23/02/2024
Le maggiori associazioni di categoria di guide ambientali escursionistiche nazionali hanno emanato un comunicato in cui si oppongono alla proposta di riforma legislativa che prevede, anche, l’istituzione della figura di “guida escursionistica di montagna” che nella sostanza farebbe confluire le attuali G*E e figure analoghe (Guide Naturalistiche, etc) in elenchi speciali, quindi in professioni ordinistiche.
FederEscursionismo non è stata interpellata dalle associazioni di cui sopra, ma in ogni caso non avremmo aderito a questa iniziativa.
Pertanto ci preme sottolineare che NON parlano a nome di tutte le guide naturalistiche.
Ci chiediamo infatti se queste associazioni in questa occasione vogliano tutelare l’interesse della categoria o quello del sodalizio e quindi non temano piuttosto per la loro sopravvivenza futura.
FederEscursionismo è da sempre favorevole a una regolamentazione del settore e quindi a un eventuale passaggio istituzionale che conduca a una abilitazione delle guide naturalistiche formate in seno a FederEscursionismo in quanto da sempre la nostra realtà ha basato i corsi sugli standard previsti per i Mountain Leader, quindi formazione reale sul campo e teoria con i migliori esperti del settore naturalistico. Sempre guardando a una possibile evoluzione del settore che possa portare a ottenere la dignità professionale guadagnata dalle “cugine” figure di guide turistiche e Accompagnatori di Media Montagna.
Oltretutto sembrerebbe che il riconoscimento delle G*E verso la nuova figura sarebbe sostanzialmente previsto, grazie alla norma transitoria prevista all’art. 24-ter del disegno di legge e ci chiediamo se opporsi sia giusto, perchè, volendo essere intellettualmente onesti, dei vantaggi a sostegno della proposta parlamentare ci sarebbero:
1. Ad oggi le G*E operano in virtù della legge 4/2013 che NON è una normativa specifica. Ció comporta che chiunque allo stato attuale puó espletare le attività di accompagnamento consuetudinarie delle G*E, anche senza specifica formazione. Quale sia allora il confine tra professionismo e abusivismo, in base al comunicato delle nostre “sorelle”, non è del tutto chiaro.
2. Mancando una regolamentazione, stanno emergendo numerosi corsi che non prevedono uno standard minimo, spesso anche esclusivamente online di poche ore e alcuna esperienza sul campo.
3. Le G*E sono in possesso di una qualifica rilasciata dalle associazioni o enti (come detto con etereogeni percorsi di formazione) con poche eccezioni in alcune regioni in cui si è già regolamentata la figura. Solo quest’ultime possono far valere la propria abilitazione all’estero in quanto il sistema di riconoscimento tra stati comunitari impone generalmente che il professionista abbia un titolo riconosciuto e rilasciato da un ente pubblico. Nel caso in specie il requisito per essere riconosciuti internazionalmente come Mountain Leader è proprio quello di essere in possesso di una abilitazione e non di una qualifica rilasciata da un’associazione. Il rifiuto dell’ipotesi di essere finalmente figure abilitate ai sensi di legge fa emergere quindi una visione molto provinciale della professione.
4. Durante la pandemia si è potuta constatare tutta la debolezza dell’assenza di un riconoscimento ai sensi di legge in merito ai ristori e ausili pubblici. Solo i professionisti riconosciuti sono rientrati nei sostegni montagna.
5. Probabilmente le associazioni/enti perderebbero le competenze sulla formazione (ma di contro si guadagnerebbe uno standard minimo per tutti i professionisti) che passerebbe alle regioni, quindi affidate ai collegi delle guide. Ma adeguandosi al nuovo contesto continuerebbero potenzialmente ad avere un ruolo di “sindacato” delle guide, (come avviene in altre categorie anche ordinistiche esistenti, si veda l’AMSI per i maestri di sci) e offrire servizi quali polizze collettive, convenzioni con aziende ed enti, formazione propedeudica per i futuri esami, stage di aggiornamento e altro ancora.
Una critica semmai ci sentiamo di muoverla nella denominazione e competenze della Guida Escursionistica di Montagna in quanto le Guide Naturalistiche si muovono anche in ambienti non montani.
Ma alla luce di queste considerazioni riteniamo che indirizzare la categoria verso una professione riconosciuta rappresenti maggiori vantaggi sugli svantaggi.
Oltretutto esistono già regioni in cui le G*E o nominate in altro modo sono state regolamentate ed operano senza i problemi paventati dalle associazioni nazionali, anzi come detto, risultano maggiormente tutelate in quanto in quelle regioni non possono emergere realtà incontrollate e di dubbia qualità e con possibilità di spendere la propria professionalità all’estero.