21/01/2018
ℹ STORIA DELLA CITTA'
Fiera sentinella di un mare che l’ha resa eletta tra le tante città sfiorate dall’Adriatico, Vasto domina dall’alto, svelando la sua storia alla natura, complice di tanta bellezza. E qui storia e natura armoniosamente convivono, completandosi.
🟠 La leggenda
Una leggenda attribuisce la fondazione della città all’eroe greco Diomede. Si racconta infatti che Diomede, re dell’Etolia, tornato in patria dopo la guerra di T***a e scoperto il tradimento della moglie Egialea, per la forte delusione si esiliò volontariamente dalla sua patria e, sbarcando nell’Italia centro-meridionale, fondò alcune città, tra cui Benevento, spingendosi sulla costa Adriatica fino alle isole tremiti (chiamate Diomedee Insulae). In questo suo peregrinare nel 1170 a.c. fondò anche Histonium, l’odierna Vasto.
🟡 I Frentani
Le prime notizie che attestano la presenza di una civiltà su questo territorio risalgono a tremila anni fa, quando i Frentani, popolazione italica di stirpe sannitica insediatasi sulla costa, decisero di fondare una città, chiamandola Hìston. Le testimonianze della primitiva fase dell’insediamento umano sul territorio provengono soprattutto dalle necropoli: distrutti i vecchi villaggi, sono i corredi delle sepolture a raccontare la cultura e le abitudini di questo popolo, dedito all’agricoltura ed alla caccia.
🟢 La città romana
Intorno al I secolo a.C., l’impeto espansionistico dei romani coinvolse le popolazioni italiche. La guerra sociale che le aveva viste alleate per fronteggiare l’avanzata di Roma (91-89 a.C.) si concluse con la sconf***a dei soci ed iniziò così la romanizzazione del territorio cho portò tradizioni, lingua, cultura, istituzioni, culti latini a sostituirsi a quelli italici.
Per l'importanza strategica e per il fascino del suo mare, Histon, con il nome di Histonium, divenne municipio romano (ente territoriale dotato di grande autonomia giurisdizionale ed amministrativa ed i cui cittadini godevano del privilegio della cittadinanza romana) e iniziò a godere di grande floridezza economica, tanto che fu uno dei centri più importanti dell’Italia centro-meridionale: Via Barbarotta, via delle Lame, via Crispi e corso Plebiscito erano il nucleo della città romana. Le due arterie principali erano il Cardo Romano (Corso Palizzi) e il Decumano massimo (Corso Dante) e tagliavano in maniera ortogonale la città.
Lo splendore che la città si trovò a vivere in età imperiale (I-II sec. d.c.) è provato dall’esistenza di numerosi edifici pubblici: anfiteatro, cisterne ed acquedotti, templi e terme sono solo alcune delle opere edilizie esistenti ad Histonium in questa fase della sua storia.
🔵 La tarda antichità.
Nel 346 d.c., un violento terremoto danneggiò e distrusse gran parte degli edifici di Histonium, che restò comunque ancora fortemente popolata alla fine del V secolo, secolo che segna l’inizio della fine della potenza dell’Impero Romano. In occidente, le ondate di barbari provenienti dall’Europa settentrionale ne provocarono il crollo, così che anche Histonium dovette assistere al suo lento declino. Cadute le istituzioni di Roma, molti degli edifici pubblici rimasti in piedi in seguito alle continue devastazioni persero la loro funzione e, abbandonati, perirono sotto il peso del loro passato. Tuttavia la città continuò a sopravvivere, anche se erano lontani i tempi di quella sontuosa bellezza.
🟣 La Gastaldia di Aymone e il basso medioevo.
Nell’802 l’esercito franco strinse d’assedio Histonium che passò in gastaldia ad Aymone di Dordona, il comandande che aveva diretto l’operazione militare. Questi, ricostruita la città distrutta, volle che portasse il suo nome. Nacque così la Gastaldia di Aymone, poi Guasto d’Aymone, Guasto, quindi Vasto.
Questo il motivo per cui si dice Città del Vasto: sta per città del Guasto di Aymone.
Dopo varie vicende, il Vasto nel 1047 fu dato in feudo all’abate di San Giovanni in Venere finché, con il dominio dei Normanni, Vasto cominciò a rifiorire.
Nel 1177 era una terra fortificata e grande, capace di ospitare un gran numero di personaggi illustri tra cui il papa Alessandro III.
Dal 1400, per quattordici anni, la città fu soggetta a Ladislao di Durazzo.
⚫ Vicende caldoresche (XV sec.)
Dopo un periodo in cui il Vasto passò sotto il Regio Demanio, il consiglio decurionale decise di assoldare il capitano di ventura Giacomo Caldora, che accettò l’invito dichiarandosi difensore della città ma, appena dentro le mura, aiutato dalle sue milizie, se ne proclamò Signore. La famiglia Caldora era venuta in Italia al seguito degli Angioini (1266-1441) e si stabilì in Abruzzo. Giacomo Caldora, il “gran capitano”, fu uno dei più famosi maestri d’armi dei suoi tempi, appartenente alla compagnia di ventura che faceva capo a Braccio di Montone. Era un uomo colto, di fascino e presuntuoso, tanto che aveva nel versetto biblico “il cielo è di Dio, la terra di chi più sa appropriarsene” il proprio motto araldico. Al Caldora si devono numerose opere di edificazione, ancora oggi visibili: avendo deciso di soggiornare in città, nel 1427 costruì un palazzo degno della sua potenza, nel quale raccolse numerose opere d’arte. Per difendere il palazzo, costruì una nuova cinta muraria e portò il centro della città alla massima espansione; ricostruì un castello solidissimo capace di difendere quanto possedeva. Morì nel 1439 poco dopo il termine dei lavori al castello. Gli successe il figlio Antonio che, avendo sfidato il re Alfonso d’Aragona, fu destituito nel 1442.
🔴 La dinastia dei d'Avalos (XVI-XVIII sec.)
Dopo un periodo di varie dominazioni che seguì alla signoria cadoresca e che vide alternarsi, tra il 1444 e il 1496, Innico di Guevara, Enrico di Guevara, Innico I d'Avalos, Pietro di Guevara e Roderigo d'Avalos, che morì senza eredi e prima di prenderne possesso, nel 1497, Federico III d’Aragona, avendo ricevuto numerosi servigi da Innico II d'Avalos, volle remunerarlo con il titolo di Marchese del Vasto e da quella data ha inizio una signoria durata per più di trecento anni.
Il Vasto divenne così marchesato dei d’Avalos, potente famiglia venuta dalla Spagna al comando dell'esercito aragonese, e i tre secoli del loro dominio la videro trasformarsi in una fastosa corte grazie di cui, ancora oggi, si avverte l’eco.
I d'Avalos furono signori della città fino al 1806, con Tommaso d’Avalos.
Dinastia dei d'Avalos, e consorti:
👑 I Marchese (....)
Ferdinando Francesco e Vittoria Colonna
👑 II Marchese
Alfonso III e Maria d'Aragona
👑 III Marchese (1546)
Francesco Ferdinando e Isabella Gonzaga
👑 IV Marchese
Alfonso Felice e Lavinia della Rovere
👑 V Marchese (1598)
Innico III e Isabella d'Avalos
👑 VI Marchese
Ferrante Francesco e Geronima Doria
👑 VII Marchese (1648)
Diego e Francesca Carafa della Roccella
👑 VIII Marchese (1697-1729)
Cesare Michelangelo e Ippolita d'Avalos
Quindi: Giambattista d'Avalos (IX) Diego d'Avalos (X) e, infine, Tommaso d'Avalos (XI) con il quale nel 1806 finì la dominazione della famiglia sp****la, durata per oltre tre secoli.
ℹ E questa lunga storia è diventata arte. Se ne coglie il senso percorrendo le strade o sostando sulle piazze di Vasto: chiese medievali che riposano all’ombra dei loro campanili (S.Giuseppe, S.Maria, S.Pietro), palazzi signorili (Palazzo d’Avalos, XV-XVI sec.), fortificazioni possenti (Castello, Torre Bassano - XV sec.) che custodiscono il passato raccontano la lunga corsa degli eventi.
Una storia che, da sola, attrae ma che, insieme allo scenario naturale, seduce. E, infatti, i soli scorci antichi della città ocra non conquisterebbero totalmente se il mare non fosse lo sfondo, se il lento scivolare della campagna non andasse a morire sulla costa, se l’azzurro del cielo non li avvolgesse.
Così, la natura mediterranea si manifesta sotto molteplici sembianze. Da quelle che modellano l’ampia spiaggia lunata a quelle che trasformano la sottile sabbia dell’arenile in rocciose baie. Diciotto chilometri di paesaggi marini, fotografati in immagini dai colori diversi, impressionano una natura versatile e generosa. Mentre verso sud Vasto Marina, incastonata nel golfo dorato, è un attrezzato centro balneare, a nord l’acqua limpida e pura riflette il sole che riscalda gli scogli delle romantiche calette.
Tra i tuffi nella vivacità della Marina o nella tranquillità delle calette, al mattino, tra gli appuntamenti culturali e gli incontri mondani, alla sera, i giorni a Vasto trascorrono senza lasciare, anche solo per un attimo, il rimpianto di averla scelta per le vacanze ma, semmai, solo il rimpianto di non averla vissuta fino in fondo. Ma ci sarà sempre tempo. L’anno dopo