CASA in ALTO

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03/08/2024

*𝗜𝗹 𝗕𝗼𝘀𝗰𝗼 𝗜𝗻𝗰𝗮𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗩𝗮𝗹𝗱𝗶𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼: 𝗨𝗻 𝗩𝗶𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝘁𝗿𝗮 𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗲 𝗠𝗮𝗴𝗶𝗮*

C'è un luogo speciale in Valdisotto, un piccolo angolo di mondo dove la natura e l'arte si fondono in un'armonia perfetta. Si tratta del Bosco Incantato, un percorso tematico che affascina grandi e piccini con le sue sculture meravigliose e l'atmosfera fiabesca. Oggi, questo sentiero si arricchisce di una nuova opera: un uccellino che si muove, aggiungendo un tocco di magia in più a un'esperienza già di per sé straordinaria.

𝗨𝗻 𝗣𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶

Il Bosco Incantato è facilmente raggiungibile dalla frazione di Monte, dove potete comodamente lasciare l'auto. Da qui, un sentiero che inizialmente conduce verso Campello e il Lago di Campaccio vi guiderà in un mondo magico. Dopo circa un chilometro di cammino, troverete un cartello che indica una deviazione a destra per il percorso Bormio 360. È proprio da questo punto che inizia la vera avventura: un cammino costellato di sculture che rappresentano creature fantastiche e simboli della natura, come funghetti, un riccio, una candela, un lupo e infine un vecchio saggio che sembra custodire i segreti del bosco.

𝗟𝗮 𝗠𝗮𝗴𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗡𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗨𝗰𝗰𝗲𝗹𝗹𝗶𝗻𝗼

L'ultima novità creata da Rob è appunto un uccellino che si muove. Questa installazione non solo cattura lo sguardo con la sua grazia, ma porta anche un senso di meraviglia e sorpresa, soprattutto per i più piccoli. Vedere questo uccellino prendere vita in mezzo al bosco è un'esperienza che rimarrà nei ricordi di chiunque visiti il Bosco Incantato.

𝗨𝗻𝗮 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗔𝘃𝘃𝗲𝗻𝘁𝘂𝗿𝗮

Il sentiero non è molto lungo, con un percorso ad anello di circa 3 km che può essere completato in un paio d'ore. Per chi preferisce, è possibile anche ripercorrere lo stesso tratto dell'andata. Tuttavia, è importante sapere che la pendenza iniziale potrebbe non essere adatta ai passeggini. Nonostante questo, il percorso è perfetto per una passeggiata in famiglia, e l'intera esperienza è arricchita dalle sculture che punteggiano il tragitto.

𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗙𝗮𝗿𝗲 𝗗𝗼𝗽𝗼 𝗹𝗮 𝗩𝗶𝘀𝗶𝘁𝗮

Dopo aver esplorato il Bosco Incantato, per i più allenati c'è la possibilità di proseguire la giornata con una passeggiata a Zandilla o al Lago di Campaccio. Entrambe le destinazioni offrono panorami mozzafiato e rappresentano un modo perfetto per concludere una giornata immersa nella natura.

𝗖𝗼𝗻𝗰𝗹𝘂𝗱𝗲𝗻𝗱𝗼

Se siete alla ricerca di una meta che possa incantare sia voi che i vostri bambini, il Bosco Incantato di Monte in Valdisotto è il posto che fa per voi. Un luogo dove la bellezza della natura si unisce all'arte, creando un percorso che stimola l'immaginazione e regala momenti di puro stupore. Non lasciatevi sfuggire l'occasione di vivere questa esperienza unica e di incontrare il nuovo ospite del bosco.

𝗩𝗶 𝗮𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗕𝗼𝘀𝗰𝗼 𝗜𝗻𝗰𝗮𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼, 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝗹𝗮 𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗿𝗮𝗰𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗲 𝗲 𝗹𝗮 𝗺𝗮𝗴𝗶𝗮 𝗲̀ 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹'𝗮𝗿𝗶𝗮!

02/08/2024
26/07/2024
02/07/2024

🌅🏔️ Con questo meraviglioso tramonto in uno dei luoghi più iconici del centro storico di Bormio, come la Fontana di Buglio, vi auguro una buona serata.



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08/05/2024

Esplora il significato storico e l'origine del nome Valtellina, una perla delle Alpi italiane.

25/02/2024
Laudato sii mio Signore.. per sorella neve che ci purifica e mette silenzio ai nostri bui pensieri.
23/02/2024

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21/01/2024

📜 𝙎𝙩𝙤𝙧𝙞𝙚, 𝙖𝙣𝙚𝙙𝙙𝙤𝙩𝙞 𝙚 𝙡𝙚𝙜𝙜𝙚𝙣𝙙𝙚 𝙥𝙤𝙥𝙤𝙡𝙖𝙧𝙞.
Oggi 21 gennaio si festeggia Sant'Agnese, patrona di Sondalo e per celebrarla vogliamo riportarvi una leggenda sondalina legata al suo nome raccontata da A. Martinelli nel suo volume “L’erba della memoria”.
Protagonista della leggenda è Agnese, la bella majona di Boffalora, figlia di Corrado Venosta, feudatario del castello di Boffalora. Un paggio si innamorò di questa bellissima ragazza e la sua passione era così forte che pur di averla per sè, era disposto anche a tradire il suo signore: voleva infatti favorire l'invasione dei nemici guelfi che avrebbero sconfitto e ucciso Corrado, così che lui avrebbe potuto coronare il suo sogno sposando Agnese. Così, durante una notte di tempesta, i guelfi arrivarono per assediare il castello dei Venosta e il paggio, segretamente d'accordo con loro, gli aprì le porte del castello. Ma non appena i nemici irruppero nella fortezza sorprendendo i suoi abitanti, un lampo accecante e una violenta scarica di fulmini investì il castello, riducendolo ad un ammasso di rovine. L'indomani, terminata la tempesta, del castello non rimase più neanche l'ombra e non si trovarono più né il signor Corrado, né la figlia Agnese; l’unico ca****re rinvenuto nel castello fu quello del paggio, che pagò il prezzo del suo tradimento. La leggenda racconta anche che nelle notti di luna piena l’anima della giovane Agnese appare sulla sommità del dosso che ospitava il castello. È possibile scorgerne l’esile e pallido profilo, mestamente chino su un telaio, come se tentasse di riprendere il filo della vita tragicamente spezzata. La fama dell'infelice Agnese si diffuse in Sondalo e nacque la consuetudine, fra le ragazze sondaline, di recitare per lei questa invocazione: “Pater, pater, torna indrée, van per l’anima de lée”. (Tratto da www.paesidivaltellina.it).
Buona festa del Patrono.

21/01/2024

La RECENSIONE di www.thrillerstoriciedintorni.it a cura di Luigia Amico. Il romanzo «1646 - Giacomina, l’anima sua e il diavolo» può essere considerato a...

13/01/2024
18/11/2023

UNA PILLOLA PER LO SPIRITO

USANZE E TRADIZIONI PER I DEFUNTI: L’ELEMOSINA DEL FIENO

Riportiamo qui dalla ricerca di Marcello Canclini un’altra usanza legata ai defunti:l’elemosina del fieno

S.ANTONIO MORIGNONE I contadini di Sant'Antonio Morignone nel periodo estivo dovevano contribuire all'offerta di un certo quantitativo di fieno per la Chiesa, la quale provvedeva poi alla vendi­ta. La quantità di fieno donato era in stretta relazione con i possedimenti terrie­ri di ognuno. Era un obbligo. Ultimamente il fieno veniva ammonticchiato malamente nel fienile e avrebbe richiesto persone specificamente addette a que­sto compito. Un tempo invece ogni contadino portava il suo quantitativo e lo predisponeva ben ordinato nel fie­nile della Chiesa

A OGA: esistevano "i deputati dei morti", ossia due "probi viri" che si impegna­vano gratuitamente, su commissione del parroco, ad andare nei prati a racco­gliere "il fieno dei morti". Questo fieno consisteva in piccoli o grossi mucchi che venivano lasciati appositamente nel prato dai vari contadini. Spesso i proprietari avvertivano gli incaricati quale fosse il quantitativo e dov'era collocato il fieno per i morti. Il foraggio veniva poi ammucchiato nel fienile dei morti, situato dietro la casa parrocchiale. Negli ultimi anni, quando ormai la tradizio­ne stava scomparendo, i proprietari terrieri consegnavano direttamente al par­roco il fieno per evitare che invecchiasse nel prato, subendo il deterioramento delle intemperie. Solitamente si raccoglievano dai 13 ai 15 quintali di fieno per arrivare, nelle annate migliori, anche a 17 quintali! Il ricavato serviva per delle messe per i defunti, per le celebrazioni dei tridui,per il necessario delle feste patronali ..

A PIATTA :Si riscontra che sin dall'antichità a Piatta una delle entrate maggiori della con­fraternita era la vendita del «fieno della Limosina»o del «fieno Raccolto, di questua...» Il fieno veni­va poi «vendutto dalli Anciani» e il ricavato veniva utilizzato soprattutto per la celebrazione di funzioni di suffragio in favo­re dei fedeli defunti…o altre opere pie come ad esempio,nel 1748, i lavori al campanile

01/11/2023

Una serata indimenticabile si è svolta il 27 ottobre scorso a Tirano, grazie all'organizzazione dell'Associazione "cammIKAndo" in collaborazione

30/09/2023
25/09/2023

A Isolaccia, si è svolta una toccante celebrazione in memoria di Giulio Rocca, il giovane eroe nato in questo piccolo paese valtellinese

A casa le caramelle balsamiche non mancano mai.Ancora più apprezzate ora che ne conosco la storia grazie al sig.Giovanni...
10/07/2023

A casa le caramelle balsamiche non mancano mai.
Ancora più apprezzate ora che ne conosco la storia grazie al sig.Giovanni Peretti

10/07/2023

La strada di Fraele (nei documenti detta anche “strada lunga per Venosta”), che attraverso la val Mora portava a S. Maria di Monastero, era percorribile solo con animali da soma ed era classificata come “strada regale” così come quella dell’Umbrail e quella che da Osteglio conduceva verso Serravalle e poi in Valtellina.

L’aggettivo “regale” indicava una strada appartenente al diritto del sovrano; essa era cioè di pertinenza dello Stato, un bene demaniale, strada pubblica per eccellenza come lo sono attualmente le nostre strade nazionali, e la sua manutenzione era a carico del Comune, come attestato dall’Inventario dei beni della Comunità di Bormio del 1553. In esso, fra gli obblighi del Comune, il caneparo annotava le spese per la “via de Fraelle” corrispondenti a lire 3.

Nei primi decenni del XVIII secolo tali strade furono definite “imperiali” (o anche “strade mastre”) anziché “regali”, senza tuttavia perdere le loro prerogative. Nell’Ottocento, infine, esse saranno distinte come “strade regie”.

I. SILVESTRI, Le strade dell’Umbrail e dello Stelvio dal Medioevo al 1900.
Foto: Castello D'Albertis Museo delle Culture del Mondo

Indirizzo

PEDENOSSO Via Scalotta
Valdidentro
23038

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