07/04/2022
Una delle case più note di Ercolano é quella di Nettuno e Anfitrite, così denominata per un mosaico presente nel triclinio estivo e perfettamente conservato, rappresentante proprio i due sposi, dei del mare.
Effettivamente il mosaico é bellissimo e sembra primeggiare ulteriormente in domus proprio perché, a causa di spoliazioni borboniche, la casa é stata smantellata e spogliata di tutto il suo apparato decorativo e allora effettivamente già sei bello, poi ti mettono a fare la gara di Miss Italia tra pietre spoglie, é facile vincere facile, amico mosaico.
Chiaramente la scelta di mettere un mosaico a tema marino in un triclinio estivo (il triclinio ricordi cos'è? Esatto, 'a stanz 'e pranzo), ossia una zona in cui erano presenti giochi d'acqua (e in questo caso anche un Ninfeo, quello che vedi a sinistra, bello quanto il mosaico), é facilmente intuibile.
Ma la sai la storia di Nettuno e Anfitrite?
No?
E te la spiego io!
Praticamente Anfitrite era una ninfa, una delle 50 Nereidi, figlia di Nereo (divinità marina) e Doride, e faceva parte della corte di Nettuno, il dio del mare.
Mo
Nereo voleva inzurare almeno una delle sue 50 figlie con Nettuno, si voleva imparentare col capo dei capi, mica era fesso.
Però Nettuno sembrava non notare mai nessuna.
Che pure il povero Nereo certe volte se la prendeva a morte con la moglie e diceva "Ma possibile che so accussì brutte? Io le vedo pure belline, boh"
E Doride lo rassicurava dicendogli che "Ogni scarrafone é bello 'a mamma soia."
"Ma allora so brutte?"
"Uuuuh, Nerè, vatte a cuccà!"
Anfitrite per la verità era pure una delle più belle, ma Nettuno non l'aveva mai notata. Fino a quando un bel giorno le sorelle Nereidi organizzano una danza, ma 'na cosa bell overament, non le solite recite dell'oratorio che propinavano al dio del mare tutte le sere.
E così Nettuno, finalmente, si accorge di Anfitrite.
Capirai, quello era il dio del Mare, non é che teneva bisogno di tante moine.
Quindi si alza dal trono, va da Anfitrite e le dice: "Si bellella, domani ci sposiamo".
La ragazza che sognava un uomo sì deciso, ma anche romantico, ci rimase troppo male.
"Ma chi te sape Nettú"... avrebbe voluto dirgli! Ma si guardò bene dal farlo, che quello era capace di appizzarle chillu piezz di forchettone che aveva sempre con sé in testa, era un tipo nervoso.
Anfitrite si rammaricò a tal punto per i modi bruschi del dio, che decise di scappare via. E nuotava, nuotava.
Povera ingenua! Non aveva la lucidità di capire che quello era il dio del mare: dovunque lei scappasse, lui avrebbe potuto raggiungerla in 1 secondo.
Vabbuò, lei scappava lo stesso e arrivò nientemeno che ai confini occidentali, dove stava Atlante, quello che reggeva il peso del cielo sulle spalle.
Giustamente Atlante teneva già il suo guaio, figurati se si metteva appresso ai fujenti come Anfitrite.
Così, appena la vide, la fece sedere accanto a lui in attesa che Nettuno arrivasse a prenderla.
"Almeno fammi un massaggio sul collo con un poco di Flector. Sto tutto indolenzito"
"Atlà mo nun é'o mumento!"
Si guardava intorno Anfitrite, in capa a lei aveva seminato il suo inseguitore.
Se se, comm
A un certo punto arrivò un delfino che le disse "Nennè o vieni tu di tua sponte o facimm 'a tarantell, sappi che stasera diventerai la sposa di Nettuno".
La ninfa salí in groppa al delfino e, insieme, giunsero da Nettuno il quale si congiunse in matrimonio con lei.
Mo giustamente e lecitamente tu penserai che uno che si sbatte di questa maniera per una donna, le sia fedele per l'eternità.
Assolutamente no
Anfitrite fu sposa devota di Nettuno, e molto paziente. Gli perdonò un sacco di tradimenti perché sapeva che comunque le voleva bene. E poi avevano avuto pure loro 50 figlie, le ninfe oceanine. E quando stanno i figli in mezzo, i matrimoni si trascinano avanti pure se sono un poco infelici. Che tristezza.
Solo un tradimento non gli perdonò: quello con la ninfa Scilla.
Non lo so perché, forse Scilla non teneva la cellulite e le smagliature e quindi la odiava semplicemente e banalmente per questo.
Fatto sta che Anfitrite se 'ngrippaj malamente tanto da andare dalla maga Circe per chiederle una pozione contro Scilla.
Circe fece una specie di orzata solubile e disse ad Anfitrite di sciogliere la pozione nelle acque dove Scilla era solita fare il bagno, ossia in uno stretto di mare tra la Calabria e la Sicilia.
Detto fatto.
Scilla andò a fare il suo solito tuffo e si trasformò in un mostro bruttissimo con 6 teste e 12 piedi che restò in quello stretto di mare per il resto dell'eternità assieme ad un altro mostro, Cariddi.
Chiunque navigasse in quello spazio doveva stare bene attento a non farsi risucchiare da Scilla perché in tutto ciò era diventata un mostro perennemente affamato di uomini.
"La prossima volta si impara a non avere cellulite. Vulesse vedè a lei dopo 50 figlie", pare abbia aggiunto Anfitrite.
E comunque traiamo i nostri insegnamenti dalla storia di Nettuno e Anfitrite:
1) Non essere mai come Nereo: la sua smania di accoppiare una sua figlia con un "buon partito" ha decretato l'infelicità della fanciulla. Lasciamo scegliere ai nostri figli il meglio per sé, che tante volte quelli che sembrano uomini (o donne) perfetti, nascondono solo un cuofano di guai in corpo;
2) Se un uomo non si è mai accorto di te, non insistere. Tutto ciò che deve essere forzato non porta a nulla di buono. E Anfitrite 'o 'ssape buono!
3) Difficilmente scapperemo dal nostro destino continuando a navigare lo stesso mare. Forse se Anfitrite avesse osato andare oltre i mari sarebbe riuscita a disperdere Nettuno. Ma ha preferito restare nella sua comfort-zone perché lontana dal mare in cui essa stessa era nata, non ci era mai stata;
4) Non pensare mai che un uomo che fa di tutto per averti, ti voglia davvero. Troppo spesso è solo smania. Cerchiamo uomini gentili e presenti, che vogliano spendere il loro tempo con noi. Cerchiamo carte di valore, non 'e cart a luong;
5) Non commettiamo mai l'errore di pensare che una donna paziente e che perdona tanti errori, lo sarà sempre. Il problema é che poi quando perdoniamo tanto, arriva un punto in cui sembra ridicolo e addirittura fuori luogo lamentarci di ulteriori torti subiti. E invece no, amica mia: dalle 'nfaccia! Fatti sentire sempre. Non sei tu la malamente, tu sei solo passionaria;
6) Cara Scilla, a me sotto sotto dispiace per la tua situazione perché Anfitrite se la doveva prendere col marito, mica con te. Però tu hai tenuto la ca****ma di quelle che dicono "Vabbuò questa non ha parlato fino a mo, mo me la vado a mangiare una pizza con Nettuno, sono solo una delle tante!"
Eh no.
Vedi che succede a fare la scema? Che ti spuntano 6 teste e ti viene la smania di fare merenda con pane e cristiani tutti i giorni. Proprio tu, che per una vita intera ti sei nutrita di the verde e bacche di Goji.