28/10/2022
Tra fantasia e realtà il preludio di un giro in bici, per chi la bici non è solo sport o un mezzo di trasporto ma anche Arte e Cultura….
Consiglio di leggerlo per sognare ad occhi aperti..😊
Care cicliste e cari ciclisti, leggete il meraviglioso racconto della pedalata di domenica 30 ottobre, la GRALLOWEEN, scritta da Luca, un carissimo amico nonché tracciatore dei percorsi.
Sarà il “PANNOLATO FANTASMA” a guidarci nella mostruosa ed indimenticabile gravel ride.
C’era una volta…
⬇️⬇️⬇️⬇️
“”Il Pannolato Fantasma è burbero in apparenza, ma il suo cuore è tenero come il sellino di una bici da passeggio.
Quando era piccolo, i suoi genitori lo portavano allo chalet dei giardini (al salè d’i zardéin, dice lui) per dare il pane secco alle anatre del laghetto, poi si sedevano a bere un succo di frutta nella terrazza del bar. Il nostro giro parte proprio da qui.
Il Pannolato Fantasma non aspetta i ritardatari, è piuttosto pignolo, e all’orario prestabilito, cascasse il mondo, infila il piede nella gabbietta (sì, usa ancora le gabbiette) e inizia a pedalare lentamente, per farsi seguire da tutti. Attraversa i giardini e si immette in via Castiglione, in salita, perché non c’è niente di meglio che scaldarsi subito, soprattutto in questa stagione (non sa nulla del riscaldamento climatico, beato lui). Una breve rampa porta a San Michele in Bosco, dove la vista è da cartolina, poi giù, sullo sterrato tutto curve fino all’uscita su via Codivilla.
Il Pannolato Fantasma odia le macchine e dalla discesa di via San Mamolo all’ingresso del parco Talon pedala deciso e con lo sguardo torvo, infastidito dal traffico. Almeno è domenica, pensa, non c’è il casino dei giorni feriali. La terra battuta e il passaggio nel bosco lo rilassano un po’, ma non per questo cala il ritmo e continua a spingere il suo unico rapportone. Ci siamo tutti? Possiamo proseguire. Si attraversa il ponte sul Reno, si passa da San Biagio, ci si immette sulla Porrettana, per fortuna se ne percorre solo qualche metro, e si prende la suggestiva via Rosa, una strada bianca d’altri tempi, aperta sulla valle, che sale dolcemente fino all’azienda agricola da cui non si potrà ripartire senza aver assaggiato un bicchiere del rosso locale. Il Pannolato Fantasma ama il Sangiovese. Si dice che solo dopo qualche bicchiere diventi capace di sorridere.
Ma non c’è tempo per perdersi in sorrisi e, con lo stomaco scaldato dal vino, si sale ancora brevemente fino alla chiesa di Tizzano per poi affrontare il divertente sterrato di via Carrani. Il Pannolato Fantasma eviterebbe volentieri anche quel tratto di provinciale che porta ai Gessi, ma non si può. Anche in questo caso però sono pochi metri e si torna presto a pedalare nella natura, sull’argine del Lavino.
Il Pannolato Fantasma si è messo in testa che per salire a Mongardino si deve fare la storica via Tignano, l’unico percorso prima che fosse realizzata la strada asfaltata. Se qualcuno non si fosse ancora deciso a detestarlo almeno un po’, certamente non mancherà questa occasione. Grosse pietre aguzze e forte pendenza rendono l’ascesa un piccolo calvario e la vista spettacolare di cui si gode al primo e unico tornante è solo uno scorcio di paradiso prima dell’inferno. Denti stretti, sudore e acido lattico sfigurano la tua immagine fresca e pulita di poco fa mentre cerchi di infilare la ruota anteriore fra le rocce pregando che quella posteriore la segua senza slittare. Il Pannolato Fantasma va su a piedi in tutta calma, rapporti e copertoni con quasi un secolo di vita gli impediscono di dare anche un solo colpo di pedale su questo terreno. Ti ha portato lui qui, e si diverte a vederti arrancare cercando di non mettere piede a terra e forse… sì, pare proprio un sorriso quel ghigno che ha sulle labbra.
Se speri di poter riposare le gambe almeno per un po’ ti sbagli, Mongardino è lassù, alla tua destra, anche se non la vedi. Solo lì potrai ti**re un po’ il fiato.
Ora si scende davvero. Il Pannolato Fantasma si premura che tu abbia capito dove girare, è una stradina sulla sinistra che facilmente passa inosservata, quindi fai attenzione. Fai attenzione anche poco più avanti, dove devi imboccare il sentiero che si inoltra nel bosco, altrimenti finisci dritto in un cortile privato. Una volta, si dice, esasperato dalla gente che sbagliava strada e gli entrava praticamente in casa, l’anziano padrone aveva minacciato con un fucile da caccia proprio il Pannolato Fantasma, il quale non si sa bene come abbia reagito, ma pare certo che da quel momento non si verificarono più episodi del genere. In ogni caso, meglio evitare.
Il Pannolato Fantasma ama buttarsi giù per le discese e proprio questa è una delle sue preferite, via Sant’Antonio di Sotto. Purtroppo finisce subito, pensa tutte le volte che arriva in fondo. Ancora un breve pezzo di Porrettana e si torna a pedalare nella campagna, per poi passare nuovamente dal parco Talon e giù fino in città. Per chi è già a posto così (sicuro sicuro che non hai ancora un briciolo di energia? Guarda che un giro così spaventoso non ti ricapita almeno fino all’anno prossimo!) il Pannolato Fantasma ha pensato a un itinerario che attraversa il centro di Bologna perché, anche se ha sempre da brontolare contro la sua città, alla fine ne é orgoglioso e ci tiene che tutti ne vedano la parte migliore. Pratello, via Rizzoli, Due Torri, zona universitaria e periferia dall’altra parte, fino all’agognato ristoro finale, sotto il ponte di via Libia, dove ci si potrà rifocillare e divertirsi ancora, ma con meno fatica.
I più temerari invece sono attesi da una delle salite più dure dei colli bolognesi e certamente la più nota: la leggendaria salita di San Luca. Non si può descrivere, bisogna pedalarla.
Tu non te ne accorgerai perché sarai in preda all’iperventilazione, ma alla curva delle Orfanelle, dove più che una strada sembra di affrontare una parete, il Pannolato Fantasma sarà scosso da un leggero brivido: è qui, tanto tempo fa, che il suo cuore, tenero come il sellino di una bici da passeggio, ha smesso di battere.””
Fenixlight Italia
Spirito Gravel
grazie Luca❤️🔥
a domenica REGAAAAZZZZZZ👻👻👻👻