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30/04/2023
Eleonora Duse, la Divina a San Pietroburgo
Testo di Anna Maria Messuti.
L'Ermione dei celebri versi di Gabriele d'Annunzio, il poeta da lei amato fino a sacrificare se stessa, compì tre tournée in Russia, lasciando un segno indelebile. Il principe Sergej Volkonsky, amante del teatro, scrisse: “Nessun'artista è riuscita a conquistare tanti cuori come la Duse. E non mi riferisco all'amore di un uomo per una donna, ma parlo della sua essenza spirituale". Tutto in lei era eccezionale: lo sguardo profondo e misterioso, l'intensità espressiva del volto e l'uso sapiente della voce, attraverso la quale, nonostante recitasse sempre in italiano, riusciva a trasmettere tutta la gamma dei sentimenti umani. Originale ed anticonformista, vestiva di viola a teatro, non si truccava né indossava parrucche, e non metteva il corsetto. La Duse arrivò a San Pietroburgo nel 1891 e scelse come prima esibizione "La signora delle camelie", che era stata interpretata al teatro Mikhailovsky in modo brillante da Sarah Bernhardt. Dopo l'iniziale scetticismo, il pubblico rimase incantato: davanti a loro c'era la "vera Marguerite Gauthier" e tutte le quarantacinque esibizioni programmate ebbero un enorme successo, mentre la durata del tour venne prorogata di oltre un mese. Nel 1896 la Divina incontrò Vera Komissarzhevskaya, "la Giovanna d'Arco" del teatro russo e interprete dei più famosi personaggi femminili di Cechov. Si narra che la Duse prese tra le mani il volto della giovane attrice ed instauró con lei un dialogo muto ma carico di energia spirituale. La stessa energia che colpì il grande Cechov che, dopo aver assistito alla sua interpretazione in "Antonio e Cleopatra" di Shakespeare, scrisse alla sorella: "Non conosco l’italiano, ma la Duse ha recitato così bene che mi è sembrato di comprendere ogni parola”.