Le storie dell'arte. Roma e non solo.

Le storie dell'arte. Roma e non solo. Qui troverete la quotidianità di uno dei lavori più entusiasmanti al mondo - la storica dell'arte a Roma.
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Vi aspetto nel mio gruppo per scoprire insieme la bellezza, il fascino e la storia di Roma!

Roma è una città che incanta con la sua bellezza architettonica. Ogni angolo nasconde dei magnifici scorci, rendendo mag...
20/02/2024

Roma è una città che incanta con la sua bellezza architettonica. Ogni angolo nasconde dei magnifici scorci, rendendo magico ogni momento di passeggiata tra maestosi resti dell’antica Roma, eleganti facciate e cupole barocche.

I COLORI DI ROMA⠀Tra i colori che caratterizzano Roma, due in particolare emergono come simboli distintivi della città: ...
09/02/2024

I COLORI DI ROMA

Tra i colori che caratterizzano Roma, due in particolare emergono come simboli distintivi della città: l'ocra e il travertino.

L'ocra, un colore caldo e terroso, è presente sull’intonaco in molti palazzi romani.

Il travertino, invece, è una pietra calcarea porosa che ha un colore bianco-crema. Questa pietra è stata ampiamente utilizzata nell'architettura romana, sia nell'antichità che nei tempi moderni. Come uno degli esempi più noti realizzati con l’impiego di questa pietra possiamo citare la Fontana di Trevi.

Il travertino conferisce un'eleganza senza tempo agli edifici romani, donando loro un aspetto luminoso e raffinato.

Oltre alle loro caratteristiche estetiche, l'ocra e il travertino hanno anche un valore simbolico per Roma. Questi colori rappresentano la connessione profonda della città con la sua storia e la sua identità. L'ocra, con la sua tonalità calda richiama le origini antiche di Roma, mentre il travertino, con il suo colore luminoso e la sua eleganza, simboleggia l'eredità artistica e culturale della città.

Oltre al loro significato storico e simbolico, l'ocra e il travertino hanno anche un impatto visivo sulla città. Questi colori si fondono perfettamente con l'ambiente circostante, creando un'armonia estetica che si riflette nella bellezza di Roma.

Una domenica a Roma, tra la semplicità e magnificenza.
22/01/2024

Una domenica a Roma, tra la semplicità e magnificenza.

ROMA INSOLITA⠀Andare alla ricerca dei luoghi insoliti a Roma può essere un’esperienza avventurosa e affascinante. Questa...
20/01/2024

ROMA INSOLITA

Andare alla ricerca dei luoghi insoliti a Roma può essere un’esperienza avventurosa e affascinante. Questa città millenaria è ricca di storia, arte e cultura, ma oltre ai famosi monumenti e musei, nasconde anche angoli nascosti e luoghi unici che meritano di essere scoperti.

Ecco qualche esempio:

LA GALLERIA SPADA
Qui si nasconde un capolavoro architettonico: il gioco prospettico di Borromini. Con il suo genio creativo, Borromini ha saputo trasformare uno spazio limitato in un’illusione ottica straordinaria. Le colonne si restringono, il soffitto sembra allontanarsi e le prospettive si moltiplicano, creando un effetto di profondità e grandiosità.

OROLOGIO AD ACQUA
Nella Villa Borghese si trova un tesoro di ingegneria e bellezza: l’orologio ad acqua, risalente al XVIII secolo, è un capolavoro di precisione e design. La sua elegante struttura e l’uso dell’acqua come elemento primario per il funzionamento rendono questo orologio unico nel suo genere. In più questo orologio non è privo dei significati simbolici. Infatti ci ricorda l’importanza del tempo e del suo scorrimento inesorabile, invitando a riflettere sulla nostra vita e sul valore di ogni istante.

LA CUPOLA PIATTA
La cupola piatta si trova nella Chiesa di Sant’Ignazio, fondatore dell’ordine dei Gesuiti, situata nel cuore della città.

La cupola piatta è stata progettata dall’architetto Filippo Raguzzini nel XVIII secolo. La sua costruzione è iniziata nel 1626, ma a causa di problemi finanziari e di un terremoto che ha colpito Roma nel 1630, la cupola non è stata completata fino al 1685.

Ciò che rende la cupola piatta così unica è la sua decorazione affrescata. Il soffitto della cupola è dipinto per creare l’illusione di una cupola, anche se in realtà la volta resta abbastanza piatta.

Questo ingegnoso trucco è l’opera del pittore-gesuita Andrea Pozzo.
Oggi la cupola piatta della Chiesa di Sant’Ignazio è diventata una delle attrazioni principali per i visitatori di Roma in cerca dei posti particolari e atmosfere suggestive.

Roma nell’attesa di pioggia… I romani nell’attesa di primavera😅
18/01/2024

Roma nell’attesa di pioggia… I romani nell’attesa di primavera😅

PERCHÉ I DIOSCURI⠀Le statue dei Dioscuri si incontrano oggi nelle piazze più significative di Roma: il Campidoglio e il ...
17/01/2024

PERCHÉ I DIOSCURI

Le statue dei Dioscuri si incontrano oggi nelle piazze più significative di Roma: il Campidoglio e il piazzale del Quirinale.

Ma perché proprio loro?

Il culto dei Dioscuri, o dei Gemelli, era molto diffuso nell’antica Roma. I Dioscuri, chiamati anche Castore e Polluce, erano considerati divinità e rappresentavano la forza, la cavalleria e la protezione.

La leggenda narra che i Dioscuri fossero figli di Zeus e di Leda, regina di Sparta. I due fratelli erano conosciuti per la loro grande abilità nella guerra e per la loro fedeltà verso gli amici. Erano spesso rappresentati su cavalli bianchi, armati di lancia e scudo.

Il culto dei Dioscuri si diffuse a Roma in seguito alla conquista della città di Alba Longa, da parte di Romolo e Remo, i fondatori di Roma, che vennero considerati come una sorta di incarnazione dei Dioscuri.

Il culto dei Dioscuri a Roma era molto popolare e venivano spesso dedicati loro templi e monumenti. Uno dei più famosi era il tempio dei Dioscuri nel Foro Romano, chiamato anche Tempio di Castore e Polluce. Questo tempio venne costruito nel 484 a.C. in onore dei Dioscuri e veniva utilizzato come luogo di culto e come punto di incontro per le riunioni politiche.

Il culto dei Dioscuri era particolarmente importante per i soldati romani, che li consideravano come protettori e guardiani durante le battaglie. I Dioscuri erano spesso invocati per ottenere protezione e vittoria sul campo di battaglia.

Nonostante la grande popolarità del culto dei Dioscuri, con il passare del tempo la sua importanza diminuì e il culto venne gradualmente soppresso con l’avvento del cristianesimo. Tuttavia, l’immagine dei Dioscuri rimase comunque presente nell’immaginario collettivo romano, come simbolo di forza, coraggio e fedeltà.

Per tutte queste ragioni, le figure dei Dioscuri segnano ancora oggi le importantissimi piazze romane.

Passeggiata per la Roma invernale💖
13/01/2024

Passeggiata per la Roma invernale💖

Nella ricerca del volto autentico di Roma…
12/01/2024

Nella ricerca del volto autentico di Roma…

Galleria Borghese. Gennaio 2024
11/01/2024

Galleria Borghese. Gennaio 2024

QUANDO PIOVE A ROMA⠀A Roma ci sono 300 giorni di sole all’anno. Tuttavia, ci avviciniamo ai circa sessanta giorni in cui...
10/01/2024

QUANDO PIOVE A ROMA

A Roma ci sono 300 giorni di sole all’anno. Tuttavia, ci avviciniamo ai circa sessanta giorni in cui pioverà per l’intera giornata. Ma ciò non significa che bisogna rimanere a casa e smettere di godersi la città.
Ecco alcune idee su cosa fare quando piove a Roma:

1. Esplorare i musei. In alcuni di essi, è necessaria la prenotazione, ma ce ne sono molti altri in cui non ci sono mai file. Ad esempio: Musei Capitolini, Galleria Doria Pamphili, Galleria Spada, Palazzo Barberini, ma anche il meraviglioso e poco valorizzato Palazzo Altemps.

2. Visitare le chiese. Sono veri e propri musei con ingresso gratuito, in cui si unisce la storia dell’arte alla grande spiritualità.

3. Rilassarsi in una spa termale: è possibile scappare dalla pioggia anche in una delle numerose spa termali di Roma. Qui è possibile godere di bagni termali, massaggi e trattamenti di bellezza per rigenerare mente e corpo.

4. Assaporare la cucina romana: La pioggia è l’occasione perfetta per gustare i piatti tipici della cucina romana. Puoi cercare un ristorante tradizionale e deliziarti con la pasta all’amatriciana, cacio e pepe, o carciofi alla romana.

5. Guardare un film al cinema: A Roma ci sono davvero numerose sale cinematografiche che proiettano film in lingua originale. Questo è un ottimo modo per rilassarsi e, perché no, migliorare anche il proprio livello di inglese.

Insomma, a Roma c’è sempre qualcosa da fare, anche quando il tempo non è perfetto.

GENNAIO. STORIA E SIMBOLOGIA.⠀Gennaio è il primo mese dell’anno nel calendario gregoriano. Prende il nome dal dio romano...
09/01/2024

GENNAIO. STORIA E SIMBOLOGIA.

Gennaio è il primo mese dell’anno nel calendario gregoriano. Prende il nome dal dio romano delle porte e degli inizi, Giano. È un mese ricco di significato e di tradizioni, conosciuto per segnare l’inizio di nuovi cicli e di nuove speranze.

La storia del mese di gennaio risale all’antica Roma, dove veniva considerato un periodo di transizione e di riflessione. Durante questo mese, si celebravano diverse festività e riti per onorare gli dei e chiedere prosperità per l’anno a ve**re.

Una delle festività più importanti di gennaio era il Capodanno, che cadeva il primo giorno del mese. Durante questa festa, le persone si scambiavano auguri e regali, organizzavano banchetti e partecipavano a processioni per le strade. Era anche tradizione fare dei buoni propositi per l’anno nuovo, sperando di migliorare sé stessi e la propria vita.

Oltre al Capodanno, gennaio era anche il mese in cui si svolgevano le celebrazioni in onore di Giano. Questo dio era rappresentato con due facce, una che guardava al passato e una al futuro, simbolo della dualità del tempo. Durante le festività di Giano, le persone facevano offerte e preghiere per ottenere la sua benedizione per il nuovo anno.

Insomma, la storia del mese di gennaio è una storia di inizio, di riflessione e di speranza. È un momento per guardare al passato e pianificare il futuro, augurandosi che l’anno a ve**re sia ricco di felicità, successo e realizzazione.

RIONE MONTI. IL FASCINO IMPERDIBILE DI ROMA⠀L’atmosfera di Monti a Roma è unica per diversi motivi. Innanzitutto, il qua...
08/01/2024

RIONE MONTI. IL FASCINO IMPERDIBILE DI ROMA

L’atmosfera di Monti a Roma è unica per diversi motivi. Innanzitutto, il quartiere conserva ancora intatte le caratteristiche tipiche di un antico rione romano, con le sue stradine strette e acciottolate, le piazzette pittoresche e i palazzi storici. Camminare per le vie di Monti è come fare un tuffo nel passato, immergendosi in un’atmosfera autentica e suggestiva.

Inoltre, Monti è conosciuto per la sua vita sociale vibrante. Il quartiere è sede di numerosi caffè, ristoranti e bar alla moda, dove è possibile gustare deliziosi piatti della cucina italiana e internazionale, accompagnati da ottimi vini. Monti è anche famoso per i suoi negozi di moda indipendenti e le boutique vintage, che attirano sia i locali che i turisti in cerca di pezzi unici e di tendenza.

Un altro elemento che rende Monti unico è la sua vicinanza ai principali monumenti e attrazioni di Roma. Il quartiere si trova infatti a pochi passi dal Colosseo, dal Foro Romano e da altri siti storici di grande importanza.

Infine, Monti è un quartiere che promuove e sostiene la vita locale. Qui è possibile trovare mercati all’aperto, come il Mercato Monti, che offre una selezione di prodotti artigianali e vintage. Inoltre, il quartiere ospita regolarmente eventi culturali, mostre d’arte, concerti e altri appuntamenti che rendono Monti un luogo dinamico e stimolante.

In conclusione, l’atmosfera unica di Monti a Roma risiede nella sua autenticità storica, nella sua vivace scena sociale, nella sua posizione privilegiata e nel suo impegno a promuovere la vita locale. Se state programmando una visita a Roma, non potete perdervi l’opportunità di scoprire l’incanto di Monti.

Il volto impresso nella storia.⠀I grandi del Rinascimento erano consapevoli della propria genialità. Padroneggiavano que...
05/01/2024

Il volto impresso nella storia.

I grandi del Rinascimento erano consapevoli della propria genialità. Padroneggiavano quel felice stile che rivelava il valore delle loro opere ancora durante la realizzazione.

Quindi, già nel loro presente, dovevano intraprendere un dialogo con il futuro, lasciando agli posteri esempi da ammirare, copiare e, talvolta, da superare.

Ma oltre all’arte, era naturale anche il desiderio di lasciare memoria della propria personalità, del proprio Io.

In alcuni casi, questo desiderio si esprimeva attraverso una firma. Tuttavia, gli artisti non sempre avevano il diritto di firmare le opere, specialmente quelle destinate alla Chiesa.

Spesso, non avevano altra scelta che inserire il proprio autoritratto tra le figure rappresentate.

Nelle stanze di Raffaello in Vaticano, troviamo addirittura due ritratti di questo grande pittore.

Il primo si trova nella Stanza della Segnatura. Qui, il giovane prodigio deve ancora conquistare il Pontefice e per lui la strada è ancora in salita.

Nella stanza successiva, invece, troviamo un altro suo ritratto. Bello e sicuro di sé, Raffaello ci guarda con la piena consapevolezza di aver già conquistato il Papa.

L’UOMO CHE DANNEGGIÒ LA PIETA DI MICHELANGELO.⠀Laszlo Toth è rimasto nella storia grazie al suo atto vandalico: il 21 ma...
04/01/2024

L’UOMO CHE DANNEGGIÒ LA PIETA DI MICHELANGELO.

Laszlo Toth è rimasto nella storia grazie al suo atto vandalico: il 21 marzo 1972
danneggiò la Pietà con un martello.

In seguito fu dichiarato una persona socialmente pericolosa e passò alcuni anni in ospedale psichiatrico.

Laszlo, nato nel 1938 in una famiglia cattolica ha conseguito la laurea in geologia. Nel 1965 immigrò in Australia. Ma le precarie conoscenze d’inglese e il mancato riconoscimento del diploma non li hanno permesso di intraprendere una carriera, quindi lui finì a fare l’operaio in una fabbrica di sapone. In 1971 lui si spostò in Italia cercando di incontrare il Papà con l’auto dichiarazione di essere niente meno che Cristo stesso.

Dopo l’attentato e permanenza in ospedale, nel 1975 Laszlo fu deportato dall’Italia come straniero indesiderato. Lui tornò in Australia.

Il suo gesto f***e comunque le ha donato una certa notorietà, alcuni scrittori li hanno dedicato un paio di libri.

Ma nulla si sa sulla sua vita dopo l’attentato alla Bellezza.

UCCIDERE LA BELLEZZA⠀Il 21 maggio 1972, nella Basilica di San Pietro si verificò una tragedia. L’australiano di origine ...
29/12/2023

UCCIDERE LA BELLEZZA

Il 21 maggio 1972, nella Basilica di San Pietro si verificò una tragedia. L’australiano di origine ungherese Laszlo Toth, superando le barriere che lo separavano dalla Pietà di Michelangelo, iniziò a colpire in modo caotico il marmo bianco della scultura.

Il f***e fu fermato da un pompiere che non p***e d’animo e si gettò sull’aggressore, mentre gli altri fuggivano.

Ma il danno era già fatto: il volto della Madonna fu deturpato, il braccio sinistro della statua frantumato in pezzi.

Questo attentato seguì un periodo estremamente complesso di restauro sotto la guida di Cesare Brandi, uno dei migliori restauratori italiani.

Anche le sorprese non sono mancate. Il Vaticano ricevette una lettera dall’America con alcuni frammenti marmorei, imprudentemente portati via da un turista come souvenir.

Il 25 marzo 1973, nel giorno dell’Annunciazione, la Pietà fu riaperta al pubblico dopo i restauri, ma ormai di fronte all’opera era installato un vetro antiproiettile che ancora oggi continua a proteggerla.

Pietà. La nascita della Bellezza.Questa opera di Michelangelo è considerata una delle più belle realizzazioni artistiche...
28/12/2023

Pietà. La nascita della Bellezza.

Questa opera di Michelangelo è considerata una delle più belle realizzazioni artistiche in assoluto.

Negli ultimi cinquecento anni, la Pietà si trova in Vaticano, nella Basilica di San Pietro.

Intanto  la sua storia non ebbe inizio a Roma, bensì  a Carrara, dove ancora oggi si estrae il magnifico marmo bianco candido, il migliore per la scultura.

Nonostante l’ottima qualità delle cave, Michelangelo trascorse molti giorni a Carrara prima di trovare finalmente il blocco giusto, da cui “liberare” la Madonna con il Gesù in braccio.

Oggi si organizzano visite guidate per vedere lo spazio dal quale cinque secoli fa Michelangelo estrasse il suo marmo.

Nonostante la difficoltà del percorso, non sono poche le persone che desiderano seguire le orme di Michelangelo nelle cave. I loro compagni di viaggio sono, come ai tempi di Michelangelo, panorami mozzafiato.

Dopo l’estrazione, il blocco fu inviato a Roma. Dopo un anno di duro lavoro, la Pietà fu completata.

Con essa, nel 1499, il Rinascimento a Roma sbocciò in pieno, scacciando le ultime ombre del Medioevo.

SIMBOLI NATALIZI⠀Il presepe, uno dei simboli natalizi più amati.La sua storia inizia a Greccio, un piccolo paesino umbro...
21/12/2022

SIMBOLI NATALIZI

Il presepe, uno dei simboli natalizi più amati.
La sua storia inizia a Greccio, un piccolo paesino umbro ottocento anni fa.

San Francesco d'Assisi chiese al Papa il permesso di ricostruire la scena di Natività per rivivere più profondamento i significati di questo evento.

Nonostante il freddo notturno, la sacra rappresentazione è stata di grande gradimento. In seguito però  i partecipanti sono stati sostituiti dalle figure in argilla e terracotta.

Nel 1283 Arnolfo di Cambio, un importante scultore romano, creò un bellissimo presepe in marmo, tuttora conservato nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.

Dopo di lui tantissimi artisti si sono cementati nella realizzazione dei presepi dando la vita in alcuni casi ad autentiche opere d’arte.

Con passere dei secoli i presepi hanno assunto una varietà straordinaria, gareggiando nella particolarità dei dettagli e nel numero dei personaggi.

Tuttavia, alcune figure restano sempre invariate e hanno una forte connotazione simbolica. Sono il Gesù bambino, la Vergine, il San Giuseppe. A loro si aggiungono i Re Magi, i pastori, un angelo, un bufalo e un asinello.

Ciascuno con il proprio significato simbolico molto preciso.

I Re Magi rappresentano i tre periodi della vita umana: la giovinezza, la maturità e la vecchiaia.

Se vogliamo dare una lettura più teologica, possiamo vedere nei loro anche i tre figli di Noè, i quali hanno dato origine, secondo la versione biblica, alle razze umane.

Da Sem, il maggiore, discendono ebrei, arabi e assiri. Da Ham - gli abitanti dell'Africa settentrionale e orientale e la razza negroide. Infine, dal giovane Jafet vennero gli slavi, i popoli ugro-finnici e i popoli dell'Europa occidentale.

Importanti sono anche i doni portati dai Re Magi. L'oro richiama la regalità di Cristo, l'incenso - la sua divinità,  la mirra è un simbolo della sua natura umana e della sua futura sofferenza.

Il bufalo e l'asino simboleggiano le due culture, ebraica e pagana. I pastori rappresentano umanità che ha bisogno di salvezza e liberazione.

Alla fine angelo ci ricorda la presenza divina durante questo momento destinato a cambiare la storia dell’umanità.

GESTI ED ESPRESSIONINei dipinti di Raffaello vale da vero la pena di soffermarsi con lo squarto sui gesti ed espressioni...
19/12/2022

GESTI ED ESPRESSIONI

Nei dipinti di Raffaello vale da vero la pena di soffermarsi con lo squarto sui gesti ed espressioni dei suoi personaggi dipinti.

Con passare degli anni lui diventerà un vero maestro dei dettagli curiosi che porteranno una dolce allegria nei sui dipinti più solenni.

Nella splendida Pala Oddi, oggi nella Pinacoteca Vaticana, angeli, putti e cherubini sono coinvolti in un bellissimo gioco di emozioni che accompagna il concerto della musica celeste.

I suoi contemporanei spesso consideravano queste figure come minori senza prestare molta attenzione alla loro esecuzione.

Invece per Raffaello sono un terreno fertile per sperimentare le soluzioni nuove, ma anche per divertirsi.

Ai piedi di Gesù un putto è assorbito dai suoni che ascolta, invece quello dall’altro lato è più coinvolto a seguire la coronazione stessa.

Un angelo musicista è in dialogo visivo con cherubino. Altri scrutono con lo sguardo i visitatori.

Il vento leggero sposta le vesti degli angeli e muove le chiocche di capelli, coinvolgendo ancora di più lo sguardo del visitatore nel bellissimo gioco delle emozioni dipinte.

Questa statua è senza dubbi una delle realizzazioni più grandi dell’arte romana anche se la sua altezza effettiva è di s...
15/12/2022

Questa statua è senza dubbi una delle realizzazioni più grandi dell’arte romana anche se la sua altezza effettiva è di soli 204 cm.

Augusto di Prima Porta oggi è custodito nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani.

La sua immagine marmorea rispecchia perfettamente la sua politica: “primo tra uguali”.

Nella sua mano destra alzata probabilmente era un rotolo, simbolo della legge. Il gladio abbassato era nell’altra. La legge deve governare nell’Impero più grande al mondo e non la forza. Le guerre distruggono, la pace crea.

Mantello elegante che avvolge il corpo esile dell’imperatore è più adatto ad un senatore anche se Augusto porta la corazza.

Il rilievo su questa e molto eloquente.
Nella sua parte superiore è presente la trinità delle divinità pagane composta da Helios, il dio del Sole, Apollo e Artemide. Sono queste le divinità che dovranno proteggere la Roma governata dall’Augusto.

Il livello centrale è occupato da due figure femminili, sono i simboli della Germania e della Dacia (odierna Romania), sconfitte da Augusto. Il governo della legge non esclude il richiamo alla forza dove questo è strettamente necessario.

Al centro i Parti restituiscono le insegne militari appartenenti alla legione romana sconfitta da loro in precedenza. Con questo gesto la Roma ripristina il suo onore e le province conquistale riconoscono la sua potenza.

In basso, infine, un amorino e un delfino richiamano Venere, dalla quale proveniva la stirpe di Julius, alla quale apparteneva anche Augusto.

Con questo rilievo Augusto definiva le fondamenta del suo impero, destinato a rimanere il più grande nella storia. Sono la legge, l’onore, il potere e la benevolenza divina.

NELL’OMBRA DI CARAVAGGIO. GUIDO RENI⠀Guardando i dipinti di Guido Reni inizii improvvisamente ad interrogarti cosa è il ...
13/12/2022

NELL’OMBRA DI CARAVAGGIO. GUIDO RENI

Guardando i dipinti di Guido Reni inizii improvvisamente ad interrogarti cosa è il destino dell’artista.

Uno raggiunge il successo durante la vita, poi la fama e i riconoscimenti accompagneranno le sue opere nella storia.

Altri restano in ombra, anche se non sono da meno.

All’inizio del XVII secolo la scena della pittura romana era velocemente conquistata dal tempestoso stile di Caravaggio.

Elegante e classicheggiante Guido Reni, con le sue tonalità più morbide ed iconografie elaborate rimaneva nell’ombra accanto a questo genio dannato.

Secoli dopo la storia si è ripetuta, stavolta nelle sale della Pinacoteca Vaticana, che accoglie una delle più preziose collezioni a Roma.

I dipinti di Caravaggio e Guido Reni sono nella stessa sala.

I visitatori si affrettano per vedere la “Deposizione” di Merisi e spesso non si accorgono nemmeno di “San Matteo e Angelo”.

Invece vale proprio la pena di fermarsi davanti a questo splendido ritratto di un uomo con il volto vivo e sguardo attento, che cerca di cogliere tutti i messaggi, tutte le parole evangeliche che li trasmette
angelo con il viso dolce e delicato.

IL GIARDINO DEL PALAZZO VENEZIA. UN PICCOLO PARADISO NEL CUORE DI ROMA.Accanto alla chiesa di San Marco nel frastuono de...
22/09/2022

IL GIARDINO DEL PALAZZO VENEZIA. UN PICCOLO PARADISO NEL CUORE DI ROMA.

Accanto alla chiesa di San Marco nel frastuono della Piazza Venezia si trova un portone che permette immediatamente immergersi in un altro mondo.

Silenzioso, fresco, armonioso. Qui regna una bellissima unione tra l’architettura e la natura.
Siamo nei giardini di Palazzo Venezia.

Gli alberi ad alto fusto e le palme maestose donano l’ombra anche nelle giornate più calde.

Un grande porticato su due ordini è un bellissimo esempio di soluzioni architettoniche dell’antichità ripensate nella chiave rinascimentale.

Molto probabile che questo porticato fu realizzato dal Leon Battista Alberti, il leggendario architetto del Quattrocento.

Per tantissimi secoli il Palazzo fu la residenza dell’Ambasciata della Repubblica Veneziana presso lo Stato Pontificio. La memoria di questo periodo viene conservata nella splendida fontana del Settecento.

Al suo centro la figura femminile con il leone di San Marco su una conchiglia sorretta dai tritoni rappresenta Venezia che sta per lanciare l’anello nell’acqua della vasca. Questo gesto è il simbolo dello sposalizio tra la Serenissima e il mare.

Nel Novecento il Palazzo Venezia diventa la residenza di Benito Mussolini, dopo la guerra passa al ministero dei Beni Culturali. Qui verrà organizzata la biblioteca e aperto un importante museo.

Il giardino però è stato trasformato in un parcheggio. Il suo ricupero è avvenuto solo nel 2016, ed ora vale decisamente la pena di visitarlo per poter respirare un’po di pace e di bellezza nel centro affollato della Capitale.

ULTIMA PIETÀ  DI MICHELANGELO⠀Il grande genio ha scolpito le tre Pietà e voleva distruggere l'ultima. L’ha salvato un su...
21/09/2022

ULTIMA PIETÀ  DI MICHELANGELO

Il grande genio ha scolpito le tre Pietà e voleva distruggere l'ultima. L’ha salvato un suo aiutante che ha convinto Michelangelo di venderla ad un romano di nome Francesco Bandini per una modica cifra di  duecento scudi.

Bandini ha portato la Pietà nel giardino di sua casa, che all’epoca si trovava nell'odierna piazza del Quirinale. Li la Pietà è rimasta per quasi due secoli, dopo l’hanno portata a Firenze.

Pietà Bandini  da sempre suscitava il grande interesse. Michelangelo l’ha iniziato nel 1547 dopo la morte di sua cara amica Vittoria Colonna.

Il volto di San Nicodemo che sorregge il corpo di Cristo molto probabilmente è l’autoritratto dello stesso genio.

Non si esclude l’ipotesi che Michelangelo pensasse di destinare la PIetà alla propria tomba nella Santa Maria Maggiore.

Tra qualche decennio GIan Lorenzo Bernini, il grande scultore romano, ha dedicato tantissimo studio a quest’opera. A proposito, anche lui è stato sepolto nella Santa Maria Maggiore e la sua sepoltura non ha alcun monumento funebre.

La composizione della Pietà Bandini è piuttosto insolita  ma permette di trasmettere perfettamente l’angoscia e la disperazione di questo momento drammatico.

Allora perché Michelangelo non l’ha finita?

La superficie marmorea porta numerosissime fratture. All’inizio si pensava che sono state provocate dal genio stesso che colpiva la Pietà nei momenti di rabbia e agitazione,  i motivi delle quali non scopriremo mai.

Il recente  restauro ha chiarito questo momento. Il problema era nel blocco di marmo stesso, che durante i lavori ha iniziato a presentare un elevato numero di crepe.

La più grande si trovava proprio sul basamento ed è stata la principale causa per la quale Michelangelo ha lasciato opera incompiuta. Il presupposto che Michelangelo colpiva il marmo non essendo soddisfatto dai suoi risultati è stato cancellato per sempre.

Insomma le cave di Seravezza, anche se appartenevano alla famiglia Medici non potevano gareggiare con Carrara per la qualità dei suoi blocchi.

Quindi, la Pietà Bandini non è stata completata solo perché Michelangelo fu tradito dal blocco di marmo che ha scelto per la sua opera.

TIBURTINA. CHI AVREBBE DETTO…⠀Nonostante la sua importanza, in effetti da qui partono circa 500 treni al giorno, Tiburti...
01/09/2022

TIBURTINA. CHI AVREBBE DETTO…

Nonostante la sua importanza, in effetti da qui partono circa 500 treni al giorno, Tiburtina non può considerarsi un posto particolarmente amato dai romani.

Anche la sua Galleria Commerciale con l’architettura quasi spaziale non ha mai scontrato un grande successo.

Quindi trovare qui una retrospettiva di Banksy, che a prescindere dai gusti personali è decisamente uno dei più importanti artisti viventi, per me è stata una vera sorpresa.

La mostra decisamente vale la pena di essere visitata sia per la qualità delle opere presentate sia per l’organizzazione della mostra stessa.

Raccontare la biografia di Banksy è semplicissimo. Non sappiamo ancora nulla su di lui.

Invece i suoi soggetti ci sono molto vicini. Si rivolgono a ciascuno di noi. Linguaggio universale dell’artista pieno di simboli con la facile interpretazione è capace di turbarci in profondità.

I temi trattati di Banksy sono crucciali per la nostra società. Artista tratta le disuguaglianze sociali, la libertà personale, il diritto di essere noi stessi, ma anche la guerra e l’orientamento politico.

La mostra è piuttosto immersiva, permette “rivivere” le opere, entrandoci dentro. Insomma, la visita a Tiburtina, sinché li ci sta Benksy potrebbe rivelarsi un’ottima esperienza.

DOVE ANDARE PER ASCOLTARE I PASSI DEL TEMPO.La fine dell’agosto a Roma è incredibile. Le vie si svuotano, il caldo è anc...
25/08/2022

DOVE ANDARE PER ASCOLTARE I PASSI DEL TEMPO.

La fine dell’agosto a Roma è incredibile. Le vie si svuotano, il caldo è ancora insopportabile, ma la città si riempie di una magia molto speciale, non percepibile in altri periodi dell’anno. 

Sembra che sulle sue vie si può sentire i passi del tempo, che cambia il volto della città eternamente bella ricordando però che gli uomini non hanno il potere su tutte le cose.

Questa sensazione diventa molto forte vicino a Ponte Rotto.
Da più di due millenni queste maestose rovine sorgono sulle acque ribelli del Tevere. 

I pilastri in pietra del ponte risalgono alla metà del III secolo a.C. Sono coetanei dell'Aurelia, antica via consolare. Però le ruote dei primi carri hanno passato qui solo nel 179 a. C., durante il governo del console Emilio. 

Era il suo nome che ha portato  il ponte per lunghissimo tempo, diventando il primo ponte in pietra che collegava le due sponde del Tevere. 

Peccato solo che il tempo non si limita a creare e conservare. Distrugge anche. I secoli bui del Medioevo sono diventati una dura prova per il ponte. Il corso d’acqua tempestosa consumava gradualmente le strutture in pietra rimaste senza la manutenzione.

Sono stati i papi ad interve**re in questo processo di lento degrado. Loro per salvare l’antico ponte dall’ira del fiume hanno ordinato diverse ricostruzioni. 

L’ultima è stata del 1575, sotto Gregorio XIII. La città si preparava per il grande giubileo è il ponte è stato risanato con grande attenzione e maestria. Sembrava che ora è pronto ad affrontare ancora l’avve**re di tantissimi secoli.

Ma tutto si cambiò durante la viglia di Natale del 1598. Un’alluvione senza precedenti ha distrutto la metà dei pilastri del ponte. Gli archi crollati nell’acqua furono portate via dalla corrente impazzita con la velocità spaventosa.

Nessun altro tentò  più di restaurare il primo ponte di pietra a Roma.

Oggi le sue  maestose rovine continuano a sorgere sulle acque del Tevere, attirando poeti e romantici e ricordando che il tempo scorre sempre in modo inesorabile, portando via il vecchio e magari caro a noi, ma lasciando sempre lo spazio per il nuovo.

GUARIGIONE⠀Il bello della miseria è che non può durare  per sempre. Il pittore è guarito. Con la malattia se ne è andata...
19/08/2022

GUARIGIONE

Il bello della miseria è che non può durare per sempre. Il pittore è guarito. Con la malattia se ne è andata anche la povertà.

Roma non solo ha accolto Caravaggio, ora lui è diventato il suo beniamino.

Quindi è giunto il momento per un nuovo Bacco. Giovane, sensuale, con il volto pieno di vita è salute. Intanto è sempre un dio di puro divertimento.

Ma sarebbe troppo semplice. L’avversità, pur allontanandosi, ha lascito i suoi segni nel cuore dell’artista.

Il suo nuovo Bacco solo all’apparenza era allegro, in realtà era ribelle e complicato.

Caravaggio ha partito da una composizione classica ma l’ha resa in modo completamente nuovo. Il mito antico del Bacco è diventato per lui l’occasione di riflettere sul bello e il brutto nella vita umana.

Il bello volto è stato preso da un ragazzo di strada, che è diventato il suo modello. Bello e allegro ma rifiutato dalla società per bene.

Un’po’ come lo era il Bacco stesso che sull’Olimpo non vantava una grande accoglienza tra le altre divinità.

Alla fine, lui era un prepotente ubriacone, nato da una donna, quindi mezzo umano.

Ma la sua storia, dietro alla serie di divertimenti sfrenati, ricordava che esiste anche una vita dove non tutte le cose vanno in modo perfetto.

Stranamente la riflessione sul Bacco conduceva Caravaggio verso il mondo dei poveri, con i vestiti stracciati, mani e piedi sporchi, con le vite spesso spaccate, anche se all’apparenza allegre e spensierate.

Caravaggio usciva sempre più dal confine dell’elegante pensiero teologico, arrivando al parallelo tracciato ancora nei primi secoli del Cristianesimo tra il Bacco e il Cristo, anche lui rifiutato dai potenti e sempre vicino ai poveri e sofferenti. Il vino del Bacco gli ricordava il vino eucaristico.

Ormai non si poteva tornare indietro. L’arte di Caravaggio era indirizzata sempre di più verso un percorso, che pur con la conclusione tragica, lo ha portato a dipingere un Dio, che non abitava più solo nei palazzi, ma caminava sulle strade tra la gente povera e viveva nei cuori dei miserabili.

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Piazza Barberini
Rome

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