano degli uccelli, si mescolassero con il battito del mio cuore. Respirai lentamente, concentrandomi sull’aria che entrava e usciva dai polmoni, facendo un respiro profondo.

Riaperti gli occhi, il mondo mi sembrava diverso. La frenesia del giorno era svanita, e la bellezza intorno a me si rivelava in ogni piccolo dettaglio: il riflesso dell’acqua, la luce che sfiorava delicatamente le case lungo il fiume, l’aria che sembrava più leggera.
Il tempo, quel tempo che spesso scivola via senza che ce ne accorgiamo, sembrava allungarsi.

Abbassai lo sguardo e vidi una frase scritta da qualcuno, chissà quando e perché. “In the right place, at the right time”.
Non l’avevo mai notata prima.

In quel preciso istante, capii: non avevo bisogno di andare lontano o cercare risposte complicate. Ero veramente nel posto giusto, ora, al momento giusto. Non dovevo fare altro, se non essere presente, in piena consapevolezza, in quel momento. Non c’era più il rumore dei pensieri, solo il respiro, il tramonto e il fiume che scorreva lento. La mente si era calmata, e il mio cuore aveva trovato la sua quiete.

Durante quell’attimo, in quel piccolo angolo di Verona… tutto era perfetto, così com’era.


La Chiesa di Santa Maria Antica è una delle più affascinanti e antiche chiese di Verona. Situata accanto alle celebri Ar...
12/03/2025

La Chiesa di Santa Maria Antica è una delle più affascinanti e antiche chiese di Verona.
Situata accanto alle celebri Arche Scaligere, è un piccolo gioiello che risale all’VIII secolo, edificata sulle rovine di un edificio precedente distrutto dal terremoto del 1117. Dopo questo devastante evento, fu ricostruita in stile romanico, mantenendo la semplicità e l’austerità tipiche di quel periodo.

La chiesa è costruita in tufo e mattoni, con una facciata essenziale e un portale romanico di grande bellezza. L’interno è altrettanto sobrio, con una navata unica e un’abside semicircolare.

Santa Maria Antica è famosa soprattutto perché era la chiesa privata della potente famiglia dei Della Scala, che governò Verona tra il XIII e il XIV secolo. Il cortile accanto alla chiesa ospita le loro maestose tombe gotiche, conosciute come le Arche Scaligere. Vi è pure una porta che collega direttamente il cimitero degli Scaligeri alla chiesa, simboleggiando il forte legame che c’era tra il potere politico e quello religioso.
La chiesa aveva inoltre un ingresso “riservatissimo” destinato ai Signori della città, collegato al loro Palazzo e oggi non più esistente. Questo gli permetteva di accedere direttamente alla chiesa senza dover passare dalla strada.

La chiesa di Santa Maria Antica, pur non essendo famosa per la presenza di grandi capolavori artistici, è un luogo legato profondamente alla storia cittadina. Posso citare però un’opera interessante, ossia la Pala dell’altare maggiore raffigurante “la Presentazione di Gesù al tempio”, attribuita ad Antonio Giarola.


Ceramiche Benedetti è un’azienda storica italiana fondata a Verona nel 1957 da Gino Benedetti. Ad oggi, vanta l’esperien...
10/03/2025

Ceramiche Benedetti è un’azienda storica italiana fondata a Verona nel 1957 da Gino Benedetti.
Ad oggi, vanta l’esperienza di ben tre generazioni!

Specializzata inizialmente nella fornitura e posa di pavimenti e rivestimenti ceramici per interni ed esterni, l’azienda ha ampliato nel tempo la propria offerta.
Nel 2019, infatti, Ceramiche Benedetti ha inaugurato una boutique nel centro storico di Verona, nella meravigliosa cornice di Corte Sgarzarie, dedicata all’eccellenza italiana nell’arredamento e nell’artigianato.

Entrando nella boutique di Loretta, persona di una squisitezza unica, si respira da subito raffinatezza e grande qualità dei prodotti.
Lo spazio espositivo è una vera e propria collezione di meraviglie, dove troverete oggettistica e complementi d’arredo, sculture, dipinti e opere d’arte.

Sono sempre stato convinto che la bellezza degli oggetti è pari alla disponibilità e gentilezza di coloro che li producono e vendono, e qui la mia idea è stata pienamente confermata.

L’attività è molto attiva anche nei social, con una presenza su Instagram e Facebook, dove condivide le proprie creazioni e novità. Inoltre, nel 2024, ha lanciato un negozio online per rispondere alle numerose richieste provenienti da tutto il mondo.
Per chi desidera visitare di persona, oltre alla boutique situata in centro città, è disponibile uno showroom a Montorio in Via Olivé 56, dove è possibile esplorare l’ampia gamma di materiali e soluzioni offerte dall’azienda.

Un’altra delle nostre tante eccellenze veronesi, da sostenere e salvaguardare.
*Indirizzo: Corte Sgarzarie, 10/A, Verona.

NB: scusate tutti e mi perdoni l’artista, ma ho dovuto leggermente censurare la terza foto per esigenze di algoritmo Instagram. Credo comunque non sia stata snaturata la bellezza dell’opera. ☺️🙏


Benvenuti all’Ostregheteria Sottoriva 23,dove la parola d’ordine è qualità e tradizione. Una delle enoteche più attraent...
09/03/2025

Benvenuti all’Ostregheteria Sottoriva 23,
dove la parola d’ordine è qualità e tradizione.

Una delle enoteche più attraenti di Verona si trova sulla sponda destra dell’Adige, in via Sottoriva, zona conosciutissima in città come ricca di storia e bellezza. Accoglie i clienti in un ambiente raffinato, con un’ottima offerta di vini.

Il Sottoriva 23 ha un bel plateatico, in una zona porticata della città, e accoglie i clienti in un ambiente amichevole impreziosito da un’atmosfera affascinante.
Nel locale ci si può sedere ai tavoli in sala per un buon bicchiere, scegliendo tra i tanti vini alla mescita, tutti di alta qualità. Ma qui si viene anche per gli aperitivi, long drinks e cocktails.

Il menù della cucina propone poi piatti della tradizione locale e regionale italiana, preparati con prodotti di qualità e arricchiti con ingredienti originali. La loro proposta di fuori menù cambia quotidianamente e gli chef ti consiglieranno piatti di stagione con prodotti freschi di giornata.
Il menù fisso offre piatti tipici della tradizione veronese, insieme a insalate e pizze, per soddisfare tutti i palati.

E ricordate.. non è un ristorante, non è un’osteria… è una ostregheteria!

*Indirizzo: Via Sottoriva, 23, Verona.


Il Mistero di Verona, Parte IIIl buio del passaggio segreto lo avvolse come un sudario. L’aria era densa di umidità e po...
07/03/2025

Il Mistero di Verona, Parte II


Il buio del passaggio segreto lo avvolse come un sudario. L’aria era densa di umidità e polvere, e l’odore di pietra antica gli riempiva le narici.

Si fermò un istante, trattenendo il respiro. Dall’altra parte del muro, sentì i passi affrettati degli uomini.

“È sparito!”, esclamò uno di loro.
“Deve essere qui vicino”, rispose l’altro con tono deciso.

Lui rimase immobile, contando mentalmente i secondi. Poi il silenzio. Li sentì allontanarsi, i loro passi dissolversi nella notte. Solo allora osò accendere la piccola torcia che teneva nello zaino.

Il fascio di luce illuminò il tunnel stretto e umido, con pareti di pietra grezza. Respirò a fondo per calmare il battito irregolare del cuore e si avviò.

Il tracciato indicava che il passaggio conduceva sotto la Città Antica, intrecciandosi con l’antico Capitolium. Se le sue ricerche erano corrette, quel cunicolo non era mai stato registrato ufficialmente. Un passaggio dimenticato, nascosto sotto il cuore di Verona da secoli.

Dopo alcuni minuti, vide qualcosa brillare nel buio: un’incisione sulla parete, consumata dal tempo. Si avvicinò e rimase senza fiato. Era un simbolo rinascimentale, lo stesso che aveva visto sul manoscritto.

Un’idea gli balenò in mente. E se quella mappa non fosse solo una semplice indicazione di vie segrete? Se nascondesse qualcosa di più grande, un segreto dimenticato da secoli?

Si chinò, passando le dita sull’incisione. Sentì il battito del cuore accelerare. Quella non era una semplice decorazione. Sembrava una traccia.
Si guardò intorno, cercando un indizio che confermasse la sua intuizione. Poi lo vide: una pietra leggermente sporgente, coperta da secoli di polvere e ragnatele. Con mani tremanti, la spinse.

Un forte rumore riecheggiò nel tunnel. Poi, lentamente, una parte del muro si mosse, rivelando una stretta apertura. L’aria che ne uscì era ancora più antica, impregnata di mistero.

Qui, si meravigliò alla vista del Capitolium. E perlomeno, la zona era ben illuminata.
Fece un passo avanti, con il fiato sospeso. Ma proprio in quel momento, un suono lo fece irrigidire.

Qualcuno, là fuori, aveva sentito. E stava tornando.

Il Mistero di Verona Era una notte fredda e silenziosa in Piazzetta Bra’ Molinari. Le luci gialle dei lampioni gettavano...
05/03/2025

Il Mistero di Verona


Era una notte fredda e silenziosa in Piazzetta Bra’ Molinari. Le luci gialle dei lampioni gettavano ombre lunghe sui sampietrini, e l’unico rumore era il vento che sussurrava tra gli alberi.

Un uomo sulla quarantina, con un lungo cappotto e uno zaino in spalla, si guardava attorno con attenzione. Era in fuga.

Non era un criminale, ma aveva qualcosa che qualcuno voleva disperatamente: un vecchio manoscritto del Cinquecento, rubato non da lui, ma da chi ora lo inseguiva.
Lavorava come restauratore di libri antichi e, mentre catalogava alcuni testi in una biblioteca privata, si era imbattuto in un documento che non avrebbe mai dovuto vedere: un’antica mappa di Verona con segnati passaggi segreti dimenticati.

Quando aveva cercato di restituirlo, aveva capito che qualcuno voleva farlo sparire. E ora lo stavano cercando.

Sentì dei passi in lontananza. Due uomini in giacca scura stavano entrando nella piazzetta.

Egli trattenne il fiato e si nascose dietro una colonna. Doveva trovare una via di fuga.
Poi si ricordò: nella mappa c’era un’indicazione chiara. Uno degli accessi ai sotterranei della città si trovava proprio lì vicino, accanto a un vecchio muro.
Si avvicinò rapidamente, cercando con le mani tra le pietre consumate dal tempo. Un mattone si mosse leggermente. Lo spinse e sentì un meccanismo scattare.

Un passaggio segreto.

Senza esitare, vi si infilò dentro, richiudendo il varco alle sue spalle. Mentre i suoi inseguitori lo stavano quasi raggiungendo, lui scivolava nell’oscurità di un antico tunnel dimenticato, con il cuore che batteva forte. Non sapeva dove lo avrebbe portato, ma una cosa era certa: quella notte, la storia di Verona aveva appena guadagnato un nuovo mistero.


Fino a qualche anno fa, gli studenti discoli che volevano fare “berna”, ossia “marinare” la scuola, si recavano spesso a...
03/03/2025

Fino a qualche anno fa, gli studenti discoli che volevano fare “berna”, ossia “marinare” la scuola, si recavano spesso ai giardini Raggio di Sole. Un parco di 21 mila metri quadrati con un laghetto, un bel prato e diversi punti con panchine e tavoli in legno.
Qui si riusciva a sfuggire agli sguardi indiscreti e passare una giornata in tranquillità, in mezzo alla natura. Molti cittadini vi si recavano anche solo per leggere all’aperto, tra comode panchine e il rilassante rumore del laghetto e dei suoi piccoli abitanti.

Il parco venne orgogliosamente dedicato al nostro illustre concittadino Domenico Melegatti, nel Novembre del 20216, per il grande contribuito che il celebre imprenditore diede alla crescità della nostra città, creando posti di lavoro e potenziando lo sviluppo economico del nostro territorio.

Oggi il parco è in condizioni critiche, un’area in bilico tra l’abbandono e le cattive frequentazioni.
I giardini oggi sembrano resistere, seppur a fatica, grazie anche all’attività di volenterosi veronesi, che se ne prendono amorevolmente cura.

Ricordo una bella storia, che si raccontava alla fine degli anni ‘90, riguardante un bambino di nome Lorenzo. Un giorno, mentre era in questo parchetto, trovò un vecchio quaderno nascosto sotto una panchina. Dentro c’erano lettere mai spedite, scritte da una ragazza di nome Elisa ad un amore perduto.
Lorenzo, incuriosito, decise di cercare informazioni e scoprì che Elisa aveva scritto quelle lettere decenni prima, senza mai avere il coraggio di inviarle.
Qualche anno dopo, Lorenzo incontrò Elisa, ormai anziana, e le raccontò del quaderno. Lei sorrise, emozionata, e gli disse: “Forse alcune storie sono destinate a rimanere segrete, ma sapere che qualcuno le ha lette mi basta.”

A proposito del futuro dei giardini, a mio parere un’oasi assolutamente da proteggere e salvaguardare, leggo che sarà a breve discusso in consiglio comunale.
L’amministrazione comunale ha già annunciato un progetto di riqualificazione, che dovrebbe partire a breve. L’obiettivo è trasformare i giardini in un vero polmone verde per la città, eliminando le aree di degrado senza snaturarne la funzione di luogo di incontro e relax.


Il Teatro Camploy è un affascinante esempio di come l’architettura storica possa essere adattata a nuove funzioni cultur...
02/03/2025

Il Teatro Camploy è un affascinante esempio di come l’architettura storica possa essere adattata a nuove funzioni culturali. Situato nel cuore del quartiere di Veronetta, ha una storia ricca e interessante che vorrei raccontarvi.

In origine, l’edificio non era affatto un teatro: era una chiesa, dedicata a San Francesco d’Assisi. In seguito, nel corso del tempo, venne trasformato in un collegio degli Artigianelli e successivamente in un asilo notturno per i bisognosi. Venne denominato “Camploy” da Giuseppe Camploy, mecenate veronese che donò il suo cospicuo patrimonio al Comune di Verona, a beneficio di tutti gli indigenti che necessitassero di un ricovero per la notte.

L’iter di realizzazione del Teatro Camploy è durato 16 anni, dal 1982 al 1998, con alcune battute d’arresto. Il progetto di ristrutturazione venne affidato all’architetto Rinaldo Olivieri, che nel 1998 lo riportò a nuova vita.
L’intervento conservò alcuni elementi dell’architettura originaria, come la facciata in stile religioso, ma all’interno creò uno spazio moderno e funzionale.

Oggi il Camploy è uno splendido e attivo teatro, che unisce una struttura ottocentesca alle più ardite esperienze dell’architettura moderna, coniugando funzionalità ed eleganza.

All’interno del Camploy vengono proposti vari eventi: alcuni organizzati dal Comune di Verona come la rassegna delle compagnie amatoriali veronesi, il Premio Giorgio Totola , la rassegna L’Altro Teatro, mentre altri spettacoli sono presentati direttamente dalle varie associazioni culturali che affittano il teatro.

*Indirizzo: Via Cantarane, 32, Verona.


Il prodotto artigianale è ricco di sfumature e di significati, è pregno di una storia fatta di luoghi, di volti e di tec...
27/02/2025

Il prodotto artigianale è ricco di sfumature e di significati, è pregno di una storia fatta di luoghi, di volti e di tecniche.

La storia di Cordovano, a Verona, è lunga oltre cinquant’anni e iniziata nel 1971. Per una fortuita coincidenza.
Questa è la storia di Mario e di come casualmente ha scoperto il mondo della pelle quando, un giorno, decise di diventare imprenditore e comprò un negozio di borse.
È la storia di un amore a prima vista, di un fascino che ben presto si trasforma in una vera e propria passione. Una passione che lo accompagna e accompagnerà sempre.

L’attività nasce inizialmente come negozio di grandi firme, situato nel cuore della città. Ma con il passare degli anni, e dopo aver maturato un ampio bagaglio di conoscenze nel settore, voleva qualcosa di più. Voleva mettere il loro sapere al servizio dei clienti e creare qualcosa di veramente unico e artigianale. Si voleva permettere ad ogni persona di realizzare il proprio accessorio personale e unico, il proprio gioiello in pelle.

È così che nel 2008 nasce Cordovano: da semplice attività commerciale, l’azienda diventa una vera e propria bottega di artigiani, coltivando il sogno di realizzare oggetti espressione di grande qualità e del vero Made in Italy.

Ma da dove arriva il nome “Cordovano”?
Il nome dell’attività ha radici che affondano nella storia antica e rievoca a pieno quello che è il lavoro svolto dall’attività stessa.
Il corame è un cuoio lavorato e stampato a motivi decorativi, usato per rivestire i più disparati oggetti. La sua produzione venne avviata nella Spagna musulmana, a Cordova, e da qui fu progressivamente diffuso nel resto dell’Europa e in Italia, trovando in Venezia uno dei più importanti centri di produzione. Da qui il nome “Cordovano”, un nome che rievoca la tradizione secolare della lavorazione della pelle nell’area veneta.

Tutti i prodotti che troverete da Cordovano sono una risposta personalizzata, sostenibile e di qualità, che si contrappone al modello del fast fashion e della produzione standard di massa. L’incontro tra persone che rendono possibile realizzare veri gioielli in pelle su misura.
*Indirizzo: Piazzetta Scala, 2, Verona.


Seduto in un angolo del salone storico, al Due Torri Hotel di Verona, mescolavo distrattamente il mio spritz. Avevo da p...
26/02/2025

Seduto in un angolo del salone storico, al Due Torri Hotel di Verona, mescolavo distrattamente il mio spritz. Avevo da poco fatto il check-in, ma volevo concedermi una pausa prima della cena.
Il silenzio della sala, interrotto solo dal tintinnio discreto del mio bicchiere, mi sembrava un vero lusso. Come d’altronde ovunque, in questo splendido posto.

A breve, parecchi ospiti si sarebbero qui ritrovati per un’importante cena di gala. Ma, al momento, questo luogo era tutto mio.

Osservai le pareti affrescate e gli arredi d’epoca Biedermeier, immaginando quante persone, nei secoli, avessero trascorso serate in questo stesso luogo. Pensai a chi prima di me si era seduto qui, forse con pensieri simili ai miei, forse con sogni diversi.
Ammirai a lungo l’affresco dei Cavalieri di Brandeburgo, e bevvi un sorso. L’amaro del Campari, il frizzante del prosecco e la freschezza del ghiaccio mi diedero una sensazione familiare, un piccolo conforto in mezzo alla solita routine.

Fuori, la città continuava a scorrere con la sua vita e il suo ritmo. Dentro, potevo concedermi ancora un momento di quiete, prima di tornare al mondo reale.


Le 100 cose da fare a Verona:64 - Visitare uno dei più antichi musei d’Europa Il Museo Lapidario Maffeiano, sorto nel cu...
25/02/2025

Le 100 cose da fare a Verona:
64 - Visitare uno dei più antichi musei d’Europa

Il Museo Lapidario Maffeiano, sorto nel cuore di Verona intorno alla metà del Settecento, è una delle più antiche istituzioni pubbliche museali europee.

Il suo nome è indissolubilmente legato al marchese Scipione Maffei, importante studioso ed erudito veronese, molto conosciuto ed apprezzato anche all’estero per la versatilità del suo ingegno e per la molteplicità dei suoi interessi applicati ai più svariati campi del sapere.

Il Museo nacque da oltre trent’anni di appassionato lavoro del Maffei, durante i quali egli raccolse centinaia e centinaia di iscrizioni, affidando all’architetto e pittore veronese Alessandro Pompei la costruzione di un luogo adatto alla loro esposizione e conservazione, fermamente convinto che “ciò che vi è di utile al pubblico deve essere reso di dominio pubblico”.

Il Museum Veronense (ovvero Museo della città di Verona, nome in origine scelto dal Maffei) è un lapidario: lo studioso volle infatti creare un museo di lapidi, perché era convinto che le iscrizioni, più di qualsiasi altro manufatto antico, fossero vere
“antichità parlanti”, fonte primaria e insostituibile di conoscenza della storia, frammenti del passato capaci di narrare direttamente i fatti agli studiosi.

Maffei collocò il museo in un luogo prestigioso, proprio davanti alla sede dell’Accademia Filarmonica. Dove, sotto il pronao del teatro, si trovavano già iscrizioni e rilievi antichi.

E Voi, siete mai stati al Museo Lapidario Maffeiano? Se vi va, pubblicate la vostra foto e taggatemi!


Via Cappello è una delle strade più celebri di Verona, famosa soprattutto per ospitare la Casa di Giulietta, una delle p...
24/02/2025

Via Cappello è una delle strade più celebri di Verona, famosa soprattutto per ospitare la Casa di Giulietta, una delle principali attrazioni turistiche della città.

Il nome “Via Cappello” deriva molto probabilmente dalla nobile famiglia veronese dei Cappello, che ebbe un ruolo importante nella città in epoca medievale. Tuttavia, alcuni studiosi suggeriscono che il nome possa derivare dal termine latino capitellum, in riferimento a un capitello o elemento architettonico in passato presente nella zona.

Come dicevo, la strada è celebre soprattutto per la presunta casa di Giulietta, che secondo la tradizione popolare appartenne alla famiglia Capuleti, protagonista della tragedia shakespeariana Romeo e Giulietta. Sebbene non vi siano prove storiche che leghino l’edificio alla vicenda narrata da Shakespeare, la casa è diventata un simbolo dell’amore romantico. Il celebre balcone, aggiunto nel XX secolo, attira ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo.

Oltre alla Casa di Giulietta, Via Cappello conserva numerosi edifici di interesse storico e artistico. Si sviluppa in linea quasi retta, collegando Piazza delle Erbe, l’antico foro romano della città, con Porta Leoni, un’antica porta romana che faceva parte della linea difensiva veronese, ancora visibile con i suoi resti archeologici. Due luoghi ricchi di storia.

Insomma, Via Cappello non è solo una strada, ma un vero e proprio viaggio nella storia di Verona, tra leggende, architettura medievale e il fascino senza tempo della più famosa storia d’amore di tutti i tempi.


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