29/01/2024
...LA DONNA NELL'ANTICO EGITTO...
La donna godette nell'Antico Egitto di un grado di autonomia di importanza sociale e giuridica superiore alla maggior parte dei popoli antichi.
Sposata o no, essa deteneva il diritto di proprietà (che conservava durante il matrimonio), poteva essere soggetto giuridico e disporre liberamente dei propri beni.
Ci furono donne che arrivarono a regnare e donne che furono divinizzate.
I complessi funerari dei sovrani dell'Antico (2700-2195 a.C.) e del Medio Regno (1994-1797 a.C.) sono attorniati da ricche tombe di madri e spose regali.
Sin dall'Antico Regno si incontrano titoli sacerdotali femminili legati in particolare al culto delle idee Hathor e Neith.
Le principesse e le altre donne di corte venivano educate in scuole di prestigio e potevano intraprendere una carriera indipendente nell'area amministrativa.
Le liriche d'amore del Nuovo Regno (1543-1069 a.C.) contenevano poesie in cui la fanciulla esprimeva direttamente il suo desiderio all'amato, dimostrando ampia libertà anche in questo ambito:
"Galoppa il mio cuore quando penso al mio amore. Non mi permette di camminare come una persona umana, e trasalisce. Ecco non mi lascia prendere i vestiti, trascuro i miei ventagli. Non metto più cosmetico sui miei occhi, non mi procuro più profumi soavi".
- Il ruolo familiare
Gli insegnamenti morali raccomandavano di sposarsi giovani e di costruire una famiglia. I matrimoni erano solitamente combinati tra persone della stessa classe sociale e spesso tra membri dello stesso nucleo familiare (soprattutto tra cugini; sono in epoca tolemaica sono attestati con una certa frequenza matrimoni tra fratelli).
Compito principale della donna sposata, "la signora della casa", era quello di dirigere le attività domestiche e di provvedere all'educazione dei figli.
Così l'insegnamento di Anekh-scescionqy testo di Epoca Tarda, afferma: "Quando una donna non cura la proprietà del marito ha un uomo nel cuore."
Nell'ambito familiare la donna doveva godere di rispetto da parte del marito, nell'Insegnamento di Any, testo del Nuovo Regno, si legge: "Non sorvegliare la tua donna nella sua casa, quando conosci la sua bravura. Non dirle 'Dov'è questo portacelo', quando l'ha messo al posto giusto... Ogni uomo ha fondato un focolare, deve padroneggiare gli scatti d'ira". Il legame matrimoniale del resto non era sanzionato dal rito civile o religioso, ma consisteva in un patto reciproco basato sulla convivenza.
Nei dipinti nei rilievi delle donne egizie venivano spesso raffigurati moglie e marito uniti da un profondo affetto, nell'armonia coniugale: "Quando una donna è in pace con suo marito, non andranno mai male. Quando una donna mormora alle spalle di suo marito, non andranno mai bene". Nell'insegnamento di Anekh-scescionqy numerose istruzioni mettono in guardia contro l'infedeltà: "Non amare una donna che ha marito: chi ama una donna che ha marito, è ucciso sulla sua soglia".
Va inoltre detto che come madre, la donna era profondamente rispettata e onorata dai figli.
Fonte: "L'Antico Egitto" di Edda Bresciani, DeAgostini. Foto web.
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