10/10/2018
Il famoso "Gruppo di Scicli" fa conoscere la nostra Scicli e la rende grande!
1981, Renato Guttuso intervistato da Luca Liguori per il quotidiano “Il tempo” parla del deserto della pittura italiana e della “purezza d’intenti” di un gruppo di artisti che operano nell’estrema periferia, lontani dal dinamismo delle metropoli, dalle Biennali d’arte, dalla velocità consumistica alla quale neppure l’opera d’arte riesce a sottrarsi.
Dice Guttuso: “Queste isole di purezza di intenti ci sono. Soltanto che l’organizzazione della vita artistica italiana è stata talmente inquinata e corrotta che è difficile individuarle, conoscerle. Io, che sono uno che ama queste cose, qualcuna di queste isole le conosco e questo fatto mi induce a una profonda malinconia perché vedo che sono momenti di una vita eroica assolutamente senza sbocco perché la situazione attuale non lo consente. Ti faccio un esempio: a Scicli, che è un paesino della Sicilia dove sono andati a vivere dei giovani artisti, Guccione e Sarnari, c’è una piccola scuola di pittori di cui l’Italia non sa nulla, di cui le Biennali non sanno niente, non vogliono saperne o non gliene importa niente di saperlo. Questo non è giusto”.
Guttuso si riferiva a quello che è oggi conosciuto come Il Gruppo di Scicli, un gruppo di artisti che per traettorie e motivi diversi cominciano a frequentarsi con assiduità, motivati da comuni interessi per la pittura e la scultura e, nello stesso tempo, disponibili a partecipare ai processi di animazione culturale della città insieme ad alcuni amici che avevano dato vita al Movimento Culturale Vitaliano Brancati. Piero Guccione e Franco Sarnari si incontrano e si frequentano fin dalla metà degli anni Cinquanta. Si ritroveranno a Scicli nel 1971. Franco Sarnari si stabilisce nella campagna iblea. Piero Guccione, nel corso degli anni Settanta, pur abitando a Roma, si ferma a dipingere per molti mesi, dalla tarda primavera fino all’autunno inoltrato nella sua casa di Punta Corvo, davanti al Mar Mediterraneo. Alla fine degli anni settanta deciderà di stabilirsi in Contrada Quartarella tra Modica e Scicli con Sonia Alvarez, marsigliese, conosciuta a Parigi nel 1976, sua compagna. Una decisione coraggiosa quella di abbandonare i centri metropolitani dove l’effervescenza culturale e artistica era di gran lunga superiore e dove i riconoscimenti erano stati notevoli e significativi.