08/05/2025
Venezia non fu costruita su terreno solido… ma nemmeno galleggia.
Sorge su centinaia di migliaia di pali di legno infissi nel terreno fangoso della laguna.
Dal 421 d.C., questa città unica sfida il tempo, l’acqua e l’ingegno umano.
Mentre la maggior parte delle città poggia su roccia o fondamenta in cemento, Venezia si erge su una complessa struttura di legno e pietra.
I pali – spesso in legno di ontano, una specie particolarmente resistente all’acqua – furono infissi profondamente nel fondo lagunare, dove l’assenza di ossigeno e il contatto continuo con l’acqua li ha resi durevoli nel tempo.
Non si pietrificano davvero, ma si induriscono e si conservano sorprendentemente bene, creando una base stabile per le costruzioni sovrastanti.
Il Campanile di San Marco si regge su circa 100.000 pali.
La Basilica della Salute ne richiese oltre un milione.
Ogni palo fu piantato a mano, con pazienza e precisione, raggiungendo anche i tre metri di profondità nel limo e nell’argilla.
Ma perché costruire proprio lì, in mezzo alla laguna?
All’inizio del V secolo, molte popolazioni del Veneto cercavano rifugio dalle invasioni barbariche.
Le isole fangose e difficili da raggiungere della laguna offrivano una protezione naturale.
Col tempo, quei rifugi temporanei si trasformarono in villaggi, poi in pontili, e infine in una città vera e propria.
Venezia non ha domato la natura.
Ha imparato a conviverci, adattandosi ai suoi ritmi e alle sue sfide.
Non galleggia per magia: resiste grazie all’ingegno, alla perseveranza e a una storia che continua, giorno dopo giorno, a sfidare l’acqua.