10/07/2021
CASTELLO SFORZESCO
Galeazzo II Visconti, divenuto Signore di Milano, costruisce, tra il 1360 e il 1370, una rocca a cavallo della cinta medievale, inglobando la pusterla di Porta Giovia . Il successore Gian Galeazzo aggiunge alla costruzione, nel 1392, edifici per gli alloggiamenti delle truppe stipendiate. Le due parti della struttura sono separate dal fossato della cinta medievale, il cosiddetto fossato morto, e verranno collegate solo successivamente da Filippo Maria, l'ultimo dei Visconti. È proprio in questo periodo che il Castello, il più grande tra quelli edificati dai Visconti, di pianta quadrata di circa 180 metri di lato, munito di quattro torri anch’esse quadrate e di un ampio recinto, diventa residenza; i campi incolti sul lato nord-ovest si trasformano in un “zardinum” o “barcho”.
L'ultimo Signore della dinastia trascorre qui un'esistenza solitaria, confinandosi con la corte nell'immensa dimora in cui muore senza eredi legittimi. Lascia infatti una sola figlia, Bianca Maria, legittimata dall'Imperatore Sigismondo nel 1426 e andata in sposa nel 1441 al condottiero Francesco Sforza, chiamato da Filippo Maria Visconti a difendere il Ducato dai Veneziani. Della rocca viscontea resta ancora oggi il basamento in pietra grigia di serizzo sul fossato morto e sui lati esterni della Rocchetta e della Corte Ducale.
Il capitano di ventura di origine romagnola, Francesco Sforza, uomo di grandi capacità militari e di notevole abilità politica, riesce a farsi accogliere dai Milanesi come liberatore. Il 25 marzo 1450 ..
Preso il potere, egli si preoccupa immediatamente di rinnovare il Castello visconteo. Francesco Sforza giustifica la ricostruzione con il desiderio di abbellire la città e di garantire la sua difesa contro i nemici esterni.
Coerentemente, nel 1452, assolda ingeneri militari e architetti progettando la facciata verso la città, con l'alta torre centrale d'ingresso. Alla facciata verso la città vengono aggiunte due massicce torri angolari rotonde con rivestimento in serizzo a punta di diamante, più consone a resistere alle nuove artiglierie dell’epoca. Il successore Galeazzo Maria muore nel dicembre 1476 per una congiura e il figlio, Ludovico Maria detto il Moro, si appropria del potere. Colto, amante delle arti, il Moro chiama alla corte milanese, divenuta tra le più raffinate dell’epoca, grandi artisti, tra cui Donato Bramante e Leonardo da Vinci, di cui oggi possiamo ammirare la Sala delle Asse. Nel 1490 commissiona a Bartolomeo Suardi detto il Bramantino la decorazione della Sala del Tesoro. I lavori per rendere il Castello sempre più sfarzoso si interrompono nel 1497, quando la consorte del Moro, Beatrice d’Este, muore di parto, e si avvicinano le truppe francesi a Milano. Ludovico il Moro, dopo alterne vicende, muore prigioniero in Francia nel 1508.
Da vedere , la sala delle Asse decorata da Leonardo, La Pala Trivulzio di Andrea Mantegna, opere di Tiziano Vecellio, Giovanni Bellini, gli Arazzi del Bramantino, gli arredamenti quattrocenteschi. Il Barcho è invece oggi occupato dal Parco Sempione.