25/09/2023
Queste osservazioni mi hanno rapito. Sto ancora meditando....spesso non c è una soluzione universale, ciononostante è interessante il ragionamento che siamo stati costretti a fare. Si, mi piace molto questo post. Lo condivido, praticamente e mentalmente.
IL VANGELO DEL "CHE VI FREGA?!?!"
Oggi in chiesa si leggeva il Vangelo dei lavoratori scontenti, una parabola sempre super controversa che mi fa spesso storcere il naso e dure "meh...". Però mi ricordo che qualche anno fa ci avevo riflettuto su dal punto di vista dell'Educatore e avevo fatto qualche pensiero che mi aveva fatto fare (un pochino) pace con questa storia. Vi condivido i miei pensieri sparsi, nel caso servissero a qualcuno.
Si tratta della parabola dei lavoratori scontenti. In buona sostanza il padrone del campo va di buon mattino in piazza e trova dei braccianti disposti a lavorare per lui. Benissimo, si accordano su un certo tot per il loro lavoro e questi vanno a lavorare. A mezzogiorno il padrone va di nuovo in piazza e si procura un altro po' di manodopera. Si accordano per un certo tot e questi vanno a lavorare. Un po' prima della fine della giornata di lavoro, stessa scena. Il padrone va in piazza, recluta altra gente, si accordano per un certo tot e via. Il problema e' che il padrone ha promesso a tutti lo stesso tot! Quindi alla sera, al momento del pagamento, paga per primi gli ultimi e via via fino a quelli assunti in mattinata. Questi, vedendo dare agli ultimi reclutati cio' che era stato promesso loro, si grattano le mani "Ehi, ma se loro si beccano quanto era stato promesso a noi, allora a noi dara' sicuramente di piu'! Ma vieni!!!" E invece no. Quando arriva il loro turno si beccano quello che il padrone aveva loro promesso. E si arrabbiano di bestia perche' lo ritengono ingiusto. E il padrone dice loro (in buona sostanza) "Ma a voi che vi frega? Non ci eravamo accordati per questo tot? Se non vi andava bene potevate dirlo subito! Io ho preso accordi con voi e li sto rispettando."
Questa storia mi fa sempre pensare al papa' di G., che era mia alunna in Italia. G. non era una bambina accademicamente brillante, aveva molte qualita', ma secondo gli standard "canonici" di valutazione scolastica era un po' scarsetta. E il suo papa', ad ogni singolo colloquio, mi chiedeva "Ma cosa hanno preso gli altri?". Sempre GLI ALTRI. Sempre il confronto. E io gli dicevo (visto che eravamo abbastanza amici) "Ma che ti frega! Guarda la tua bimba e ascolta quello che ti dico DI LEI! Parti da li'!" Ma in anni e' stata sempre una battaglia persa.
La scuola e' il palcoscenico principe dei confronti, che lo vogliamo o no. Anche se noi insegnanti non poniamo troppa enfasi sui voti, anche se il nostro giudizio comprende mille e mille variabili, anche se un numero non vuol dire niente, il "Ma cosa ha preso X?" ci sara' sempre. Lo chiederenno i bambini, se lo chiederanno tra loro, lo chiederanno i genitori... Secondo me dobbiamo imparare il MA CHE TI FREGA, l'arte di lavorare su noi stessi, l'arte di essere sempre migliori di quello che eravamo noi ieri, non di coloro che sono di fianco a noi. Per carita', e' bello quando sai che hai fatto bene, ma io credo che sia piu' bello quando sai che hai fatto MEGLIO di prima. Quando sali non perche' abbassi gli altri, ma perche' costruisci sulle spalle del te stesso di ieri.
Un'altra riflessione che mi viene da fare, sempre nel contesto "classe" e' quella legata al lavoro e al su risultato. Non so, su due piedi, sentendo questa storia, ho pensato al bambino che consegna la verifica dopo 10 minuti e a quello che la consegna allo scadere del tempo e prendono tutti e due lo steso voto perche' l'hanno svolta allo stesso modo. E' giusto? Non e' giusto? E' giusto che chi fa una fatica bestia veda riconosciuto il raggiungimento dei suoi obiettivi allo stesso modo di chi ha obiettivi diversi senza fatica? Dobbiamo guardare le cose in assoluto o in prospettiva? E' giusto che chi fa il meglio che puo' al megilo che puo' (e non potrebbe fare di piu') prenda il massimo come prende il massimo come chi riesce a fare tutto? Si premia l'impegno o la quantita'? Si premia il lavoro o il risultato del lavoro? O si dovrebbero premiare le due cose distintamente? O dovremmo abituare i bambini a non guardare sempre l'erba del vicino, ma a curare al meglio la propria che e' gia' un bell'obiettivo? Tante domande aperte, io le risposte non ce le ho, ma ci voglio meditare su ancora un po', mentre guardo i visi dei lavoratori scontenti e del padrone che dice loro "Ragazzi, ma io A VOI non ho mica tolto niente di quello che vi siete giustamente meritati. Che vi frega di loro?!?!"