Luisa Boscolo - Visite e Itinerari

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Per chi è al mare, ma anche per chi è in altri luoghi.Uno sguardo sul cielo e sull’infinito, di prima mattina, rinfranca...
09/07/2024

Per chi è al mare, ma anche per chi è in altri luoghi.
Uno sguardo sul cielo e sull’infinito, di prima mattina, rinfranca sempre.
Increspate le onde, ma non eccessivamente. Quel movimento che ti invita (per chi non teme l’acqua) ad entrare e a giocare con i vortici ancora gestibili e gli spruzzi salmastri.
Dipinto di Giacomo Balla: uno scorcio del mare di Anzio nel quale l’agave, in primo piano, enorme e scura, contrasta con la luminosità degli azzurri variamente declinati.
“Agave”: deriva dal latino. Significa “splendido, meraviglioso”.
Che sia tale la giornata che inizia.
Giacomo Balla, Agave sul mare. Il mare di Anzio 1908. Coll. privata

Si chiama carapace: è la grande casa che le tartarughe si portano sul dorso: pesante, protettiva, coriacea. Termine di p...
08/07/2024

Si chiama carapace: è la grande casa che le tartarughe si portano sul dorso: pesante, protettiva, coriacea. Termine di probabile derivazione sp****la, poco usata nel nostro lessico ordinario: lo chiamiamo abitualmente "guscio"...
Si muovono in acqua con una leggerezza che ne annulla il peso. Si immergono nel blu profondo come in questa foto, sempre tratta dalla mostra Mittermeier.
La luce penetra dalla superficie in profondità e lo illumina, facendolo quasi brillare.
La foto è stupenda.
Spettacoli di natura per cominciare bene la settimana.
Buondì!

Riposante veduta per una domenica di luglio dal tempo incerto.Possibile meta per un viaggio culturale agostano.Siamo a V...
07/07/2024

Riposante veduta per una domenica di luglio dal tempo incerto.
Possibile meta per un viaggio culturale agostano.
Siamo a Versailles in quello che, nella descirzione del dipinto, viene definito “hameau”.
Cosa significa? Significa un piccolo borgo di casolari sparsi, isolato.
Fu idea geniale della capricciosa Maria Antonietta, regina capace di creare mode ed ancor più di seguirle.
Era questo il suo rifugio campestre dove trascorreva le calde giornate estive, attorniata dai figli e da qualche “sceltissimo” membro del suo cerchio magico.
Buona domenica … cercate oggi il vostro hameau!

Aprendo la finestra, stamattina, scorgo un cielo grigio e maculato di nuvole. Lo paragono ad una delle tante e meravigli...
06/07/2024

Aprendo la finestra, stamattina, scorgo un cielo grigio e maculato di nuvole.
Lo paragono ad una delle tante e meravigliose fotografie della Cristina Mittermeier.
Visitata questa settimana insieme a coloro che hanno aderito alla proposta (che ringrazio), l'esposizione alle Gallerie d'Italia è davvero unica.
Si chiama "breaching": uno spettacolare salto fuori dall'acqua svolto con estrema leggerezza, nonostante il peso e le dimensioni della balena.
Danzano fra acqua e aria, danzano fra cielo e mare.

Buon sabato a voi.

L'estate incalza. Più che caldo torrido, afa. Questa umidità trasuda sulla pelle. Stagione piovosa questa (e meno male):...
30/06/2024

L'estate incalza. Più che caldo torrido, afa.
Questa umidità trasuda sulla pelle.
Stagione piovosa questa (e meno male): ogni giorno un temporale, una spruzzatina, una nuvoletta passeggera che costringe ad avere sempre pronto, in borsa, l'ombrello salvifico.
Per chi volesse temporaneamente abbassare la temperatura corporea innalzando quella emotiva, può partecipare alla visita, da me condotta, alle favolose immagini di Cristina Mettermeier.
Una mostra di colori e suoni dove la natura e l'ambiente si mostrano nella loro bellezza e, come il titolo cita, saggezza.
Gallerie d'Italia di Piazza San Carlo.
Mercoledì 3 luglio, incontro alle ore 20.10.

Fresco l'ambiente, suggestive le fotografie.Buona domenica a tutti.

Io la immagino così la Befana che arriva a portare i dolcetti. Una nonnina sdentata, simpatica e stralunata che si aggir...
06/01/2022

Io la immagino così la Befana che arriva a portare i dolcetti. Una nonnina sdentata, simpatica e stralunata che si aggira tra le case e non bussa alle porte.
Me la immagino che sorride a pieno viso nonostante le labbra siano curvate sulle gengive lisce. Me la immagino avvolta nello scialle spesso che le copre le spalle e la scalda. E’ una nonna, abbigliata alla moda di un tempo.
Oggi le nonne sono più “sprint”. Non vestono scialli e non portano foulards a fiori sul capo ma, come nel passato, riempiono le calze di dolci e torroncini e si danno un gran da fare per rendere questo giorno unico.
Modenese di nascita, Gaetano Bellei si muove bene nella pittura di genere, dove volti e ambienti sono fotografie del suo tempo.
La nipotina guarda dritto nell’”obiettivo”, contenta e paffutella, abbraccia la nonna e se la strapazza.
Immagino tutti i ragazzini che questa mattina scartano caramelle e goloserie e guardano fuori dalla finestra, cercando una Befana sdrucita.
Nella calza qualcuno troverà anche del carbone, simbolo di “birichinaggine”, in realtà delizioso esempio di arte pasticcera: bianco, nero, friabile e zuccherino.
Buona Epifania a tutti, in particolar modo ai dentisti…
Gaetano Bellei, 1857-1922, Nonna e nipote, olio su tela, collezione privata.

Non l’ho mai visto dal vero, purtroppo. Mi piacerebbe molto però,  dedicando il giusto tempo per osservare ogni particol...
04/01/2022

Non l’ho mai visto dal vero, purtroppo. Mi piacerebbe molto però, dedicando il giusto tempo per osservare ogni particolare di quei 3 metri x 3 che Renato Guttuso ha colmato di ogni ben di di Dio. Siamo alla Vucciria di Palermo: mercato il cui nome rimanda al termine francese “boucherie” (macelleria) o forse al vocabolo dialettale “vucciria” (confusione). Termini perfettamente calzanti entrambi.
Scegliete tutti gli ortaggi che preferite. Aspettate vi taglino un lembo di quel vitello squartato, deliziati idealmente i vostri palati e producete acquolina notando i formaggi, le olive di ogni tipo e i frutti carnosi.
Pesce a volontà naturalmente, siamo a Palermo: baccalà a quant’altro trovar si voglia.
Ambulanti turisti e clienti abitudinari si mischiano fra loro ma certamente spicca la donna posta in primo piano che avanza con aria sensuale in un contesto che già indirizza a colpevoli peccati di gola.
Fritture, involtini, arancini. Pesci fritti, caponate e focacce.
Leggo oggi su La Stampa che aprirà a Torino l’ Antica Focacceria San Francesco che a Palermo è tappa d’obbligo per chi vuole immergersi nei sapori della cucina siciliana.
Certo, sotto la mole l’atmosfera sarà un po’ diversa ma , chiudendo gli occhi e assaporando chissà, avremo attimi di sicule squisitezze.
Buona giornata, saporita!

L’ho trovato così l’Arlecchino del primo dell’anno: già preso ad inventare le più strampalate soluzioni pur di conquista...
01/01/2022

L’ho trovato così l’Arlecchino del primo dell’anno: già preso ad inventare le più strampalate soluzioni pur di conquistare la sua amata. Mi ha già messa di buon umore.
Opera del pittore fiorentino Giovanni Domenico Ferretti, la tela fa parte di una serie di sedici dipinti da lui realizzate a metà Settecento.
Cosa si inventa il baldanzoso seduttore? Si improvvisa insegnante di ballo per conquistare la bella donzella. Impugna con la mano sinistra un piccolo e bellissimo violino da tasca e nella destra l’archetto.
Calza una finta gamba di legno ma poi, dimenticandosene, si mostra sciolto nei movimenti tanto da indurre la deliziosa dama ad accennare leggiadri passi aggraziati.
Trabocchetti amorosi, note di violino, abiti sgargianti e stoffe svolazzanti.
Inizio così: con Arlecchino, il Settecento veneziano, un po’ di musica e una gamba di legno finta che, sicuramente, di li a breve scomparirà e il minuetto fra i due prenderà avvio.
Inizino quindi le danze del nostro nuovo anno.
Auguri a tutti, auguri sinceri!
Giovanni Domenico Ferretti, Arlecchino Maestro di Danza, Collezione Enrico Frascione

Felice Casorati: non solo dipinti ma molto di più: la vita e gli incontri che ebbe a fare gli permisero di spaziare nei ...
31/12/2021

Felice Casorati: non solo dipinti ma molto di più: la vita e gli incontri che ebbe a fare gli permisero di spaziare nei diversi mondi dell’arte, dalla pittura al teatro. Scenografie, cori, personaggi, costumi: una manna dal cielo per esprimere a tutto tondo la sua creatività.
Orfeo è posto al centro della scena. La musica dell'eroe meraviglia chi lo ascolta: la sua lira emana note soavi, la sua voce incanta.
E’ grande il palcoscenico di Casorati, grande e spoglio. Drappeggiati ai lati i tessuti pesanti di un sipario aperto che, di lì a poco, si chiuderà. La lira tacerà, l’attore si inchinerà, il pubblico applaudirà e le luci si spegneranno.
Le spesse tende si avvicineranno lentamente l’una all’altra e lo spettacolo avrà fine.
Fine.
Fine di un anno ancora non normale. Anno che speravamo ci conducesse fuori dalla pandemia, anno ancora gravato da mille difficoltà.
Si chiuda il sipario sull’ode di Orfeo. Spegniamo le luci e respiriamo un secondo di silenzio per dare pausa e interruzione.
Riapriamolo domani quel rosso tendaggio e auguriamoci di trovare un Arlecchino scherzoso, colorato e graffiante, sagace, astuto e capace di domare il nuovo anno.
Brindate in serenità.
Buona fine, buon Capodanno.

Oggi un invito. Avendone tanto parlato ed essendo una mostra che chiude il prossimo 9 gennaio, chi fosse interessato a v...
29/12/2021

Oggi un invito. Avendone tanto parlato ed essendo una mostra che chiude il prossimo 9 gennaio, chi fosse interessato a visitarla può cogliere l'occasione scrivendomi su Messenger.
Grazie e Buona giornata!
Ah dimenticavo!
Non è che il post promozionale sia una banale scritta bianca su fondo rosso. Il fondo è dettaglio fotografico da me rilevato da opera in mostra.
Perché, vi assicuro, i colori di Antoine de Lonhy sono unici.

Siamo a Vaucresson: regione dell'Île-de-France, non lontano da Parigi.Sedute in un giardino meraviglioso due donne godon...
27/12/2021

Siamo a Vaucresson: regione dell'Île-de-France, non lontano da Parigi.
Sedute in un giardino meraviglioso due donne godono della bellezza che le circonda. Non mi sono sbagliata, ho detto due, proprio due.
Quella a destra, in abito rosa, si chiama Marcelle ed è ben visibile. Ora facciamo un gioco di esplorazione visiva e cerchiamo la seconda, Lucy. Non facile. Occorre aguzzare la vista e cercarla tra i fiori, sulla sinistra.
Nel roseto che la mimetizza, più a sinistra, si scorge una donna inginocchiata, forse sta cogliendo una rosa.
Marcelle Aron e Lucy Hessel sono cugine e la casa sullo sfondo è l’abitazione dei coniugi Hessel. Palazzina magnifica, sarebbe perfetta per trascorre i pochi giornie giorni che ci separano dalla fine dell’anno.
Il proprietario di quella casa è Josse Hessel, mercante d’arte che commercializza le opere di Édouard Vuillard, noto e prolifico artista parigino autore di quest'opera.
Josse Hessel è quindi il marito di Lucy che, a sua volta, è il grande amore di Vuillard: una relazione durata più di trent’anni, fino alla morte dell'artista nel 1940.
Non sono solo fiori e pennellate c’è molto, molto di più, ci si potrebbe scrivere un romanzo.
Godiamoci i colori e, come mi piace fare, immaginiamo le vicende che nascondono.
Buona giornata.
Jean-Édouard Vuillard, ll giardino di Vaucresson, 1920, Metropolitan Museum of Art, New York

Corpi muscolosi, colori vivacissimi, personaggi che si affastellano. A primo sguardo non parrebbe neanche una scena così...
26/12/2021

Corpi muscolosi, colori vivacissimi, personaggi che si affastellano. A primo sguardo non parrebbe neanche una scena così cruenta. Invece lo è, molto. La lapidazione di Santo Stefano è stata rappresentata in ogni tempo e in ogni forma. Questa è di Rubens: il santo è in posizione centrale, monumentale nel suo manto purpureo, lo sguardo già rivolto al Cielo.
Drammatico tutto l’insieme: uomini dai muscoli guizzanti che raccolgono e lanciano sassi di ogni dimensione. Più la pietra è grande, maggiore lo spunto per l’artista di disegnare anatomie definite.
Angeli, santi, Padre e Figlio appaiono nell’azzurro intenso, già pronti con corona e palma del martirio.
Mi domando: alla fine, quale pietra realmente lo uccide? La più pesante o quella scagliata con maggiore precisione? Quella tra le mani dell’uomo a sinistra, bene impugnata e in posizione perfetta, o quella enorme che il tiratore di destra alza con fatica sul capo e si appresta a scagliare? O forse il grande sasso ancora a terra che il tizio inginocchiato sta raccogliendo scalzandola dal terreno?
Chi può dire, chissà, in fondo sono tutti proiettili mortali. Ogni pietra ferisce. L’ultima uccide.
Meditando sul tutto, porgo i miei auguri a chi oggi festeggia l’’onomastico.
Buona festa.
Pieter Paul Rubens, Lapidazione di Santo Stefano, 1616-1617, Musée des Beaux-Arts, Valenciennes, Francia

23/12/2021

Approfittando del fatto che non siamo chiusi in casa (spero non riaccada più) e che abbiamo mostre bellissime allestite in città, vado in loco a fotografare e offro immagini vive e reali. Come il San Giuseppe della Natività di Antoine de Lonhy esposto a Palazzo Madama (vuoi che riesco a conquistare qualcuno a venirla a visitare con me…)
Strano questo San Giuseppe, direi fuori dai consueti schemi …
Il nostro caro artista borgognone, nella sua capacità di attribuire gesti inconsueti ai personaggi che rappresenta, raffigura il caro Padre Putativo mentre scosta il cappuccio dalla fronte e, riverente, guarda con affetto il Neonato.
Dettaglio non da poco questo appena descritto. Consente di avvicinarlo ad altre opere del maestro: una specie di indizio rivelatore utilissimo a chi cerca, come investigatore caparbio, le tracce di un uomo che, qua e là, appare e scompare in un Medioevo lontano.
Spuntano rare ciocche di capelli canuti- La barba è riccioluta e forse da giovane era più folta. Giovane un tempo e ora non più. De Lonhy lo raffigura visibilmente privo di un dente, meticolosa minuzia che immediatamente lo identifica come uomo maturo.
Si china e si stupisce. Gli occhi rivolti in basso, socchiusi e pronti ad affrontare un ruolo di saggia e defilata protezione.
Sui colori che dire, godiamoceli: sono magnifici!
Buona giornata, verde, rossa o, se preferite, sfumata.

21/12/2021

Il calendario dell’Avvento incomincia il 1’ dicembre e dura fino a Natale. Ogni giorno una finestrella dietro alla quale celare un dolcetto (per i bambini) ma utile anche unire un pensiero proficuo … non guasta mai e rende meno “commerciale” l’attesa.
Io ho solo più quattro giorni: un calendario dell’Avvento ristretto, ridottissimo, rush finale da concludersi a Natale.
Quattro giorni per quattro figure presenti nella capanna della Natività: il bue, l’asino, San Giuseppe e Maria.
Quale miglior corrente artistica ha studiato e ritratto una infinità di buoi? Chi meglio dei famosi "macchiaioli"?
Buoi bianchi, al giogo, buoi al lavoro, buoi in Maremma.
Quelli che propongo oggi li abbiamo in mostra alla GAM di Torino. Un’opera di Giovanni Fattori dalle dimensioni contenute, un piccolo dipinto da cui traspare la luce del caldo e la fatica degli animali.
Periodo, questo, molto attento agli artisti di “macchia”. Ad Asti sono esposte più di 80 opere splendenti dei colori di Toscana.
Alla GAM di Torino Giovanni Fattori con i suoi temi profondi e sociali.
I buoi sono lì: placidi, pesanti, ovunque, legati al giogo con una cordicella al naso.
Nella mangiatoia di Betlemme il bue dispensava calore e non era sicuramente una giovenca toscana dal candido mantello.
A me piace però pensarlo proprio così: bianco e possente, con le sue fiere corna a lira e le narici dilatate.
Accanto a lui l’asinello, ma sarà l’argomento di domani.
Buona giornata.

Indirizzo

Piazza Castello 1
Turin
10121

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