18/04/2019
“Il problema sicurezza che vive Venezia è lo stesso delle grandi aree metropolitane, non c'è nulla di diverso, se non che qui non lo avevamo mai avvertito così pesantemente.
E c'è un'altra differenza, forse più grave: qui ci abbiamo dormito sopra. Così com'è avvenuto per lo spaccio di droga in via Piave, in cui per anni il quartiere è risultato invivibile, adesso ci siamo caduti nuovamente con la baby gang. Nell'indifferenza più totale. Ci scapperà il morto, chissà, speriamo di no ma se il buongiorno si vede dal mattino, c'è poco da stare allegri.
Fenomeni che creano allarme sociale così elevato non possono consentire mesi di violenza, soprusi di ogni genere e persone ferite, senza che si prenda una direzione precisa. Non si può dire "tanto con il processo per i minori le pene sono inesistenti" o "gli infraquattordicenni non possono essere puniti" o "vivono in un videogame". Primo perchè non è vero, secondo perchè, se io fossi uno di loro e sentissi dalle Istituzioni questo approccio, mi farei una grassa risata. Diciamo le cose come stanno. Le pene ci sono e possono essere salate, basta applicarle con la severità che il caso richiede, a tutela delle persone e dei più indifesi. Ma non è sufficiente. Esistono le scuole e le associazioni che possono contribuire all'educazione di famiglie e ragazzi e questo in una fase preventiva che non deve mancare.
Ma non possiamo restare indifferenti. Provate a immaginare solo per un secondo di vedere vostro figlio, o anche voi stessi, picchiati col tira pugni e presi a calci in faccia, rischiare una paralisi o anche di morire, per mano di quattro miserabili criminali. Perchè così vanno chiamati. Non possiamo chiamarli bulli; sono vigliacchi e pericolosi delinquenti che vanno fermati subito. L'età non conta nulla. E' un grave errore pensare che possa fare differenza.
E' vero che rimedi per evitare il processo come la messa alla prova, o la condanna e la pena, come il perdono giudiziale nel processo minorile esistono, ma essi sono concessi, dice la legge, se ce li si merita. E a mio avviso non vanno applicati a meno di una vera presa di distanza dai soggetti e dalle loro famiglie dai crimini commessi e dopo una seria attività socialmente utile svolta in favore della collettività. Cosa che non pare esservi stata finora. Chi ha meno di 14 anni non soggiace alla pena ma può essere sottoposto a misure di sicurezza pesanti che privano o limitano comunque la libertà personale. E' giusto che si sappia. Come è giusto che si sappia che i genitori sono responsabili dei danni arrecati dai propri figli minori. Chi ci rappresenta deve fornirci tutte queste informazioni. Chissà magari l'idea di essere privati dei propri beni farà porre qualche domanda in più a chi ha la responsabilità genitoriale su questi giovanissimi delinquenti.
E infine non dimentichiamo che, in mezzo a queste bande, ci sono anche i maggiorenni. E allora viene da concludere che occorre un cambio di rotta totale sulla sicurezza, che parta dall'informazione, passi all'educazione e arrivi, quando occorre, alla severa punizione. Questo merita la città, questo meritano i cittadini. Ma, di certo, non c'è più spazio per l'indifferenza”.
Stefano Tigani, da Il Gazzettino del 16/04/2019
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