STORIA
Anticamente fu un insediamento etrusco, poi gallico (Galli Boi), quindi, nel 183 a.C., colonia romana, col nome di Mutina. Questo toponimo viene messo in relazione con l'etrusco "mutna", o "mutana", "tomba", a sua volta forse derivato da una radice anteriore che dà nome ad un "rialzo di terreno", una "collina". Successivamente Modena venne abbandonata fra il V e il VII secolo, causa le nume
rose inondazioni dei fiumi Secchia e Panaro, gli abitanti si rifugiarono nel vicino borgo più a ovest, Cittanova. Tornò a ripopolarsi gradualmente intorno alla sede vescovile, che aveva assunto la guida della città ed il vescovo Leodoino la fece cingere di mura nell'891. Il potere vescovile ebbe termine con l'autonomia comunale nel 1135 ma, nel 1249, con la battaglia di Fossalta, Modena ghibellina venne sconfitta da Bologna guelfa e, nel 1288, si consegnò agli Estensi di Ferrara. Ma Modena diventa veramente la 'città estense' solo dopo il 1598, quando il duca Cesare trasferisce da Ferrara a Modena la capitale del suo ducato. Uno Stato destinato a barcamenarsi con alterne fortune nelle lotte tra le potenze italiane ed europee, e che malgrado le ripetute occupazioni da parte degli eserciti stranieri (i francesi nel 1702; gli austriaci nel 1742) resisterà fino all'unificazione dell'Italia, con una sola interruzione nel periodo napoleonico. Il Risorgimento fu particolarmente appoggiato dai Modenesi, come Ciro Menotti e i numerosi gruppi mazziniani e carbonari della città che votarono compattamente per l'Unità d'Italia nel 1860. Tra fine Ottocento e inizio Novecento l'Emilia (e in particolare la provincia di Modena) divenne un baluardo socialista prima e comunista poi. Il fenomeno dell'occupazione delle terre fu molto forte e si scontrò con l'indiscriminata violenza fascista. Negli anni Quaranta, Modena e i suoi comuni dovettero sopportare distruzioni, massacri, saccheggi, umiliazioni ad opera degli occupanti tedeschi e della milizia fascista. Nonostante la violenza che fu riversata sulle genti della zona, non si riuscì a stroncare il fenomeno della Resistenza attiva da parte della stragrande maggioranza della popolazione. Dopo la guerra quella zona che per i vent'anni del regime veniva chiamato "Il triangolo Nero" prese il nome di "Triangolo Rosso" Triangolo della morte (Emilia). Tale denominazione viene usata da diversi storici per ricordare le uccisioni perpetrate, dopo la caduta del regime Fascista e particolarmente nel biennio 1946-1948, da alcune brigate di partigiani Comunisti, come rappresaglia contro coloro che appartennero al passato Regime. Non solo, dunque, per via del proliferare di Cooperative fondate da ex partigiani. Dopo la Liberazione, Modena è stata ininterrottamente governata da maggioranze di Sinistra, dal Partito Comunista Italiano (successivamente divenuto P.D.S., poi D.S.) e recentemente da maggioranze legate all'esperienza politica dell'Ulivo (e oggi del Partito Democratico). Si tratta di una delle poche realtà in Italia a non avere ancora sperimentato un'alternanza al potere tra soggetti politici contendenti.