26/02/2022
Sembra quasi incredibile che ci sia un'opera di Michelangelo a Bassano Romano, piccolo borgo della Tuscia. Ma come c'è finita lì? Beh, la storia è abbastanza rocambolesca e racconta che il grande Genio, incaricato di scolpire una statua di Cristo per la Chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma, arrivato a buon punto col lavoro, dovette interromperlo all'altezza del volto di Gesù perché dal marmo emerse una venatura nera. La statua "difettata" fu regalata ad uno dei committenti, che la piazzò nel suo giardino, mentre Michelangelo si apprestava a realizzare il Cristo che ancora oggi ammiriamo a Santa Maria sopra Minerva (e stavolta andò più o meno tutto liscio).
Ma la storia della prima versione del Cristo Portacroce non terminò nel giardino del suo committente. Dopo anni e alterne vicissitudini, giunse nelle mani del marchese Vincenzo Giustiniani, che la fece terminare da un altro scultore (qualcuno fa il nome di Bernini, ma non abbiamo documentazione certa, solo indizi stilistici). È per questo che oggi possiamo ammirarla nella chiesa del Monastero di San Vincenzo Martire a Bassano Romano, fatto erigere proprio dal marchese, che intanto stava lavorando anche alla splendida Villa che domina il borgo.
Con Igers Viterbo ho avuto il grande privilegio di poterla ammirare da vicino e vi garantisco che l'emozione la sento ancora sulla pelle... I miei occhi non riuscivano a staccarsi dalle pieghe eleganti del marmo, dalle linee armoniose, dalla luce candida che emanava... E da quella vena della pietra, che da difetto è diventata una firma.