12/07/2023
Incontrai Totò per la prima volta nel 1935. Ero un bambino. Mio padre telefonò al direttore del Teatro Politeama di Trieste, suo amico. Lo pregò di farmi incontrare il grande Totò. Vidi lo spettacolo. Al termine gli fui presentato, come il figlio dell’Ingegner Merk-Ricordi. Totò mi accarezzò. Chiese cosa sapessi fare. Cantai Celeste Aida, una romanza classica dalla Aida di Giuseppe Verdi. Totò si commosse e mi abbracciò. Passano gli anni. Dopoguerra. Metà anni Cinquanta. Mi esibivo a Roma, in un locale di Via Veneto. Il direttore mi avverte che in sala era presente Totò. Era un mio ammiratore. Mi conosceva con il nome d’arte: Teddy Reno. Alla fine dello spettacolo avvicinai Totò. Iniziai a cantare Celeste Aida. Rimase come fulminato. Ricordò immediatamente di avermi incontrato da bambino. Si commosse. Mi invitò a partecipare ad un suo film, da girare a Napoli. Io non sapevo cantare in napoletano. Non ti preoccupare, mi rispose: ti insegnerò io. Per settimane, ogni sera Totò mi ricevette a casa sua a Roma, ai Parioli. Mi insegnò a cantare in napoletano. A dare una diversa cadenza alle parole.
Partimmo insieme per Napoli. Il film era “Totò, Peppino e la malafemmina”. Le scene erano ambientate nelle vicinanze di un ristorante: La Bersagliera, locale storico, ancor oggi in attività. Contemporaneamente, nello stesso quartiere veniva girata un’altra pellicola. Era inevitabile che gli attori dei due film si incontrassero. Notai una donna molto giovane. Bellissima. Ma teneva tutti alla larga. Ne fui attratto. Non capivo perché. Le altre con me ci stavano: ma questa attrice mi ignorava. Una sera decido di invitarla a cena, al termine della giornata di riprese. Lei accetta. Qualcosa andò storto. Sul set del mio film si guastò una cinepresa. Ritardai di un’ora. Corsi al ristorante. Lei era già andata. Volevo vederla. Comunque. La cercai in albergo. Erano ormai le undici e mezza di sera. Pregai il portiere di notte di telefonarle. Lei mi rispose: “e cchaggià fa…? vieni su..”. Bussai alla sua camera. Aprì la porta. Mi vide e … mi diede un semplice bacio sulla guancia. La serata finì così. Penso spesso a questo incontro. A quei tempi nessuna mi resisteva. Ma io sono l’unico corteggiatore ad essere stato messo alla porta da Sofia Loren. Molti anni dopo, mio figlio che viveva a Ginevra, mi telefona. Voleva che lo raggiungessi urgentemente, per una questione importante. Con mia sorpresa ritrovai Sofia Loren. Ricordò la nostra mancata serata al Ristorante La Bersagliera di Napoli. A quei tempi, metà anni Cinquanta, lei girava “Pane, amore, e…” con Vittorio De Sica”.
Auguri all'artista Teddy Reno che oggi compie 97 anni.