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ViaggioSerena Consulenza viaggi Condividiamo l'esperienza del viaggio, a partire dal sogno fino al ritorno, attraverso il racconto, il programma e le riflessioni.

Salento è la porta di accesso dell'Eje Cafetero che include tre regioni: Risalda, Quindìo e Caldas.Stiamo parlando di di...
19/09/2024

Salento è la porta di accesso dell'Eje Cafetero che include tre regioni: Risalda, Quindìo e Caldas.
Stiamo parlando di distese immense di coltivazioni di caffè, contornate da montagne con un verde lussureggiante e altissime palme da cera.

Quindi una meta imprescindibile di un viaggio in Colombia. Bellissima.
È una piccola cittadina con strade che salgono e scendono e che confluiscono in una piazza che concentra le principali attività della zona. Primo su tutte la musica.
Poi le escursioni.

Musica perché c'è un bar in piazza con una cassa sempre accesa che riproduce musica reggae, reggaeton, salsa, merengue, bachata e anche altro all'occorrenza. Pochi tavoli, sempre pieni. Imperdibile sosta per gustare il ron del Caldas.

Salento è anche la dimostrazione che fare un viaggio in Colombia, almeno nelle zone più turistiche, è veramente semplice. Tutto quello che c'è da fare in questa zona parte dalla piazza. Quindi per andare nella meravigliosa Valle del Cocora basta andare in piazza dove c'è un chiosco che organizza jeep a intervalli di venti o trenta minuti.

Per Filandia stessa cosa, con la differenza che bisogna prenotare perché è un po' più distante. E, detto tra noi, il viaggio nella jeep stracolma è piuttosto scomodo. Inoltre, sempre detto tra noi, non è proprio una tappa imperdibile. Carina sì ma molto simile a Salento e, secondo me, anche meno affascinante.

Terza imperdibile tappa, sempre a partire dalla piazza, è una delle fincas.
Noi abbiamo scelto la famosa El Ocaso, ma ce ne sono molte. La visita alla finca, dove si coltiva caffè, è ovviamente imprescindibile in un viaggio in Colombia, tuttavia quell'ora e mezza non passa mai e fa tanto gita scolastica alla fattoria didattica. L'unica cosa veramente bella non è nemmeno la degustazione finale, perché il caffè è da paura ma lo tostano proprio male e, pur non essendo una grande amante del caffè, sono pur sempre napoletana e quindi, dicevo, la parte migliore è prendere un bel cappuccino nella terrazza del bar della finca con una vista mozzafiato mentre guardi i colibrì che svolazzano davanti ai tuoi occhi.

Detto ciò la tappa nell'eje cafetero è imperdibile. È una delle tante anime di questo paese straordinario.

Medellin è una città che mi ha scosso e affascinato particolarmente perché, a partire dalle sue dimensioni, ma soprattut...
03/09/2024

Medellin è una città che mi ha scosso e affascinato particolarmente perché, a partire dalle sue dimensioni, ma soprattutto dalla sua conformazione, sfugge a ogni definizione.
Appena siamo arrivati nel quartiere nel quale alloggiavamo, il poblado, abbiamo pensato che fosse un posto magnifico, molto curato, immerso in una foresta perpetua nella quale sono costruiti splendidi condomini e bellissimi alberghi.

A quasi due km in discesa da quello che è stato il nostro hotel, c'è la cosiddetta zona rosa, dove le case sono in mattoncini rosa e ogni dieci metri c'è un magnifico locale a fare bella figura. Scendere era facile, risalire impossibile, pure le macchine sembravano arrancare con quelle pendenze.

Tutta Medellin è un immenso bacino molto profondo, dove le zone alte sono eleganti e raffinate, come in tutto il mondo in effetti. Ma qui non è proprio così. Il divario è immenso. Sembra quasi una discesa agli inferi, eppure abaho c'è la piazza Botero, ma è circondata da strade deturpate dal degrado, dalla povertà, dalla moltitudine di venditori ambulanti di merci improbabili.

La piazza è sorvegliata da una polizia fortemente armata che incrocia poveri Cristi devastati da questa droga di scarto, di cui mai avevo sentito parlare, ma che segna i volti, i denti e persino i corpi di questi zoombie che abitano l'inferno.

È difficile vedere e descrivere questa moltitudine umana di persone povere, ai margini, persone che si arrabattano per andare avanti in una vita che mi sembra un girone infernale. Eppure i cittadini sentono che questa città sta avendo il suo riscatto. L'esempio più vivido è la ormai nota Comuna 13, un tempo il primo quartiere più pericoloso della città. Oggi è un grande parco giochi dove trovano spazio artisti e freestyler, dove gli abitanti non devono più nascondersi in casa o prestare il proprio servizio al narcotraffico dal 2002, quando il governo, con l'operazione Orion, decise di restituire dignità e legalità a questo grande quartiere che si sviluppa in altezza. Infatti il simbolo dell'operazione sono proprio queste scale mobili, ormai percorse quotidianamente da migliaia di turisti.

I giorni di Medellin sono stati un turbinio di emozioni e, in questo saliscendi caratterizzato anche dalla presenza di una funivia che permette di "sorvolare" l'immensa città, abbiamo conosciuto la città del più famoso cartello di tutti i tempi. E se penso ai cocktail di quelle sere, i ristoranti belli, la musica perenne, i giri di giorno, tutti i taxi presi e le persone conosciute con le loro storie, mi sembra di aver vissuto in un piccolo film, che è durato il tempo giusto, ma del quale avrò sempre nostalgia.

Cartagena è una delle città coloniali più belle e col centro storico meglio conservato del Sud America. Credo che nell'i...
26/08/2024

Cartagena è una delle città coloniali più belle e col centro storico meglio conservato del Sud America.
Credo che nell'immaginario collettivo sia la città emblema della Colombia, per i suoi colori, per le porte, le palenqueras.

Quando mi aspetto molto in genere resto delusa, invece Cartagena mi ha proprio rapito per la sua incredibile bellezza.
A parte il fatto che è una città facile da raggiungere e che si gira a piedi. Un sogno.
E anche il celebre Cafè del mar, che credevo fosse la solita trovata turistica dove tutti devono andare, è veramente un'esperienza da vivere, per la leggerezza e la magia che emana da questa città.

Due i punti di interesse, il centro storico, un dedalo di strade curatissime, che ospitano case coloniali bellissime e splendide boutique, dov'è anche possibile ripararsi dal caldo feroce della città.
Anche qui, pur essendo agosto, in piena stagione delle piogge, abbiamo avuto tre giorni di sole magnifico che ci ha consentito di vivere Cartagena al massimo.

San Andres è una tra le isole meno belle che abbia mai visto che ha il mare più bello che abbia mai visto. Diciamo che è...
22/08/2024

San Andres è una tra le isole meno belle che abbia mai visto che ha il mare più bello che abbia mai visto. Diciamo che è un'isola borderline, non è che la ami o la odi. È un'oscillazione continua tra "oddio ma il mare è meravigliosa quest'isola è bellissima" e "mamma mia ma sto posto fa veramente schifo".

Nell'insieme sono stati quattro giorni stupendi, spezzati dalla amena Providencia, uno perché anche qui il tempo è stato sempre bellissimo, sole e caldo tropicale. Due perché, come dicevo, il mare, che si dice abbia sette colori, ha veramente sette colori, quindi più giri l'isola e più trovi mare bello. L'escursione all'acquario e Johnny Cay è stata certamente una delle più belle mai fatte, infatti l'abbiamo bissata e la seconda volta, senza fare foto quindi siamo stati otto ore in acqua.

Nella parte est dell'isola, che presenta ancora i segni dell'uragano Iota che ha colpito l'isola nel 2020, c'è la costa frastagliata da scogli, c'è un mare pazzesco e tante insenature per fare bagni fantastici. Soprattutto alla Piscinita.
Insomma se a questo aggiungiamo che i cocktail erano economici e il mood era anche qui molto reggae, posso dire di aver fatto un mare top e, scherzi a parte, io un mare così non l'ho mai visto.

E poi l'isola ha un altro grande vantaggio, è un gigantesco duty free nel quale, anche una che non ama fare shopping come me, può trovare qualcosa, nella fattispecie gli M & M's al b***o di arachidi, che ho sempre trovato solo a NYC.

Anche qui non sono mancate le scomodità, le pulci di mare ci hanno sbranato letteralmente.
Acqua calda per la doccia manco a pagarla oro.
Abbiamo però mangiato, nel senso, evitato il ristorante migliore dell'isola secondo la nostra Lonely planet, perché i piatti erano una fusione tra cucina caraibica e non si sa cos'altro, abbiano optato le ultime due sere per la pizza, perché eravamo proprio affamati.

E adesso si vola a Cartagena de las Indias.
Stay tuned.
W Colombia 🇨🇴

Siamo arrivati a Providencia da San Andres con un volo piccolo piccolo, della durata di 30 minuti. Praticamente decollo ...
21/08/2024

Siamo arrivati a Providencia da San Andres con un volo piccolo piccolo, della durata di 30 minuti. Praticamente decollo e atterraggio.
San Andres, Providencia e Santa Catalina sono tre isole appartenenti alla Colombia ma molto più vicine al Nicaragua e alla Giamaica, quindi con un mood moooolto reggae.

La cosa più sorprendente è stato trovare il sole. Siamo nel bel mezzo del mare dei Caraibi nel pieno della stagione delle piogge. Abbiamo avuto quattro giorni di sole e cielo azzurro che quasi non credevamo ai nostri occhi.
Arriviamo e prendiamo possesso della nostra camera nella posada Ashanty, una deliziosa casa in cui ci ospitano i proprietari, una coppia creola di infinita gentilezza.

Providencia è un'isola meravigliosa, montuosa, con un verde accecante, una varietà incredibile di fiori e dei colori delle case colorate. Tipico stile caraibico, di colombiano non ha niente.

L'isola ha una sola bakery, la mattina aspetti quello che arriva caldo, e per me che quando ordino cambio idea quindici volte è un bello scarico di responsabilità, zero stress praticamente.

Stessa storia per la spiaggia. Su quest'isola c'è una sola immensa, meravigliosa, stupefacente e deserta spiaggia sulla quale ho passato quattro dei giorni più belli della mia vita. Le foto possono parlare per me, e meglio di me.

Ma veniamo alla parte avventurosa, perché mica penserete che è tutto solo bello. Possiamo dire che il livello di scomodità è andato oltre soglia.

Partiamo dal top. Su queste isole NON esiste l'acqua calda, quindi dopo una lieta giornata di mare ti aspetta una bella doccia fredda, il che ti fa ve**re i brividi al solo pensiero mentre stai facendo l'ultimo bagno della giornata. Come se non bastasse la nostra posada ci ha messo a disposizione soltanto saponette microscopiche, quindi i capelli più che altro vanno insaponati. Una gioia. Ormai sono diventati una scultura dinamica, modificabile durante tutta la giornata.

Quindi pensi alla lieta doccia e, nel mentre, ti hanno già assalito zanzare di ogni sorta e pulci di mare che, giustamente, vogliono godere con te degli splendidi tramonti che offre l'isola. Così, a un certo punto, tutta quella gente che sulla spiaggia rideva e scherzava mentre sorseggiava diversi tipi di cocktail, incomincia a grattarsi, sembra proprio una coreografia rispetto alla quale anche il migliore repellente può fare poco.

Altra chicca è lavarsi i denti, e io anche le mascherine, con l'acqua della bottiglia. Una comodità che proprio mi ha fatto pensare al mio bagno gigante e a tutte le comodità di casa con una nostalgia molto intensa.

Infine capitolo cibo. Su tutta l'isola ci saranno quattro o cinque ristoranti, che aprono un po' a caso. Per nutrirci abbiamo scelto per tre giorni il Divino niño, un ristorante sul mare ricoperto da una lamiera di ferro che rende la temperatura infuocata, tant'è che mentre si aspetta, perché si aspetta, tanto vale farsi un tuffo in mare per evitare che ti portino il piatto che sei diventata una pozza d'acqua sotto al tavolo. I piatti del divino sono abbondanti e a base di pesce fresco con un ottimo rapporto qualità prezzo, peccato che gli sforzi del cuoco siano concentrati prevalentemente sulla quantità di aglio da aggiungere. Che copre il 75% del sapore e ti rende inavvicinabile ai più. E menomale che c'è poca gente in giro altrimenti sarebbe scomunica.

Detto questo posso dire che la bellezza di quest'isola è qualcosa di unico, ed è valsa la pena fino all'ultima sera a stomaco vuoto (perché il divino due volte al giorno è troppo diciamocelo, mica siamo ammazzavampiri).

È un posto unico, un vero paradiso terrestre dove la vita e la natura si offrono in tutto il loro splendore. Sono stati giorni magici e indimenticabili, divertenti e spensierati... dove il tempo è fuggito...

Il mio viaggio in Colombia 🇨🇴Primo destino: Bogotà!Che aggiunge un altro tassello alla mia collezione di città senza cen...
14/08/2024

Il mio viaggio in Colombia 🇨🇴

Primo destino: Bogotà!
Che aggiunge un altro tassello alla mia collezione di città senza centro.
La capitale della Colombia è una città grandissima, circa dieci milioni di abitanti, a 2.600 m di altezza. Lascia un po' senza fiato ma dopo il Perù è una bazzecola. È solo che unita alle sette ore di fuso ti mette una stanchezza che, se non fosse per il mio sistema esploratorio tonico, sarebbe stato ovvio dormire tutto il tempo.

Ma noi, noi no... prendiamo a morsi la città e scopriamo che sì, è stato meglio dormire al Chapinero, un quartiere residenziale con deliziose casette basse e una miriade di locali per mangiare. E l'odore buono delle panaderie che sfornano ogni bontà.

La Candelaria è il quartiere storico, mi ha ricordato molto le altre città coloniali latino americane con relative vibes. Ospita anche il Museo Botero che è di inestimabile bellezza. Nonché il celeberrimo Museo del Oro, che vedrò al ritorno del mio viaggio in Colombia. È un saliscendi tra vicoli colorati, bellissimi palazzi e una piazza enorme con una altrettanto enorme cattedrale.

Infine, il bel tempo di questi giorni ci ha consentito di godere della spettacolare vista dal Cerro di Monserratte. Sotto, la città è immensa e intrigante, viene voglia di fermarsi a guardarla per ore, prima di riprendere la rapidissima funicolare per scendere e ricominciare a camminare con un pochino di affanno, un po' per l'altitudine, un po' per l'emozione di essere, finalmente, in Colombia 🇨🇴

La mia latitanza da questa pagina è imperdonabile... ma oggi recupero con un super post.Il mio matrimonio in Thailandia,...
06/04/2024

La mia latitanza da questa pagina è imperdonabile... ma oggi recupero con un super post.

Il mio matrimonio in Thailandia, esattamente un mese fa.
Se le foto sono così belle è perché abbiamo avuto un super fotografo.

Nikita 📸

Segue post sul mio viaggio di nozze in Thailandia, che è il primo viaggio di nozze ma l'ottavo viaggio nel paese del sorriso per cui, chiunque volesse info, può chiedere tranquillamente. Ormai la conosco come le mie tasche.

In queste foto siamo a Ko Bon, un isolotto di fronte a Phuket 🇹🇭

Esperienza top 🙏🏼

Natale a Marsiglia 🇨🇵Il lungo ponte di questo Natale ci ha permesso una bella gita fuori porta. Certo Marsiglia è più be...
26/12/2023

Natale a Marsiglia 🇨🇵

Il lungo ponte di questo Natale ci ha permesso una bella gita fuori porta. Certo Marsiglia è più bella d'estate e, sicuramente, si possono vedere più cose con la macchina. Però c'è la stazione che porta in qualche posto della Provenza e poi non mi volevo stressare troppo questa volta.

E in questo assaggio di Provenza ho trovato un bellissimo sole, un'atmosfera poco natalizia proprio come volevo, un sole estivo di fronte al quale mangiare zuppa di pesce e bere pastis. Non riesco proprio a resistere alle tipicità, anche se negli anni ho imparato a non comprare cose inutili, quindi ho rinunciato al sapone di Marsiglia, ai fiori di sale della Camargue e ai sacchetti di lavanda. La globalizzazione ha divorato tutto, non ho più trovato qualcosa di veramente unico in un posto, tranne forse il namasté di osso di dromedario che ho preso quest'anno in India.

Marsiglia è una bella città, ha un porto bellissimo e un quartiere bohemienne, Le Panier, degno di una città francese. Ho trovato persino il fois gras, anche se me ne vergogno.
Mi ricordo i tempi in cui Marsiglia era "pericolosa" e, per questo, veniva associata a Napoli. Ma di Napoli ha solo il mare. Anche più bello. Per il resto puoi girare per ore senza trovare niente da fare mentre a Napoli non ti basterebbe un mese per vedere tutto. Non è campanilismo, è dato di fatto.

Peccato che ad Arles non ho trovato Van Gogh e ad Aix-en-Provence non c'erano tracce di Cezanne. Eppure ho intravisto quello che li ha ispirati, soprattutto al sole.
Comunque la mia sesta tappa in Francia è stata promossa e, anche questa volta, la cucina ha fatto la sua parte nel rendere ll mio soggiorno assai gradevole 🤭

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21/11/2023

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Il profilo è privato... ma tutti i follower di ViaggioSerena saranno accettati 😎
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Il mio viaggio in India -  Day 10Inesorabilmente è arrivato l’ultimo giorno del mio viaggio. Era il giorno che temevo da...
04/10/2023

Il mio viaggio in India - Day 10

Inesorabilmente è arrivato l’ultimo giorno del mio viaggio. Era il giorno che temevo da febbraio, era il giorno in cui mi potevo sentire nostalgica finalmente. Purtroppo. Ma era anche il giorno, l’unico, da dedicare a Delhi, una città enorme. La capitale.

Quindi ancora una volta non ci pensiamo troppo e riprendiamo il racconto. Arriviamo alla stazione di Delhi alle 6:30 del mattino, il treno è puntualissimo. La stazione di Delhi è come quelle scene dei film in cui fanno vedere le stazioni indiane: c’è un’intera umanità in qualunque condizione, gruppi di famiglie, uomini soli, alcuni addormentati sui marciapiedi, gente che attende con quantitativi di pacchi da portare, venditori ambulanti, bambini elemosinanti; nonostante sia in India da dieci giorni mi sento nuovamente travolta. Delhi è probabilmente, al primo impatto, la città che più delle altre mi ricorda i film indiani, come dicevo.

Il treno è talmente lungo che dobbiamo fare alcune centinaia di metri per raggiungere l’uscita, incontriamo il driver e andiamo in albergo. La stazione era a Delhi, il nostro hotel invece era a New Delhi. La capitale è la somma di due città, una vecchia enorme, una nuova, enorme. No, non è un refuso, è proprio che non trovo altri termini per definire quanto sia sterminato lo spazio che vedo davanti a me.

In hotel facciamo colazione e ci prepariamo all’incontro con l’ultima guida del nostro viaggio. È un ragazzo giovane, molto colto, che parla bene l’italiano e conosce anche Tiziano Terzani, il mio scrittore/viaggiatore preferito. La guida ci spiega tutto quello che può sull’India. Arrivare nella capitale di uno stato così interessante e trovare un ragazzo così preparato apre molti interrogativi: quell’ultimo giorno lo ricordo soprattutto così. O forse perché era l’ultimo giorno e volevamo prendere tutto il possibile prima di andare via.

Primo step la moschea della città, la Jama Masjid, quella che sto ritrovando nel libro che sto leggendo adesso per non lasciare definitivamente la mia India. Bellissima e imponente, mi riporta nei paesi arabi tanto da farmi sentire il suono del canto del muezzin. Fa caldissimo, soprattutto quando mi mettono il velo. Subito dopo cominciamo il nostro giro del Chandy Chwok, il grandissimo bazar di Delhi, che si trova in old Delhi: vicoletti strettissimi che si incrociano creando un’atmosfera unica; qui riusciamo anche a fare il nostro primo street food indiano, mangiamo dei dolci tipici che sono molto zuccherosi e beviamo una bibita della quale non ricordo il nome ma ancora nitidamente il sapore. Era una sorta di latte di mandorla con le mandorle tritate, veramente deliziosa e fresca. Un toccasana con quel caldo tremendo.

In old Delhi andiamo poi a visitare una stradina dove c’erano le porte delle haweli più belle che abbia mai visto. In questo racconto non ho parlato abbastanza di quanto mi sia innamorata delle porte indiane, sono splendide, estremamente decorate, variopinte; ne ho viste di meravigliose nel palazzo reale di Jaipur e in altri luoghi, sono state occasione di fare le foto con Marco, evento assai raro durante i miei viaggi, ma erano troppo scenografiche….

Nel pomeriggio visitiamo un tempio sikh e il tempio del loto, un tempio che unisce tutte le religioni in una stessa preghiera per la pace, è un messaggio bellissimo. Ma il momento clou della giornata è per me la visita alla tomba di Ghandi. Fa un caldo atroce e bisogna percorrere tutto il viale che conduce al memoriale, ci sono intere scolaresche in divisa che fanno lunghe file per andare ad omaggiare quello che è stato il padre dell’Indipendenza indiana. I bambini ci vedono e ridono, ci salutano, sembriamo degli extraterrestri, qualche famigliola ci mette un bambino vicino e ci chiede di fare una foto, è tutto magnifico, anche se ci stiamo sciogliendo. Ritornando a Ghandi, la sua frase “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” è il più grande messaggio di pace che si possa immaginare, arrivare davanti alla sua tomba lascia senza parole, ti fa sentire più piccolo ma allo stesso tempo pieno di speranza.

Il mio racconto volge al termine, purtroppo non abbiamo visto moltissime cose di Delhi, in un giorno è veramente difficile ma sono comunque soddisfatta. Nel pomeriggio riposiamo un po’ in hotel, incontriamo Prem e facciamo due chiacchiere sul viaggio appena concluso e sui prossimi viaggi in India che certamente faremo con lui, perché è stato un viaggio indimenticabile.

C’è chi dice che l’India o la ami o la odi, io invece credo che non ci sia nessun altro paese al mondo che provochi emozioni così contrastanti: ci sono alcune cose che ti ammaliano, altre che a volte ti colpiscono forte allo stomaco, altre ancora che ti fanno ve**re voglia di scappare e altre che invece ti farebbero restare lì per sempre. Io ci sono stata troppo poco e quindi molte delle sensazioni avrei voluto esplorarle più a fondo, e certamente lo farò. Non è pensabile non tornare in India, e non solo per chi ci è stato poco tempo; l’India è una dimensione di vita che ti avvolge completamente, ti dimentichi di chi sei e ti immergi in uno spazio-tempo sacro, di fronte al quale ti senti spettatore estraneo, l’ho già detto, ma non ho detto che è uno spettacolo che vorresti non finisse mai. L’India è religione, Moravia aveva ragione quando alla stessa domanda dava sempre la stessa risposta, e non è importante quale sia la religione perché, se si segue un messaggio di pace e di amore non importa quale sia il Dio di riferimento, importa solo che ci sia pace, e in India la pace si respira, paradossalmente si respira quando per strada i mille clacson suonano in continuazione, tu ti stordisci ma loro no, vanno placidi per la loro strada. Tu rischi di impazzire all’inizio ma poi ti abitui ed entri in quel vortice nel quale sai che due macchine, anche se si sfiorano, non si scontreranno mai…

Prem Viaggi - Tour Operator per India e Nepal

27/09/2023

Un giro veloce e tranquillo nel bazar di Jodhpur 😉

Il mio viaggio in India - Day 9Il nostro nono giorno prevede l'ennesimo spostamento, lungo. La direzione è Jodhpur, la c...
27/09/2023

Il mio viaggio in India - Day 9

Il nostro nono giorno prevede l'ennesimo spostamento, lungo. La direzione è Jodhpur, la città blu.
Un'altra sorpresa, sarà stato perché era tra le ultime cose da vedere, o per il fatto che fosse la meno famosa tra le città viste finora, ma non mi aspettavo proprio fosse così tanto bella.

Arriviamo prima di pranzo e andiamo a visitare uno splendido monumento funerario costruito lungo un fiume. In fondo si intravedono piccole formazioni rocciose. È un paesaggio molto bello e suggestivo, nonostante ci fosse una luce fortissima e un caldo soffocante. Anche qui sono incantata dalla bellezza del palazzo, interamente decorato e intarsiato con estrema particolarità dei dettagli. In realtà tutto quello che ho visto in questi giorni avrebbe meritato un tempo infinito per coglierne tutti i tantissimi fregi e particolari appunto.

Andiamo a pranzo prima di visitare il forte, grazie alla guida assaggiamo altre cose nuove e poi via, alla scoperta di quello che sarà, a mio personale giudizio, il più bello dei forti, perché imponente e finanche "terribile", proprio come lo descrive la mia Lonely.
Apprendo qui che ci hanno girato anche una parte del cavaliere oscuro di Nolan, e non mi stupisce, perché ha un'atmosfera molto dark. Davvero notevole.

Inoltre, in alcuni punti, è possibile vedere il forte in contrasto con il blu della città sottostante. Jodhpur infatti viene definita la città blu, perché anni fa gli abitanti, per allontanare le tantissime zanzare, decisero di usare quel colore come repellente, e pare abbia funzionato, visto che periodicamente le case vengono ridipinte.

Come sempre anche il forte di Merangah racchiude infinite bellezze, questa volta mi colpisce, in particolare, la sala delle miniature: disegni piccolissimi e stupendi, di una precisione indescrivibile. Sono perlopiù disegni delle storie d'amore di Shiva e Parvati.

Dopo la visita al forte scendiamo per una strada secondaria che ci porta direttamente nel cuore della città vecchia. Una meraviglia di colori tra il blu delle facciate e i tanti colori dei murales. La mia guida mi scatta un sacco di foto 😎
Arriviamo poi al bazar, un quadrato ricavato nel centro della città dove il governo ha deciso di raggruppare i venditori della città. È un mercato pieno di cose bellissime, dai tessuti alle spezie, passando per tutto quello che può ve**re in mente. Immediatamente fuori dal bazar poi trovo un negozio di spezie che mi incanta, dove compro tè, incensi, profumi e pepe.

Ma eravamo un po' tristi quel pomeriggio, dopo poco avremmo salutato Hari, la nostra macchina comodissima, i lunghi viaggi che ci avevano portato nei luoghi sognati... stava veramente finendo il mio viaggio in India e anche se erano stati appena nove giorni, il tempo vissuto si era talmente allargato, che aveva riempito il mio cuore, i miei occhi; tutte le mie emozioni erano al massimo.

Dunque, dopo la visita della sorprendente Jodhpur, Hari ci accompagna al treno che ci avrebbe portato a Delhi.

Di Hari non ho fotografie, era troppo timido e riservato per chiedergli di mettersi in posa con due stupidi turisti dopo tutta la fatica che aveva fatto in quei giorni. Hari durante il viaggio è stato sempre attento, vigile, di lui mi ricordo un episodio in particolare che mi fece capire quanto avrebbe fatto la differenza in quel tour: durante uno dei nostri lunghi spostamenti, gli chiedemmo di fermarci per prendere l'acqua. Marco uscì dalla macchina e si diresse verso quelli che sono gli "autogrill" indiani, delle piccole e polverose botteghe sul bordo strada, dove raramente si fermano i turisti. Marco uscì e Hari lo seguì per sincerarsi che nessuno gli avrebbe spillato più soldi o per aiutarlo a farsi capire, in realtà non ho mai capito perché, come non ho mai capito perché restò vicino alle nostre scarpe fuori al tempio dei topi. So solo che con lui mi sono sentita sempre sicura, e non perché avessi paura che mi succedesse qualcosa, ma perché lui di noi si è preso veramente cura. E questo ha reso tutto il viaggio qualcosa di speciale, unico. Grazie Hari ❤️

Avevamo una cuccetta privata in un treno con millemila vagoni pieno come un uovo. Ho dormito poco e male, mi ero lasciato alle spalle qualcosa di bellissimo e già mi mancava tanto 💔

Prem Viaggi - Tour Operator per India e Nepal

Il mio viaggio in India - Day 8Ci svegliamo a Jaisalmer pronti a visitare il forte. Vi chiederete, a questo punto della ...
26/09/2023

Il mio viaggio in India - Day 8

Ci svegliamo a Jaisalmer pronti a visitare il forte. Vi chiederete, a questo punto della storia, ma non vi siete stufati di vedere tutti questi forti? La risposta è decisamente NO. I forti del Rajastan, come ho già detto, sono scrigni pieni di gemme preziose e, soprattutto, sono tutti diversi tra loro. Posso già conservare nei miei ricordi alcune particolarità talmente uniche da rimanere indelebili... come per esempio la sala degli specchi del forte di Jaipur oppure la bellissima sala da cui si vede in lontananza il Taj Mahal del Red Fort, per non parlare della splendida sala dei monsoni del forte di Bikaner. Meraviglie indimenticabili.

Il forte di Jaisalmer poi è completamente diverso dagli altri, non è un palazzo ma una sorta di cittadina collocata su una collina, infatti qui il forte è abitato, ci sono case e negozietti in tutte le strade, sembra veramente di essere in un film, o in un altro tempo.

Prima del forte siamo però andati a vedere un'altra parte iconica di questa città dorata, parlo della zona del lago che per mesi ho visto fotografata sulla copertina della mia inseparabile Lonely Planet titolata India del Nord. Un bel mattoncino che dopo anni ha incontrato il paese che descrive.
I laghi sono molto suggestivi, purtroppo eravamo in un momento di luce non favorevole per le fotografie e quindi devo aspettare di scaricare le foto della macchina, intanto posto quelle del telefono, ma assicuro che lo spettacolo è strepitoso, c'era un sole magnifico e un caldo soffocante, in fondo eravamo nel deserto...

Quindi andiamo al forte che di cui parlavo, abbiamo fatto una prima visita con Jitendra, un bramino che anche questa volta ci ha raccontato tantissime cose, rendendo anche questa esperienza, molto intensa: ci ha raccontato delle diverse dominazioni, di come gli islamici abbiamo provato a distruggere la cultura induista e di come gli inglesi abbiano modificato il loro sistema scolastico educandoli alla servitù e occidentalizzando i propri costumi.
È stato un momento amaro, ancora una volta ci siamo resi conto di quanto il mondo sia ingiusto e di quanto alcuni paesi abbiano subito. Fa veramente riflettere e fa veramente male.

Quando salutiamo Jitendra ritorniamo all'interno del forte e pranziamo con un thali in un bellissimo posto con vista città che, per fortuna, ha anche una birra 🍺 perché quando hai così caldo la.prina sorsata di birra è un piacere insostituibile.
Rigiriamo tra le stradine del forte per fare un po' di shopping e abbiamo modo di parlare con i negozianti e con i passanti. Sono meno insistenti che a Jaipur ma comunque ti rincorrono quando non compri, però questa cosa è divertente 😃

Dimenticavo del bellissimo tempio jainista che abbiamo visto in città. Il jainismo è un'altra religione indiana "degli insoddisfatti" dell'induismo, come.ci dice Jitendra. È una religione in cui il dettame è quello di combattere la cupidigia che è in noi e rispettare tutti gli esseri viventi, molti jainisti infatti vivono con la mascherina per non respirare e uccidere neanche i bacilli nell'aria. Di suo il tempio è stupendo, infinitamente decorato, Jitendra ci ha raccontato che gli induisti gli hanno permesso di costruire il tempio in città a patto che nelle icone si inserissero anche figure induiste: questo, evidentemente, ha messo d'accordo tutti.
Ripeto, il tempio è stupefacente.

Nel pomeriggio andiamo a visitare i cenorafi reali, ovvero le tombe dei re. Collocate sull'apice di una collinetta ci consentono di assistere a un tramonto mozzafiato.
Ceneremo in un ristorante poco distante dal nostro haveli consigliatoci dalla guida. Sono tutti così cortesi e disponibili che riusciamo a ordinare bene e fare un'altra bella cena romantica.

Volevo vedere Jaisalmer da una vita, le aspettative altissime sono state ripagate, la bellezza dell'India è sempre più ammaliante e i giorni scorrono veloci anche se intensi. Decisi di tenere tutta la nostalgia alla fine... ma mancavano solo due giorni e cominciavo ad essere un po' triste 🥲

Prem Viaggi - Tour Operator per India e Nepal

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