02/06/2018
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LA NECROPOLI DEL SILENZIO (STAMPA). L'ultima volta che l'archeologia ci ha parlato di Monte Prama è stato per fare un comico "debunking" che nulla aveva a che fare con la scienza, con la ricerca, con la divulgazione, con l'archeologia stessa. Sul cimitero più grande della Sardegna nuragica è sceso da un anno il Silenzio Stampa, con due S maiuscole. Sulle statue monumentali più antiche d'Europa, che si accompagnavano alla necropoli che comprende oltre 100 tombe singole, tutto tace. Sulle famose analisi antropologiche e genetiche, non esce una sillaba. Gli storici dell'arte continuano a ignorare, COMPLETAMENTE, il fenomeno scultoreo di Monte Prama, un silenzio imbarazzato e imabarazzante. La storia della scultura occidentale, parte, come da 100 anni a questa parte, da quella greca: Monte Prama non ha "bucato", non ha sortito alcun effetto, i nuragici rimangono "pastori e agricoltori", pur avendo costruito migliaia di torri e "castelli" dell'età del Bronzo, edifici che richiedevano tecniche ingegneristiche avanzatissime e di fatto ineguagliati nel mondo contemporaneo. E decine di templi, luoghi del sacro che non hanno raffronto alcuno come numero e tecnica. Eppure ancora dobbiamo leggere "Come potremmo pensare che la dinastia egizia dialogasse con piccoli villaggi nuragici?". Si legge spesso "non abbiamo bisogno di fantasie per sapere che la civiltà nuragica è stata grande": va benissimo, ma allora perchè viene sempre dipinta come "piccola", come incapace di mettersi alla pari con le "grandi" civiltà micenea, minoica, egizia ecc.?