Il mio viaggio a Verona

Il mio viaggio a Verona Viaggia con me alla scoperta di Verona,
la celebre città di Giulietta & Romeo. IG:
(1)

Anche negli angoli nascosti del centro storico si possono nascondere monumenti che ricordano il periodo romano, e uno di...
22/09/2024

Anche negli angoli nascosti del centro storico si possono nascondere monumenti che ricordano il periodo romano, e uno di questi si trova nel cuore del quartiere Carega.
Sono nei pressi di Via Sole, a pochi passi da Ponte Garibaldi nello slargo chiamato Cortalta, un nome dalla chiara origine latina: curtis alta.

Sulla facciata del palazzo, che porta appunto l’insegna “Cortalta”, sono conservate alcune parti di un monumento di epoca romana. Di questa costruzione, in calcare bianco, rimangono due pilastri scanalati con altrettanti capitelli e, con molta probabilità, sono tutt’oggi ancora nel loro luogo originale.

Ammirando bene i resti del monumento, si può notare il particolare pregio delle decorazioni a bassorilievo, che raffigurano alcuni grifoni. Creature leggendarie con ali, corpo di leone e testa d’aquila, da millenni presenti nell’iconografia artistica e diffuse nelle leggende di epoca medievale.

È solo un’ipotesi, ma probabilmente quest’area, in epoca romana, era molto frequentata. Si presume che qui ci fosse un grande complesso termale, del quale però non rimangono che poche testimonianze. Si può trovare qualcosa in vicoletto Sole, nel tratto nord di via Garibaldi, e in piazzetta Santa Maria in Solaro. Al di sotto degli attuali palazzi si possono infatti scorgere alcuni tratti di quello che fu un vecchio impianto di riscaldamento, con parti di condotte e vasche.


Le 100 cose da fare a Verona:52 - Cercare i segni della potenza commerciale della città nella Vecchia DoganaAll’interno ...
20/09/2024

Le 100 cose da fare a Verona:
52 - Cercare i segni della potenza commerciale della città nella Vecchia Dogana

All’interno delle antiche contrade di Braida e di San Fermo, direi ormai nei pressi del rione Filippini, si trova la sede dell’ex Dogana, un complesso architettonico di stile neoclassico che testimonia l’importanza commerciale della città.

La Vecchia Dogana è forse l’edificio più importante di questo rione, sia sul piano stilistico che su quello monumentale. Consta di due parti: la “Dogana delle merci a terra”, un grande edificio con cortili e loggiati, che venne costruito alla metà del XVIII secolo su idea di Scipione Maffei e iniziativa del Consiglio della città di Verona, col bellissimo progetto dell’architetto Alessandro Pompei, e la “Dogana per le merci provenienti per acqua”, che presenta una gradinata sul fiume, costruita nel 1792.

Il grandioso e monumentale complesso fu costruito senza consultare il governo di Venezia, che al tempo dominava la città, e questo fatto creò non poche polemiche: i veneziani, infatti, criticarono la scarsa funzionalità del primo edificio e l’esagerato costo (circa trentaseimila ducati), oltre alla sfarzosità che contraddiceva gli ideali pratici tipici della Serenissima.

La Serenissima, inoltre, guardava con sospetto questa costruzione, che rivendicava l’autonomia commerciale sulla terra della città scaligera, ben consapevoli del fatto che era mal tollerata e che i veronesi avrebbero preferito il governo dell’Austria, sotto il quale erano stati dal 1509 al 1517.

Questa fu l’ultima opera realizzata sotto il dominio della Serenissima nella nostra città. Pochi anni dopo la Repubblica Veneta p***e la sua indipendenza e fu assegnata all’Austria col trattato di Campoformio.
Attualmente l’edificio della Dogana di terra, ristrutturato dopo i danni subiti nell’ultima guerra, è sede della Soprintendenza per i Beni artistici e storici del Veneto.

E Voi, avete mai visitato la Vecchia Dogana? Se vi va, pubblicate la vostra foto e taggatemi!


Mi trovo da Lemon Tree Cafè, una nuova pasticceria/caffetteria presente in città. Un po’ fuori dai miei soliti giri vero...
19/09/2024

Mi trovo da Lemon Tree Cafè, una nuova pasticceria/caffetteria presente in città. Un po’ fuori dai miei soliti giri veronesi, ma devo dire che arrivando in auto c’è un parcheggio ampio e comodissimo dove fermarsi, e da lì si arriva al locale in breve tempo.

Ci tenevo molto a passare, dato che una delle loro specialità è il cube-croissant, che ho già avuto modo di assaggiare in altri vari posti.

Il locale è abbastanza grande, con più di 30 posti a sedere, un’atmosfera molto accogliente con dettagli volontariamente retrò, interni luminosi con elementi moderni e minimalisti. Il menù, presente nel QR code, era molto variegato... ma io volevo il croissant cubico, niente da fare. La scelta era per me obbligata!
Il personale è stato estremamente gentile e accogliente, illustrandomi le varie versione del suddetto croissant. Alla fine ho scelto il cube al caramello salato, che mi ispirava molto.

Il croissant devo dire che mi ha soddisfatto, ottimo l’impasto e pure la crema all’interno, con la farcitura di caramello salato che sicuramente è stata un plus (a me piace particolarmente). Ottimo anche il cappuccino.

È sicuramente un locale che si è ritrovato con un’improvvisa grande affluenza, grazie anche al tam-tam dei social che l’hanno reso in breve tempo molto popolare. Prendendoci le misure, credo siano riusciti ad organizzarsi bene per soddisfare tutti, cercando in tutti i modi di rispettare ritmi impegnativi e seguendo il cliente, magari pure aggiungendo qualche piacevole chiacchiera e battuta. In definitiva, un servizio perfettamente in linea con il locale: conviviale, informale, giovane e amichevole.

Sicuramente, se passerò da quelle parti, tornerò volentieri. Magari per il nuovo servizio brunch, che propongono già da qualche mese.
*Indirizzo: Via Ca’ di Cozzi, 10/C, Verona.


“lo penso all’Adige, al verde sonante Adige che deve cantar così bene la sua nota profonda sotto ai ponti, e agli alberi...
18/09/2024

“lo penso all’Adige,
al verde sonante Adige che deve cantar così bene la sua nota profonda sotto ai ponti,
e agli alberi rifioriti sulla riva,
e alle finestre che guardano quegli alberi e il fiume,
e penso anche come devono essere belli i colli che inghirlandano la bellissima Verona,
e come più allegro che mai deve schiamazzare nel suo vivace idioma quel matto popolo catulliano.
E penso in mezzo a tutto ciò un dolce viso”.
(Giosuè Carducci)


“…io mi ribello a questa legislazione falsa d’intelletti plumbei che non vedono di là d’una spanna, e che per paura dell...
16/09/2024

“…io mi ribello a questa legislazione falsa d’intelletti plumbei che non vedono di là d’una spanna, e che per paura delle idee s’affogano nei fatti, riuscendo a non intendere i fatti ed a non ritrovarne le idee.”
(Gaetano Trezza, Saggi postumi, 1885)

Palazzo Bocca Trezza, in passato noto come Palazzo Murari della Corte Bra, è un edificio storico d’impostazione classicheggiante situato nel quartiere di Veronetta.
L’edificio venne realizzato intorno alla metà del XVI secolo come dimora per i conti Murari della Corte Bra ma anche come sede per la produzione di pregiati tessuti, che venivano lavorati nel giardino costeggiante il Fiumicello. Un buon periodo per il quartiere, in cui vennero costruiti diversi palazzi prestigiosi a causa di una forte espansione economica del ceto mercantile.

I Murari della Corte Bra rimasero proprietari del palazzo fino al 1837, che nel 1853 venne acquisito dalla famiglia Bocca Trezza, divenendo così residenza, per un lungo periodo, anche dello scrittore Gaetano Trezza. Entrata in possesso del palazzo, la famiglia ne modificò l’assetto in maniera significativa, demolendo il corpo di fabbrica lungo via San Nazaro e modificando il corpo delle scuderie che dava su via XX Settembre.

Nel 1922 alla morte di Lavinia Trezza, ultima erede della famiglia Bocca, passò per testamento al Comune di Verona che lo destinò a sede del partito fascista cittadino per tutto il corso del ventennio, periodo che culminò con la costruzione della Casa del Giovane Fascista nel 1934, nell’angolo sud-est del giardino. Al termine della seconda guerra mondiale venne lentamente restaurato dai danni bellici e quindi adeguato per poter ospitare la sede dell’Istituto d’arte “Napoleone Nani”, che vi si trasferì nel 1970. Al trasferimento dell’Istituto, il palazzo cadde in uno stato di abbandono, accumulando nel tempo numerosi danni.

Dal 2021 è iniziato un importante intervento di restauro conservativo dell’intero complesso.


Due donne, more e avvenenti, disegnate sull’insegna di un’osteria. Da questo “particolare” prende il nome il Vicolo More...
15/09/2024

Due donne, more e avvenenti, disegnate sull’insegna di un’osteria. Da questo “particolare” prende il nome il Vicolo Morette, piccola strada che si dirama da via Roma all’altezza di piazzetta Pasque Veronesi, sfociando poi in corso Cavour.

Fu proprio l’osteria “Alle Due Morette” a dare il nome a questo vicoletto, e sappiamo che probabilmente, prima del ‘700, la stradina era intitolata ai Perez, nobile famiglia che proprio lì aveva dimora.

La data di nascita dell’osteria Alle Due Morette è il 1742 e, a gestirla, era un tale Piero Bonzi, oste sicuramente capace ed esperto visto che il suo locale divenne, ben presto, molto rinomato.
Nei secoli è cambiata la gestione ma l’osteria è sopravvissuta a lungo, arrivando fino ai giorni nostri nonostante un cambio di nome. Oggi nello stesso luogo vi ritroviamo il ristorante “Casa Vino”, mentre vicino vi è il ristorante “I Masenini”, che prende il nome da un altro episodio della storia dell’osteria Alle Due Morette.

Quella dei Masenini, nel 1830, era una società segreta patriottica. Il suo nome deriva dal verbo “masenàr”, usato con il significato di prepararsi alla futura unificazione dell’Italia e anche con il significato di picchiare l’austriaco oppressore. E, proprio Alle Due Morette, i Masenini avevano il loro quartier generale, in una saletta nascosta.
Della società dei Masenini faceva parte anche un personaggio illustre del tempo, il conte Giovanni Battista De Persico, e proprio nella saletta dell’osteria gli irredentisti tramarono un’insurrezione. Nel 1831 però furono scoperti, e incarcerati.

In effetti, sia Casa Vino che I Masenini hanno parecchie storie da raccontare. Ci farò un pensierino, per il mio tour invernale delle osterie.


Flagello biblico che si riteneva relegato ad altri tempi e ad altri luoghi, il 25 agosto 1542, all’una di pomeriggio, il...
13/09/2024

Flagello biblico che si riteneva relegato ad altri tempi e ad altri luoghi, il 25 agosto 1542, all’una di pomeriggio, il cielo sopra Verona si oscurò completamente: non un’eclissi, ma l’invasione di miliardi di cavallette.

Inizialmente un soffio, un sibilare strano che ricordava il vento, quando si infila veloce tra i vicoli stretti. Gli animali si inquietavano nelle case, si sentivano i cani abbaiare sempre più forte.

I veronesi intimoriti dapprima esitavano ad affacciarsi ma poi presero coraggio e, dalle finestre, videro come un diluvio universale di milioni di locuste, che precipitavano dal cielo sulla città. La loro quantità era tale che, come un’eclissi di sole, oscuravano Verona.
Gli sciami immensi procedevano ad ondate. I più credenti si rifugiavano nelle Chiese e pregavano intensamente, pensando fosse arrivato “Il giorno del Signore”, così come immaginato da Gioele nel Libro dei Profeti.

Ogni male però ha sempre un inizio, ma anche una fine. Non c’è più cibo, le locuste voraci hanno divorato tutto e si spostano altrove. A Verona torna la pace.
I veronesi pian piano uscirono dalle loro case dove si erano asserragliati, vedendo desolazione e distruzione. Gli alberi non avevano più foglie, i campi avevano un solo colore come dopo un incendio.

Ma Verona è una città forte, e i suoi abitanti erano decisi a rimettere tutto a posto il più rapidamente possibile. Raccolsero i cadaveri degli ortotteri maledetti e ne fecero cenere; ararono profondamente i campi e ripiantarono tutto, meglio di prima.

Due iscrizioni in città, un po’ nascoste alla vista, ricordano questo evento. Una si trova a S. Bernardino, in coabitazione con due segnalazioni di piena dell’Adige; l’altra, in foto, nel volto che mette in comunicazione Piazza Indipendenza con il Cortile del Tribunale, a due passi da Piazza dei Signori.

L’iscrizione, in alto, dice:
“1542 a die de agosto vene le chavalete in questo paese maio tute le erbe el mejo el panico; vene tante che oscurea el sole”

che nell’italiano dei giorni nostri, recita:
“Il 28 agosto 1542 un’invasione di cavallette distrusse le coltivazioni di miglio e di panico; eran tante da oscurare il sole”


Immerso nel cuore del quartiere Cittadella, l’Hotel Leon D’Oro è una struttura brillante, arricchita da spazi aperti ed ...
12/09/2024

Immerso nel cuore del quartiere Cittadella, l’Hotel Leon D’Oro è una struttura brillante, arricchita da spazi aperti ed un arredamento di alta qualità.
L’ingresso maestoso dell’hotel vi introduce in un ambiente luminoso e raffinato, tra colonne di marmo chiaro e lampadari in vetro di Murano.

Situato in una posizione strategica, a circa 600 metri dal centro città, si trova poi a due passi dalla principale stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova ed è comodissimo alla zona Fiera.

L’Hotel Leon d’Oro dispone di 190 camere di diversa tipologia: dalla Classic alla Royal Suite.
Tutte le camere, come dotazione base, hanno bagno privato, climatizzazione autonoma, Tv con programmazione Sky Cinema e Sky Sport, minibar, telefono con linea esterna diretta, cassetta di sicurezza digitale, connessione internet Wi-Fi, asciugacapelli, linea cortesia completa di comode pantofole e morbida biancheria in bagno.

Una speciale cura è dedicata alla colazione, con particolare accortezza nella scelta dei prodotti del buffet, sempre freschi, genuini e di altissima qualità. Un’ampia e ricca selezione di prodotti di primissima scelta e una varietà di articoli, per soddisfare qualsiasi palato e preferenza. Non mancano prodotti dedicati ai celiaci, dietetici e una buona scelta di cibi integrali. Le migliori specialità della cucina italiana, rivisitata in chiave internazionale vengono poi offerte dal Ristorante Leon d’Oro. Piatti deliziosi, atmosfera calorosa, con un servizio impeccabile.

Ma il cuore, e uno dei punti di forza dell’hotel, è sicuramente l’area congressuale. Il Meeting Centre, da sempre punto di riferimento per la città, dispone di 11 capienti e luminose sale, in grado di ospitare da 3 a 400 partecipanti e 3 spazi multifunzionali, tutti attrezzati con strumenti tecnologici all’avanguardia ed in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza e di allestimento
Il foyer e la lounge completano l’offerta congressuale, e rendono possibile la registrazione dei partecipanti, la disposizione di stand promozionali e l’organizzazione di servizi ristorativi proprio nei pressi delle sale meeting.
*Indirizzo: Viale del Piave, 5, Verona.


Le 100 cose da fare a Verona:51 - Giocare al Tocatì!In questi giorni si sente parlare di “Tocatì”, arrivato ormai alla v...
11/09/2024

Le 100 cose da fare a Verona:
51 - Giocare al Tocatì!

In questi giorni si sente parlare di “Tocatì”, arrivato ormai alla ventiduesima edizione. Lo conoscete tutti?
Il Tocatì, ovvero “il Festival Internazionale dei Giochi in Strada” è una manifestazione italiana di Giochi e Sport Tradizionali che si svolge ogni anno a Verona, sempre a metà settembre. Il nome deriva dall’espressione veneta “toca a ti”, ovvero tocca a te, è il tuo turno.

La manifestazione è incentrata sulla riscoperta, la valorizzazione e la salvaguardia dei Giochi e Sport Tradizionali che vengono ritenuti parte fondamentale della cultura di un territorio. Il Tocatì, organizzato a partire dal 2003, ha la durata di tre giorni, durante i quali le comunità ludiche tradizionali propongono e si sfidano in 100 giochi di strada, in arrivo da tutta Italia.

L’edizione di quest’anno, dal titolo “L’Italia che Gioca”, si svolgerà dal 13 al 15 Settembre e si apre con grandi novità: la presenza per la prima volta di giocatori e giocatrici da tutte le regioni d’Italia e lo spostamento dell’evento nel quartiere di Veronetta. Sarà un vero e proprio viaggio tra le diversità dei territori di cui si compone l’Italia, con i suoi colori e tradizioni.

Nei tre giorni di Festival torna anche “l’Osteria del Gioco”, a Porta Vescovo, in cui è possibile degustare vini di cantine locali e specialità gastronomiche da aziende agricole del territorio. Inoltre, immersa nel verde, la Cucina di San Nazaro Alto accoglierà gli ospiti con una veduta inusuale e romantica sulla città.
Non mancheranno poi le “Riflessioni di Tocatì” con incontri, proiezioni e presentazioni con docenti universitari, pedagogisti, psicologi e psichiatri, redattori, editori, scrittori e illustratori e personalità del mondo dello spettacolo.

Ah, dimenticavo: Il Tocatì di Verona è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità UNESCO il primo dicembre 2022.

E Voi, avete mai partecipato al Tocatì? Se vi va, pubblicate la vostra foto e taggatemi!


Il primo Lazzaretto in Europa fu istituito dalla Serenissima Repubblica di Venezia nel 1423 quando stabilì che, il ricov...
10/09/2024

Il primo Lazzaretto in Europa fu istituito dalla Serenissima Repubblica di Venezia nel 1423 quando stabilì che, il ricovero utilizzato alloggiare i pellegrini in transito per la Terra Santa, fosse destinato per porre in isolamento persone infette da malattie contagiose, a scopo profilattico. Dopo Venezia, altre città adottarono questo sistema: Milano prima fra tutte, e poi Verona.
Attribuito quasi unanimemente al Sammicheli, il Lazzaretto di Verona, iniziato nel 1549 e completato nel 1628, appena due anni prima della grande epidemia di peste del 1630, sorge in località Porto San Pancrazio.

Venne utilizzato fino al Settecento per gli scopi sanitari per cui era nato, ovvero ricoverare e isolare gli ammalati e nei secoli successivi, a periodi alterni, come deposito di esplosivi e munizioni. Proprio a questo uso, nel periodo della dominazione austriaca e durante la seconda guerra mondiale, si deve la distruzione del monumento, che avvenne il 20 maggio 1945 per una violenta deflagrazione. Nel 1960, il tempietto centrale fu parzialmente ricostruito nella forma attuale.

Nel 1978 venne creata l’ “Associazione Pro Loco Lazzaretto”, con il preciso scopo di salvare il tempietto e quanto ancora rimaneva dell’intero complesso. L’Associazione, in attesa di provvedimenti a favore dell’opera, iniziò il lavoro di ripulitura del tempietto da arbusti, sterpaglie e rovi che lo avevano circondato e invaso in più punti.

Il 14 luglio 2014, l’allora Sindaco consegnò al Fai (Fondo ambiente italiano) il complesso architettonico del Lazzaretto. Stando alla convenzione stipulata, il Fai si impegnava a riqualificare, per gestire e valorizzare poi, la superficie storico-ambientale precipitata nel vandalismo e nell’incuria.

Successivamente, tornato al Comune di Verona, è oggi gestito dagli “Amici del Lazzaretto”, associazione culturale costituita nel dicembre 2020 per raccogliere la preziosa eredità lasciatagli dal FAI. L’obiettivo è la salvaguardia e la valorizzazione del complesso monumentale, che prevede la manutenzione del verde, lo svolgimento di eventi culturali, e attività didattiche legate alla biodiversità.


Nel cuore della città, nella celebre via Mazzini regno del turismo e dello shopping, la Forneria Mazzini di Scaravelli o...
09/09/2024

Nel cuore della città, nella celebre via Mazzini regno del turismo e dello shopping, la Forneria Mazzini di Scaravelli offre la possibilità di assaggiare dell’ottimo street food artigianale take away, o da consumare nella comoda saletta al piano superiore. Una posizione privilegiata, che permette ai clienti di godere degli scorci più spettacolari e di vivere un’esperienza immersiva.

La Scaravelli:Forneria, originaria di Mantova, è un ottimo forno e luogo dove acquistare artigianali realizzati utilizzando materie prime accuratamente selezionate, oltre alle migliori tipicità mantovane sia dolci che salate. Nel loro laboratorio, gli chef producono ogni giorno pasta fresca e tutti i prodotti poi acquistabili nelle loro rivendite (tra cui, appunto, la Forneria Mazzini) e pure nello shop online (in quest’ultima modalità, chiaramente non troverete i prodotti da consumare al momento).
Scaravelli sono un gruppo di chef e pasticceri che lavorano con passione e professionalità materie prime di alta qualità, selezionate con un’attenzione scrupolosa nella loro provenienza italiana e locale.

Quando si tratta di sfiziosi spuntini per spezzare la fame durante le passeggiate cittadine, il loro banco del fresco non ha rivali. Scegliete tra le tante proposte dei prodotti da forno: pizze, crunch, focacce e panini non mancano mai!
*Indirizzo: Via Giuseppe Mazzini, 70, Verona.


“Cadetto dei mari, poeta dell’avventura,�padre di eroi immortali, varcò l’orizzonte dei sogni, qui nacque.”Emilio Salgar...
07/09/2024

“Cadetto dei mari, poeta dell’avventura,�padre di eroi immortali, varcò l’orizzonte dei sogni,
qui nacque.”

Emilio Salgari, nato a Verona il 21 agosto del 1862, visse gran parte della sua infanzia a Negrar, dove spesso poi tornò durante le vacanze estive, essendo legatissimo alla famiglia che lo aveva allevato e alle dolci colline della Valpolicella.

L’installazione, presente proprio all’ingresso della Biblioteca Civica, è alta due metri e realizzata in bronzo dall’artista scultore Sergio Pasetto per la fonderia artistica Fratelli Folla di Dossobuono, venne donata alla cittadinanza dall’associazione Fantàsia.

Autore straordinariamente prolifico, è ricordato soprattutto per aver creato le saghe d’avventura del ciclo dei Pirati della Malesia (del quale è protagonista il suo personaggio più celebre, Sandokan) e dei corsari delle Antille (in cui spicca il personaggio del Corsaro Nero). Scrisse anche romanzi storici, come “Cartagine in fiamme”, e diverse storie fantastiche, come “Le meraviglie del Duemila” in cui prefigura la società di allora a distanza di un secolo, vero precursore della fantascienza in Italia.

Purtroppo, come successe a tanti artisti come Van Gogh, lo scrittore e filosofo Kafka e Melville, autore di Moby Dick, anche Salgari non ebbe in vita il successo che gli fu riservato postumo.
Una lettera che arrivò fino ai giorni nostri, che lui spedì alle tante case editrici “colpevoli” di riservargli pochi riconoscimenti per i suoi molti sforzi, diceva:

“A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dato pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna.”

Salgari oggi riposa al Cimitero Monumentale della nostra Verona. Se cercate la sua lapide, si trova in un’ala laterale del cimitero ed è sempre ornata di fiori.
Su di essa sono riportate le seguenti parole:

“Emilio Salgari�romanziere e poeta dell’avventura�qui riposa per volontà�della sua Verona”.


In via Sottoriva, nei locali che per vari anni hanno ospitato la celebre birreria Taverna degli Scaligeri, dal 2009 è ap...
06/09/2024

In via Sottoriva, nei locali che per vari anni hanno ospitato la celebre birreria Taverna degli Scaligeri, dal 2009 è aperto il ristorante Tigella Bella.
Qui, nell’antichità, vi era un deposito di olio per i commercianti che attraccavano sul lungadige Donatelli, per poi commerciare i loro beni. La storia fa proprio parte di via Sottoriva, tant’è vero che ai civici 1 e 3 si trovano due edifici residenziali, risalenti al XIII e XIV secolo, un tempo appartenenti alla famiglia dei Montesilice (o Monselice). Famiglia che diede i natali a Esterina, moglie di Pietro II Alighieri, discendente diretto di Dante Alighieri.

Oltre ad essere immerso nella storia, il locale ha la possibilità di ospitare fino a 250 persone, rendendolo tra i più grandi del centro storico. Un ambiente caldo ed accogliente, ripartito su varie sale, poste in differenti livelli dell’edificio, che offrono una piacevole sensazione di intimità anche nelle sere più affollate. Oltretutto, il fiore all’occhiello è il suggestivo plateatico, ricavato lungo i muraglioni del lungadige Donatelli, dai quale si gode di una vista spettacolare sul fiume Adige, Castel San Pietro ed il Teatro Romano.

Tigella Bella porta avanti la tradizione della cucina emiliana, con le classiche specialità di Tigelle e gnocco fritto, da farcire a piacere attingendo da un’abbondante selezione di salumi, formaggi, creme, salse salate e dolci. Tigelle e gnocco fritto andrebbero poi mangiate sorseggiando un buon bicchiere di Lambrusco, presente in listino assieme ad una bella selezione di altri vini provenienti da varie regioni della pen*sola, oltre a birra e altre bevande per soddisfare i gusti di tutti.
Un locale con prodotti di ottima qualità, a lavorazione semplice e con pochi ingredienti genuini, come la tradizione richiede.
*Indirizzo: Via Sottoriva, 24, Verona.


Mi trovo in Via Giovanni Battista Moschini, o solo Giovanni Moschini (vi sono targhe d’intitolazione diverse), strada ch...
04/09/2024

Mi trovo in Via Giovanni Battista Moschini, o solo Giovanni Moschini (vi sono targhe d’intitolazione diverse), strada che collega via Breccia San Giorgio con via Madonna del Terraglio.

Ubicata nel rione di Santo Stefano, e in passato denominata via Dietro le Mura, vi è qui un’insolita e affascinante atmosfera vintage, amabile o malinconica secondo i punti di vista. Rispettivamente ai numeri civici 11/B ed 11/A si trovano le sedi dell’Istituto tecnico “Marco Polo” e del Liceo “Girolamo Fracastoro”. L’edificio di quest’ultimo ha soppiantato il preesistente brefotrofio che accoglieva, faceva crescere ed assisteva neonati illegittimi, lasciati soli o a rischio d’abbandono, fondato appunto da G.B. Moschini. Al quale, poi, venne giustamente dedicata la via.
Negli anni a seguire, si pensò di accogliere anche le ragazze-madri che vi si rivolgevano per cercare aiuto. Così, alla funzione di brefotrofio, s’aggiunse quella di maternità, diventando però di competenza della Provincia.

Sulla facciata che dà su via Moschini, nella parte sopravvissuta della struttura, è tuttora presente una rovinata lastra marmorea che ufficializzava l’attività del complesso: “Brefotrofio e Maternità provinciale – Servizi dipendenti”. Sulla destra, si legge un po’ a fatica l’anno di collocazione (1930) mentre la parte seguente, che dovrebbe essere stata “relativo all’anno VIII dell’era fascista”, è stata rimossa.

Nel sito del Liceo Fracastoro, alla voce “Storia del Liceo Fracastoro”, si legge:
“Quando, nel 1970, la città superò i 250.000 abitanti, la maternità divenne per Legge competenza degli Istituti Ospedalieri e l’Amministrazione Provinciale, costruito il nuovo brefotrofio delle Torricelle, destinò il fabbricato ad edificio scolastico nel 1972/73, anno di nascita del nostro Liceo”.

Un viaggio nel tempo della Verona che fu, dove bambini e madri nel disagio trovavano aiuto e supporto.


La chiesa di San Fermo Minore di Brà, meglio conosciuta con il nome di Chiesa dei Filippini, sorge nel Rione Filippini.L...
03/09/2024

La chiesa di San Fermo Minore di Brà, meglio conosciuta con il nome di Chiesa dei Filippini, sorge nel Rione Filippini.
La precedente abbazia benedettina del XIV secolo, con annesso cimitero, residenze, corti e orti, nel 1712 furono concesse alla Congregazione dell’oratorio di San Filippo Neri (o dei Filippini), che dal 1715 cominciarono a officiare nella chiesetta.

Nel 1746 i Padri Filippini, che ritenevano la precedente chiesa troppo piccola e angusta, commissionarono il progetto di un nuovo edificio all’architetto veneziano Andrea Camerata, che propose un’architettura affine ai modelli palladiani.
I cantieri iniziarono nel 1759 e terminarono nel 1791, quando venne consacrata dal vescovo di Verona Giovanni Andrea Avogadro.

Durante i bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale la chiesa subì diversi danni, in particolare andarono distrutti la copertura, l’abside e l’adiacente oratorio; i conseguenti lavori di restauro iniziarono nel 1952 per terminare già nel 1954.
Ancora oggi, nel lato destro della chiesa dopo la nicchia con l’apostolo San Jacopo Maggiore, si apre una specie di grotta: sul muro di fondo sono state sistemate le pietre sulle quali vennero martoriati San Fermo e San Rustico.

Curiosità: Fu proprio qui dai padri Filippini che, il 21 aprile 1949, vennero uniti in matrimonio, quasi in segreto, Maria Callas e Giovanni Battista Meneghini. L’imprenditore veronese, infatti, abitava vicino alla chiesetta di San Pietro Incarnario, nella parrocchia retta dai religiosi: quella casa fu anche la prima dimora dei due sposi, prima del loro trasferimento in via Leoncino.
Il matrimonio non si celebrò nella chiesa principale dei Filippini, ma nella piccola ca****la tuttora usata dai padri per la loro preghiera quotidiana. E officiata dal curato di allora, padre Ottorino Chievegato. Una celebrazione sottotono, nascosta, poichè la famiglia di Meneghini non era d’accordo ma anche perchè la Callas era cristiana ortodossa. Questo, prima del Consiglio Vaticano secondo, dava luogo ad un matrimonio “di mista religione”, come si legge appunto sul registro parrocchiale. A causa di questo, non era “ufficialmente” possibile impartire la benedizione nuziale.

Le 100 cose da fare a Verona:50 - Far “la ronda” nei camminamenti di CastelvecchioVisitando il Museo di Castelvecchio, a...
02/09/2024

Le 100 cose da fare a Verona:
50 - Far “la ronda” nei camminamenti di Castelvecchio

Visitando il Museo di Castelvecchio, attraversato il tunnel coperto tra l’ala della Reggia e il Mastio (ove sono esposti i reperti Longobardi, con l’adiacente sala Armi, nell’allestimento di Arrigo Rudi), si esce all’aperto, con la possibilità di accedere ad un percorso merlato riaperto al pubblico nel 2007, che conduce alla Torre dell’Orologio.

Qui, salendo fin sopra al livello superiore, si apre uno straordinario panorama sulla città, le colline e il fiume Adige, che consente di cogliere lo stretto rapporto del castello con il territorio urbano.
Il percorso fino alla Torre dell’Orologio è un breve tratto del raccordo con la Cittadella realizzato da Gian Galeazzo Visconti, alla fine del XIV secolo. All’interno della Torre è collocata la statua equestre di Mastino II della Scala, scolpita intorno al 1350, che visivamente si rapporta, pur rispettandone la supremazia, alla statua di Cangrande I, commissionata da Mastino II stesso per celebrare il suo predecessore. Venne rimossa nel 1986, per ragioni conservative, dalle Arche Scaligere e trasferita qui al Museo di Castelvecchio.

Da qui, poi, è possibile accedere ad un giardino pensile segreto tra le torri del castello.

E Voi, avete mai visitato i camminamenti di ronda di Castelvecchio? Se vi va, pubblicate la vostra foto e taggatemi!


Il Re Carlo è un locale storico di Verona, uno di quelli che esistono da sempre e non passano mai di moda. Simone e Anto...
31/08/2024

Il Re Carlo è un locale storico di Verona, uno di quelli che esistono da sempre e non passano mai di moda.

Simone e Antonello l’hanno gestito dal 1997 fino al 2014, quando lasciarono di fronte all’offerta arrivata dalla famiglia Barca, che già gestiva il ristorante Tre Marchetti e il Torcolo.

Il “Re” è presente a Verona da oltre mezzo secolo, situato a poche centinaia di metri dall’Arena e piazza Bra.
Dotato di un carattere forte ed una grande personalità, è una po’ una rivisitazione italiana dei pub inglesi e delle birrerie tedesche: un locale dove si può bere e mangiare sino a tarda notte, spendendo il giusto.

Disposto su due sale e dotato di un piccolo plateatico estivo (posto all’ingresso di vicolo Dietro Liston), è considerato ai giorni nostri il primo vero e unico bar “sport” in città.
All’entrata vi è un grande bancone in legno scuro, di quelli che hanno vissuto innumerevoli storie da raccontare, e sul soffitto una collezione con quasi trecento sciarpe di vari team calcistici, proveniente da tutto il mondo, frutto di una tradizione iniziata dai precedenti proprietari in occasione dei mondiali di calcio di Italia 90.

Nella parete di fronte al bancone ci sono quadri incorniciati con gli autografi di vari personaggi famosi che sono passati di qui, tra cui Piero Pelu, Paolo Belli, Antonella Clerici, Riccardo Cocciante, Elisa, Gemelli Diversi, Articolo 31, Elio e le Storie Tese, Negrita, Aldo Giovanni e Giacomo, Afterhours, e tanti altri.

Un’altra sala sul retro, con una grande tv maxischermo, permette la visione di svariati eventi sportivi.


Indirizzo


Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Il mio viaggio a Verona pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a Il mio viaggio a Verona:

Video

Condividi

Agenzie Di Viaggio nelle vicinanze